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«Bombe sul campo profughi di Nuseirat e su una moschea»

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«Bombe sul campo profughi di Nuseirat e su una moschea»
Red. Online
23.05.2024 06:11
19:00
19:00
Proteste pro-Gaza, tre rettori in audizione al Congresso

I presidenti di tre college americani - Rutgers, Northwestern e Ucla - sono oggi in Congresso nell'ambito di una serie di audizioni sull'antisemitismo nei campus che hanno portato alle dimissioni di due loro colleghe di Harvard e UPenn.

A interrogare i tre presidenti, due dei quali sono alla guida di atenei pubblici, saranno gli stessi deputati repubblicani che hanno spinto Claudine Gay di Harvard e Elizabeth McGill di UPenn a lasciare il posto per le risposte ambigue che avevano dato sull'equivalenza tra appelli all'intifada e genocidio degli ebrei. Da allora l'agenda della commissione è cambiata ed è probabile che l'attenzione dei parlamentari si punti su come i tre college hanno reagito alle proteste pro-Gaza sui rispettivi campus.

Northwestern e Rutgers sono scesi a patti con i manifestanti pro-palestinesi provocando forti proteste da parte di esponenti politici e organizzazioni ebraiche. Ucla (University of California at Los Angeles) è stata invece criticata per non aver impedito scontri sul campus in cui contro-manifestanti filo-israeliani hanno violentemente attaccato una tendopoli pro-Gaza.

L'audizione è la prima dopo la catena di occupazioni dei campus cominciata a metà aprile alla Columbia University.

18:27
18:27
L'Ungheria: «Se venisse non arresteremmo Netanyahu»

L'Ungheria ha dichiarato che non eseguirà sul proprio territorio un eventuale mandato di arresto della Corte penale internazionale (Cpi) per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Lo riferisce il sito dell'agenzia Dpa International citando dichiarazioni a giornalisti fatte a Budapest dal «ministro del governo» ungherese Gergely Gulyás.

L'Ungheria è firmataria dello Statuto di Roma che ha istituito la Cpi, ma Gulyás (una sorta di sottosegretario alla presidenza del consiglio ungherese) ha affermato che le disposizioni per l'esecuzione delle decisioni della Corte non sono ancora pienamente in vigore nel Paese dell'Europa centrale.

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán è considerato un alleato di Netanyahu e Budapest aveva già dichiarato lo scorso anno che non avrebbe eseguito un mandato di arresto della Cpi contro il presidente russo Vladimir Putin per crimini di guerra in Ucraina.

18:26
18:26
Proteste a Harvard durante la cerimonia delle lauree

Centinaia di studenti hanno platealmente abbandonato la cerimonia delle lauree a Harvard in segno di protesta per la sospensione di 13 colleghi che avevano avuto un ruolo guida nelle manifestazioni pro-Gaza sul campus.

Gli studenti hanno anche fischiato il presidente ad interim Alan Garber, che ha proseguito imperturbabile nella cerimonia.

18:03
18:03
Hamas: «Abbiamo in ostaggio il colonnello israeliano dichiarato morto»

Hamas ha annunciato di trattenere in ostaggio il colonnello Asaf Hamami, 41 anni, catturato il 7 ottobre, che le Forze di difesa israeliane avevano in precedenza sostenuto fosse stato ucciso negli attacchi di quel giorno.

Le Brigate Al-Qassam, il braccio armato del movimento integralista islamico palestinese, hanno affermato che Hamami è stato ferito durante la cattura. La dichiarazione non ha fornito alcuna prova e non ha specificato se sia ancora vivo.

Israele riteneva che Hamami, comandante della Brigata Sud della Divisione Gaza, fosse stato ucciso in azione nella difesa del Kibbutz Nirim. La sua morte era stata annunciata dal rabbino capo a dicembre, sulla base dei risultati ottenuti dai militari nella Striscia di Gaza, permettendo alla sua famiglia di avere un funerale secondo la legge ebraica.

17:31
17:31
«Netanyahu avvisato 4 volte sui rischi per la sicurezza legati alle proteste contro la riforma giudiziaria»

L'intelligence israeliana aveva avvertito il primo ministro Benjamin Netanyahu in almeno quattro occasioni che le proteste contro la riforma giudiziaria, precedenti gli attacchi del Movimento di resistenza islamica Hamas che hanno causato 1200 morti, avevano creato un'«opportunità'» che «avrebbe avvantaggiato i nemici di Israele».

Ad affermarlo sono state le Forze di difesa israeliane (Idf) in una lettera inviata in risposta a una richiesta presentata dall'organizzazione israeliana Hatzlacha. Ne riferiscono i media israeliani.

Nella missiva si osserva che la divisione di intelligence militare aveva inviato quattro diverse notifiche al capo del governo tra marzo e luglio 2023, in cui «illustrava come i nemici di Israele prevedessero i danni che potevano essere arrecati allo Stato di Israele e alle forze di sicurezza in particolare». In alcune delle missive inviate dall'intelligence, il generale Amit Saar aveva parlato di indicazioni di deliberazioni in corso sulla scelta tra «lasciare che Israele continuasse a indebolirsi o prendere l'iniziativa».

A novembre, un mese dopo gli attentati, media israeliani avevano riferito che il primo ministro era stato avvertito che un'eventuale crisi sulle sue politiche interne avrebbe potuto portare a «un'azione congiunta di Iran, Hezbollah e Hamas», forse anche «simultaneamente».

