Stati Uniti

Caso Epstein, il Dipartimento di Giustizia sente Ghislaine Maxwell

Brusca accelerazione sul caso Epstein, mentre Donald Trump deve affrontare anche una nuova grana, dopo che l'ispettore generale del Pentagono ha accertato che il segretario alla difesa Pete Hegseth condivise su Signal anche carte classificate
©JASON SZENES
Ats
24.07.2025 21:30

Brusca accelerazione sul caso Epstein, mentre Donald Trump deve affrontare anche una nuova grana, dopo che l'ispettore generale del Pentagono ha accertato che il segretario alla difesa Pete Hegseth condivise su Signal anche carte classificate. Il Dipartimento di Giustizia, dove il tycoon ha piazzato due suoi ex avvocati ai vertici, si è precipitato oggi a sentire la complice del defunto finanziere-pedofilo, Ghislaine Maxwell, ex socialite britannica.

In tal modo ha giocato d'anticipo sulla Camera, dove un panel della commissione di sorveglianza ha votato per citarla a deporre l'11 agosto. Mosse che seguono la rivelazione del Wall Street Journal, secondo cui l'attorney general Pam Bondi informò a maggio il presidente che il suo nome compariva nei file dell'inchiesta, prima di annunciare la chiusura del caso sollevando un vespaio di polemiche. Il colloquio con Maxwell è avvenuto nell'ufficio della procura del tribunale di Tallahassee in Florida, dove la donna sta scontando 20 anni di carcere per il suo coinvolgimento nel traffico sessuale di minorenni, in genere ragazzine fragili e in difficoltà economiche. "Sta preparando nuove evidenze", ha anticipato il fratello di Ghislaine alla vigilia del faccia a faccia.

A condurre l'incontro, alla presenza del suo avvocato David Oscar Markus, non è stato un procuratore di carriera ma il vice ministro della Giustizia Todd Blanche, che difese il tycoon nel caso pornostar e in quello per l'assalto al Congresso. L'obiettivo è chiederle se ha rivelazioni da fare: un'iniziativa che rientra negli sforzi dell'amministrazione per respingere le accuse, anche nella base Maga, di mancata trasparenza sulla vicenda, dopo la decisione di Bondi di non pubblicare i file nonostante le promesse sue e dello stesso Trump. Ma la gestione 'politica' del caso suscita timori e sospetti di un possibile tentativo di evitare danni collaterali per il presidente, che ha l'unica leva per alleviare le pene della donna, graziandola o commutandole la pena. Magari in futuro.

La vicenda rischia però di esplodere alla Camera, che è entrata in rotta di collisione con l'amministrazione, di fatto sfiduciando il ministero della Giustizia. Alcuni repubblicani hanno votato con i dem per convocare Maxwell e altri testimoni eccellenti: Bill Clinton, che frequentò a lungo Epstein, la moglie Hillary, l'ex capo dell'Fbi James Comey, e Robert Mueller, il procuratore speciale che ha indagato sul Russiagate. Oltre a un gruppo di ex attorney general che hanno lavorato sotto presidenti sia democratici che repubblicani.

Una mossa che potrebbe tenere accesi a lungo sul caso quei riflettori che Trump vuole spegnere. Intanto sul New York Times Barry Levine, uno dei giornalisti che ha seguito più assiduamente il caso Epstein, ha posto una decina di interrogativi che alimentano il mistero intorno alla vicenda. Tra questi, come ha fatto il finanziere a guadagnare così tanti soldi e come ha finanziato il suo traffico sessuale per oltre due decenni; se avesse legami con agenzie di spionaggio; se nei file ci sono riferimenti che gettano nuova luce sui suoi rapporti con Trump e Clinton; quali erano i clienti implicati nel traffico sessuale; chi lo ha aiutato all'estero. Ma anche cosa hanno trovato gli investigatori nella cassaforte, nei computer e in altri beni di Epstein e cosa mostrano i video delle telecamere delle sue case. Intanto i dem vanno all'attacco e chiedono che Bondi e il capo dell'Fbi Kash Patel testimonino al Congresso.