Stati Uniti

Buffalo e quei tanti, troppi morti nella bufera

La città nello stato di New York è stata una delle località più colpite dal passaggio della tempesta Elliot – Con le operazioni di pulizia iniziate nelle scorse ore si teme che il numero delle vittime sia destinato a salire
© Twitter page of New York Gov. Kathy Hochul via AP
Red. Online
28.12.2022 12:00

Più di quattro giorni di freddo, neve, ghiaccio. E anche tanti, troppi morti. La tempesta artica che ha invaso diverse regioni statunitensi sembra essere volta al termine, pur lasciando alcune località ad affrontare conseguenze disastrose. Tra le più colpite c'è la città di Buffalo, nello stato di New York. Qui la tempesta ha provocato più di 30 vittime. Sorelle, padri di famiglia, persone che erano uscite per fare la spesa, nonostante le raccomandazioni. 

Anndel Nicole Taylor era una ragazza di 22 anni. Venerdì mattina, giorno dell'antivigilia, la giovane è rimasta intrappolata nella sua auto, mentre fuori la tempesta di neve cominciava a inghiottire Buffalo. Dopo aver chiamato invano i servizi di emergenza per ore, la ragazza ha mandato un messaggio alla sua famiglia, in cui diceva di essere spaventata. A mezzanotte, con ormai un metro di neve che si accumulava bloccando la sua auto, ha scritto ai suoi cari che avrebbe provato a dormire un po'. Ma quella è stata l'ultima volta che i genitori e la sorella hanno avuto sue notizie. La giovane è stata trovata morta nella sua auto il giorno della vigilia di Natale. È solo una delle tante testimonianze raccolte dal New York Times nelle scorse ore, che mettono in luce una cattiva gestione dell'emergenza. «Il giorno di Natale è stato per noi un giorno di pianto. Non abbiamo fatto altro che piangere, per tutto il giorno», confessa la sorella della vittima. 

Ma Anndel Nicole Taylor, come dicevamo, è solo una delle tante persone decedute a causa del maltempo provocato dalla tempesta Elliot. Tra le vittime di Buffalo c'è anche un medico che cercava di rientrare a casa per Natale. Un futuro padre uscito a comprare il latte per la moglie, che in questi giorni darà alla luce il loro primogenito. Un altro uomo è stato trovato senza vita in un cumulo di neve nel giorno del suo 56. compleanno. «Le vittime sono state trovate in modi diversi», dichiara alla testata statunitense Mike DeGeorge, portavoce dell'ufficio del sindaco di Buffalo. «Sono stati trovati in veicoli abbandonati, sui marciapiedi, agli angoli delle strade, alcuni sono stati trovati immersi in cumuli di neve». Le perdite sono state avvertite in tutta la regione, ma a detta del New York Times, nessun altro luogo è stato colpito come Buffalo, dove si contavano moltissimi posti vuoti alle cene di Natale e i regali sono rimasti sotto gli alberi, senza mai essere scartati. 

Come emerso in precedenza, però, la mancata tempestività dei servizi di emergenza ha avuto un'influenza particolare nella gestione della crisi. Dopo quattro giorni dall'inizio della tempesta, la città di Buffalo ha ammesso di essere ancora al lavoro su circa 1.000 chiamate di emergenza che non avevano ricevuto risposta nelle scorse ore. Molte di queste, con ogni probabilità, erano doppioni o chiamate di automobilisti bloccati, risalenti addirittura a venerdì mattina. «Quando la tempesta si è abbattuta per la prima volta il 23 dicembre, il Dipartimento di Polizia di Buffalo è stato in grado di salvare 65 persone», ammette il commissario di polizia della città, Joseph Gramaglia. «Poi però le condizioni meteo sono peggiorate troppo».

Ma le critiche ai mancati soccorsi non si sono fatte attendere nemmeno sui social media. Diversi residenti, infatti, hanno criticato la lentezza con cui si sono palesati i servizi di emergenza. E non solo. In particolar modo, molti utenti hanno puntato il dito contro i funzionari che - a loro avviso - avrebbero in parte incolpato le persone intrappolate in mezzo la neve in attesa dei soccorsi, per aver messo a rischio le loro vite uscendo di casa e ignorando divieti e raccomandazioni. Il sindaco Byron W. Brown non è però rimasto in silenzio e ha risposto alle provocazioni. «Non stiamo certamente incolpando le persone che stavano guidando, ma l'atto di guidare durante una bufera di neve, in condizioni di visibilità zero e di whiteout, come potete immaginare, ha reso la risposta all'emergenza molto più difficile e molto più complicata». E allo stesso modo, anche i funzionari statali hanno preso posizione, sottolineando quanto sia stata «straordinariamente impegnativo» affrontare la tempesta artica, definita dal National Weather Service «un evento che capita una volta in una generazione». «Come primi soccorritori, è nel loro DNA mettersi in pericolo per salvare le persone», confessa al New York Times Jackie Bray, commissario dello Stato per la sicurezza interna e i servizi di emergenza. «Le condizioni tuttavia erano così gravi che due terzi delle missioni di soccorso inviate durante l'apice della tempesta hanno dovuto essere lasciate da parte e le persone hanno dovuto salvarsi da sole», aggiunge. 

Nel frattempo, la bufera si sta allontanando e Buffalo prova a riprendersi dal passaggio di Elliot. Le operazioni di pulizia sono iniziate già nelle scorse ore, nella mattinata di martedì. Secondo l'Ufficio del sindaco, sono ancora 4.000 le persone senza corrente. Ma quello che più spaventa, ora, è il numero delle vittime. Con le operazioni che gli addetti alle emergenze stanno effettuando, si teme che vengano trovati molti altri corpi all'interno di veicoli bloccati da giorni nella neve, o nelle case senza elettricità.