Belgrado denuncia una campagna di crescente «albanizzazione» del nord

Belgrado denuncia una campagna di crescente «albanizzazione» del nord del Kosovo, con la dirigenza di Pristina impegnata a fare di tutto per ridurre o cancellare del tutto la presenza serba dominante nella parte settentrionale del Paese.
La stampa serba filogovernativa attacca oggi gli ultimi provvedimenti 'provocatori' del premier kosovaro Albin Kurti - l'inaugurazione di un nuovo ponte sul fiume Ibar a Kosovska Mitrovica e il cambio di nome per 87 strade nel settore nord (serbo) di tale città divisa, la cui parte meridionale è abitata da kosovari di etnia albanese.
Tra i nuovi nomi, si osserva, ve ne sono tanti di ex leader dell'Uck, l'Esercito di liberazione del Kosovo protagonista del conflitto armato con le forze serbe del 1998-1999. Già ieri i serbi locali e la dirigenza di Belgrado avevano protestato per l'apertura del nuovo ponte fra i due settori di Mitrovica, ritenuto non un contributo alla collaborazione reciproca fra serbi e albanesi ma una minaccia alla sicurezza dei serbi per la facilità con cui provocatori dal settore sud potranno raggiungere la parte della città abitata da serbi.
Questi ultimi provvedimenti si aggiungono alla decisione di cancellare a tappeto graffiti e murales con slogan nazionalisti da case, scuole edifici pubblici, impianti sportivi della locale popolazione serba nel nord del Kosovo, e all'esclusione di Srpska Lista, il maggior partito della comunità serba, dalle elezioni amministrative in programma in Kosovo il 12 ottobre prossimo.
I serbi, che hanno presentato ricorso, sperano in un annullamento di tale esclusione per poter partecipare al voto locale e eleggere al nord nuovi sindaci e amministratori serbi che subentrino a quelli albanesi insediatisi nei maggiori Comuni a maggioranza serba nel 2023, quando le amministrative erano state boicottate in massa dalla popolazione serba.
Nei mesi scorsi il governo di Pristina, dopo aver messo al bando il dinaro serbo, aveva intrapreso una massiccia campagna di chiusura e smantellamento di uffici, enti e rappresentanze serbe in Kosovo - poste, banche, uffici previdenziali - ritenuti parte di strutture parallele della Serbia operanti illegalmente in Kosovo.