Bird strike e lo schianto aereo di Muan: «Le autorità aeroportuali sapevano dei rischi»

Sono passati tre mesi - o poco più - dal terribile incidente aereo che in Corea del Sud è costato la vita a 179 dei 181 passeggeri del volo JJA-2216, partito da Bangkok (Thailandia) e diretto a Muan, città situata a circa 290 chilometri a sud della capitale sudcoreana Seul. Alle 9:03 del 29 dicembre, nella fase di atterraggio, l'aereo della Jeju Air compiva una brusca virata, atterrando sulla pancia e scivolando sulla pista, prima di schiantarsi contro una barriera di cemento e prendere fuoco.
Sono passati tre mesi, appunto, ma ancora gli investigatori non hanno identificato, ufficialmente, le ragioni dell'incidente. L'ipotesi principale è la stessa emersa nelle prime ore: che a causare lo schianto sia stato un devastante impatto con volatili: il temutissimo bird strike. Secondo quanto dichiarato dal ministero dei Trasporti sudcoreano, piume e sangue di uccello sono stati trovati in entrambi i motori dell'aereo: resti dell'alzavola del Baikal, un'anatra migratrice che spesso vola in stormi di decine di migliaia di esemplari.
La presenza di questi grandi stormi di uccelli attorno alla pista, emerge in una recente indagine del New York Times, non era passata inosservata, e anzi, i pericoli erano stati segnalati decenni fa, già prima dell'apertura dell'aeroporto di Muan nel 2007. Di più. Il 19 dicembre 2024, solo dieci giorni prima dell'incidente, una dozzina di funzionari si erano riuniti in una sala dell'aeroporto di Muan per una riunione del comitato per la prevenzione dei bird strike, i cui numeri mostravano forti aumenti negli ultimi due anni.
Il quotidiano statunitense, negli scorsi mesi, ha analizzato migliaia di pagine di documenti governativi, intervistando decine di persone a conoscenza degli eventi e visitando le zone umide che, attorno all'aeroporto, costituiscono un habitat perfetto per molte specie di uccelli. I risultati dell'inchiesta sono preoccupanti. Nel 2020, quando l'aeroporto aveva iniziato i lavori di ristrutturazione che avrebbero incluso l'ampliamento della pista, il servizio di valutazione dell'impatto ambientale aveva dichiarato che c'era «un alto rischio di bird strike durante il decollo e l'atterraggio». Il servizio consigliava di adottare misure per ridurre il rischio. Misure, era emerso nella riunione del 19 dicembre, che ancora non erano state adottate. E non lo sono ancora oggi.
Mancanze
Contattata dal NYT, la Korea Airports Corporation – responsabile dello scalo di Muan – ha dichiarato che utilizza veicoli e altoparlanti per disperdere gli stormi di uccelli e che dal giorno dell'incidente sono stati installati altri altoparlanti nei pressi dell'aeroporto per ampliare l'area coperta. Ciò, sottolinea il New York Times, rischia tuttavia di non essere abbastanza. A Muan non sono ancora state installate, infatti, le telecamere termiche e i radar per il rilevamento degli uccelli, utilizzati per avvisare i controllori del traffico aereo e i piloti della presenza di volatili. Un'attrezzatura, questa, che le linee guida dell'Organizzazione Internazionale dell'Aviazione Civile (agenzia ONU) consigliano di adottare agli aeroporti di tutto il mondo.
Ma oltre a non aver rispettato le linee guida internazionali, sottolinea il NYT, gli operatori dell'aeroporto hanno violato anche le norme di sicurezza nazionali. «Il giorno dell'incidente a Muan, solo una persona era in servizio per sorvegliare gli stormi di uccelli, invece di un minimo di due come richiesto dalle norme governative», scrive il quotidiano americano citando quanto emerso in un'audizione della commissione parlamentare attiva sul disastro. L'addetto al pattugliamento degli uccelli era alla fine di un turno notturno di 15 ore.
Fra queste e altre mancanze, la Korea Airports Corporation e il ministero dei Trasporti sudcoreano sono sotto la lente. «È una vergogna che fossero a conoscenza delle loro carenze da anni, ma che non abbiano fatto nulla per migliorarle», ha dichiarato Kwon Hyang-Yup, un legislatore dell'opposizione citato dal NYT.
E mentre il governo di Seul si è impegnato a stanziare 247 miliardi di won (circa 141 milioni di franchi) in tre anni per migliorare le misure di prevenzione dei bird strike in tutti gli aeroporti del Paese, c'è qualcuno che si chiede se tutto ciò possa mai bastare. E se l'aeroporto di Muan, semplicemente, fosse stato costruito nel posto sbagliato? Negli ultimi cinque anni, l'aeroporto ha registrato almeno due volte il maggior numero di bird strike – fortunatamente con esiti meno devastanti – fra i 15 aeroporti del Paese, tenendo un tasso di dieci volte maggiore rispetto all'aeroporto principale di Incheon.
Mentre Seul progetta la costruzione di dieci nuovi aeroporti nei prossimi decenni, esperti ed attivisti per protezione dell'ambiente si stanno battendo, ora, perché non si ripeta l'errore di Muan. Preoccupazione, in particolare, per l'aeroporto di Saemangeum, 100 chilometri a nord di Muan, che dovrà vedere la luce nel 2029. Lo scalo sorgerà a meno di 6 chilometri dalla piana di marea di Seocheon, un sito patrimonio dell'UNESCO che ospita decine di specie selvatiche di uccelli protette a livello nazionale. «Non avrebbero dovuto costruire l'aeroporto internazionale di Muan dove l'hanno fatto», ha dichiarato un'attivista al NYT. «Non può succedere di nuovo».