Alla lettera, Netanyahu ha risposto con una smentita: non solo non ha ricevuto alcun avvertimento su queste minacce, ma i rapporti a cui ha avuto accesso offrivano una «valutazione completamente opposta». «Le affermazioni secondo cui il primo ministro avrebbe ricevuto un avvertimento su un possibile attacco da Gaza sono contrarie alla verità», inizia la dichiarazione di risposta dell'ufficio di Netanyahu. «Non solo non c'è alcun avvertimento in nessuno dei rapporti sulle intenzioni di Hamas di attaccare Israele da Gaza, ma essi danno anzi una valutazione completamente diversa», si legge.

I «pochi riferimenti» ad Hamas nei rapporti ricevuti - prosegue - non suggerivano l'intenzione di attaccare Israele, alle cui autorità era stato consigliato di unirsi alla «tendenza regionale alla de-escalation». «Questa valutazione, secondo cui Hamas non era interessato a una escalation, era stata condivisa da tutti gli organismi di sicurezza, che avevano persino affermato che Hamas era stato dissuaso».

La dichiarazione aggiunge che è stato lo stesso Netanyahu ad avvertire in «molteplici occasioni» dell'«impatto» che le proteste del 2023 nel Paese avrebbero avuto sui «nemici» di Israele, che avrebbero potuto approfittare degli scioperi che alcune forze militari hanno effettuato in solidarietà con i manifestanti.

17:08
17:08
Gallant: «L'azione a Rafah andrà avanti»

«Stiamo rafforzando il nostro impegno contro Rafah. L'operazione andrà avanti e aumenterà con altre forze di terra e dall'aria. Raggiungeremo i nostri obiettivi». Lo ha detto il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, che oggi è stato a largo della costa di Gaza a bordo di un battello militare.

«I nostri sforzi - ha spiegato - sono di dare un durissimo colpo ad Hamas e privarlo delle sue potenzialità militari e creare le condizioni per il rilascio degli ostaggi».

16:39
16:39
Proteste pro-Gaza: Harvard sospende 13 studenti

Nel giorno delle lauree, Harvard si prepara ad altre proteste dopo l'annuncio del board dell'ateneo che 13 studenti che avevano avuto un ruolo importante nelle manifestazioni pro-Gaza sono stati sospesi.

Gli studenti - e molti professori che li sostengono - erano convinti di essere arrivati a un accordo con l'amministrazione per sgomberare una tendopoli nel campus in cambio dell'impegno a evitare misure disciplinari nei loro confronti. Ora però l'università nega di aver fatto questa promessa.

La polemica arriva al termine di un anno accademico tra i più agitati nella storia di Harvard e in cui l'ateneo è finito al centro del dibattito nazionale sull'antisemitismo nei campus. All'inizio di gennaio la presidente Claudine Gay è stata costretta a dimettersi dopo aver testimoniato in Congresso in maniera ambigua su come l'università aveva la gestito le tensioni dopo l'attacco di Hamas contro Israele del 7 gennaio.

12:53
12:53
«Uccise 26 persone nei raid su Gaza City»

L'agenzia di protezione civile di Gaza ha affermato che sono 26 le persone rimaste uccise in due attacchi aerei israeliani sferrati prima dell'alba contro Gaza City.

In precedenza, l'agenzia di stampa Wafa aveva riferito di 16 morti in un attacco sul quartiere Al-Daraj della città. Il portavoce dell'agenzia di protezione civile Mahmud Bassal ha confermato all'Afp il raid specificando che è stata colpita la casa di una famiglia. Bassal ha poi riferito che altre 10 persone sono morte in un secondo attacco contro una moschea. Tra le 26 vittime totali ci sono almeno 15 bambini, di cui 10 uccisi nel raid sull'abitazione di Al-Daraj.

06:12
06:12
IL PUNTO ALLE 6

L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che otto persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in un bombardamento israeliano che stanotte ha colpito una casa del campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza.

La maggior parte delle vittime sono donne e bambini, specifica la Wafa. E il bilancio potrebbe aumentare, riferiscono fonti mediche locali.

Dal 7 ottobre nell'enclave palestinese ci sono stati almeno 35.709 morti e 79.990 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale gestito dal movimento islamista Hamas.

Wafa afferma inoltre che 16 persone tra cui 10 bambini sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in un bombardamento israeliano che stanotte ha colpito il quartiere centrale Daraj della città di Gaza.

Secondo l'emittente araba Al Jazeera il raid ha colpito la locale moschea di Fatima, che ospita anche una scuola coranica. Le vittime sarebbero sfollati che avevano trovato rifugio nella struttura, che avrebbe subito ingenti danni nell'attacco di stanotte.

Intanto il gabinetto di guerra di Israele ha approvato all'unanimità nuove linee guida per i suoi negoziatori nel tentativo di rilanciare i colloqui su un accordo di tregua con Hamas, secondo il sito web di notizie israeliano Walla.

Da parte sua l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato solo che nella sua ultima riunione di ieri sera il gabinetto di guerra dello Stato ebraico ha ordinato alla sua squadra «di continuare i negoziati per la restituzione degli ostaggi» israeliani ancora nella Striscia di Gaza.