La storia

C’è chi prenota una casa in Ucraina

Attraverso Airbnb molte persone stanno aiutando la popolazione a guadagnare qualche soldo – L’azienda ha sposato l’iniziativa, nata su Instagram, e nel frattempo si sta occupando anche dei rifugiati
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Marcello Pelizzari
05.03.2022 14:00

Sì, diverse persone stanno prenotando un appartamento o una casa in Ucraina tramite Airbnb. Può sembrare strano, se non addirittura paradossale. Soprattutto considerando il contesto: il Paese è in guerra e, ogni giorno, migliaia e migliaia di cittadini raggiungono il confine occidentale per scappare dalle bombe e dall’orrore. Eppure le prenotazioni parlano chiaro: la meta è ambita, tanto quanto una cittadina sulla costa durante il famoso (e famigerato) spring break, fa notare il New York Post.

In realtà c’è una spiegazione logica. O, meglio, c’è un’idea precisa e, per certi versi, geniale lanciata dal popolarissimo account Instagram Quentin Quarantino mercoledì. Della serie: «Perché non prenotiamo una stanza, un appartamento o una casa in Ucraina su Airbnb? Così facendo, aiutiamo la popolazione a guadagnare qualcosa». L’Occidente, insomma, si è mosso al grido «tutti a Kiev». Solo con il cuore, certo, ma mettendo comunque mano al portafogli perché quelle prenotazioni vanno onorate.

La mente dietro a Quentin Quarantino invece è un influencer di Brooklyn, Tommy Marcus, che lo scorso anno aveva raccolto 7 milioni dollari su GoFundMe per aiutare gli afghani in difficoltà. «A 24 ore dall’annuncio, centinaia di persone stavano già bloccando i vari appartamenti», ha spiegato. «Un modo per garantire subito liquidità all’Ucraina».

L’iniziativa piace
Airbnb, di suo, non solo ha sposato l’iniziativa, ma ha anche annunciato che cancellerà le cosiddette «fees» legate a queste prenotazioni. Liz DeBold Fusco, direttore delle comunicazioni in seno all’azienda basata a San Francisco, ha lodato la generosità della comunità Airbnb. Analogamente, l’azienda si sta impegnando per offrire sistemazioni ai rifugiati che scappano dal conflitto. Oltre 357.000 persone hanno visitato il portale creato ad hoc, per dire.

Airbnb, tornando all’iniziativa, ha rivelato che, negli scorsi giorni, sono state riservate oltre 61.000 notti in Ucraina. 34.000 riguardavano cittadini americani, evidentemente toccati a livello emotivo dal conflitto. I commenti, sulle pagine dei vari appartamenti, sono arrivati a getto continuo. «Ho appena prenotato una casa a Kiev, specificando che non potrò onorare di persona l’impegno preso», ha twittato un utente. «Ma ho scritto al padrone di casa sperando che, con i soldi ricevuti, possa comprare ciò di cui ha più bisogno in questo momento».

Gli stessi proprietari, nascosti nei bunker, hanno risposto a questa enorme ondata di solidarietà. «Non hai idea di quanto sia prezioso tutto questo ora», ha scritto ad esempio Oksana. «Sono nascosta nella regione di Kiev con due bambini di 3 e 6 anni. Abbiamo una cantina, con noi c’è un’altra famiglia con una bambina di 6 anni e una donna anziana. Insieme supereremo questo male».

Quasi due milioni di dollari
Il valore totale delle prenotazioni ha sfiorato (e mentre scriviamo probabilmente superato) i due milioni di dollari, ha ribadito Airbnb. Al momento, sul sito sono listate oltre 300 proprietà in territorio ucraino. La società, come detto, ha preso a cuore la questione e, a suo modo, si è schierata. Detto degli appartamenti e delle case liberamente a disposizione dei rifugiati ucraini, Airbnb recentemente ha pure sospeso le sue attività in Russia e Bielorussia.

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