Il caso

C'è chi viene spedito in Ucraina (quasi) senza formazione

Notizie e video che giungono dalla Russia raccontano di una mobilitazione tanto massiccia quanto disorganizzata: alle reclute viene addirittura chiesto di procurarsi il sacco a pelo
Marcello Pelizzari
28.09.2022 19:30

Nessun addestramento. Dritti al fronte, già. Con poco, pochissimo materiale a disposizione. Le notizie (e i video, non tutti verificabili invero) che giungono dalla Russia raccontano di una mobilitazione tanto massiccia quanto disorganizzata. «Il 29 settembre saremo inviati a Kherson» dice a tal proposito una recluta, fra incredulità e rassegnazione. Altro che operazione militare speciale. Questa è guerra.

Il Cremlino, insomma, sta spingendo affinché le nuove reclute siano subito, subitissimo in prima linea. Con una formazione praticamente nulla e, come detto, attrezzature e forniture minime.

«Procuratevi un sacco a pelo»

La mossa, a detta degli analisti, di fatto non rimedierà alla carenza di uomini in Ucraina. No, rischia seriamente di causare nuovi, peraltro prevedibili, viste le premesse, problemi a Mosca: il morale basso, nuovi errori, tassi di mortalità alle stelle.

Della serie: un conto è annunciare una mobilitazione, un altro è applicarla in maniera logica. In un video, per dire, un ufficiale invita le reclute a procurarsi il proprio sacco a pelo e, ancora, ad acquistare tamponi. «Sapete a che cosa servono? A tappare le ferite dei proiettili». Non esattamente un discorso motivazionale. In un’altra clip, invece, dei soldati freschi di chiamata dormono per terra. In un terzo filmato, addirittura, un ufficiale non ha sa dare indicazioni in merito a rifornimenti, attrezzature e destinazione della sua unità.

Da quanto leggiamo, l’impiego di riservisti e nuove reclute in Ucraina – da parte russa – dovrebbe legarsi a un’azione difensiva più che offensiva. Ovvero, rafforzare le difese nelle aree ancora controllate piuttosto che lanciare nuovi attacchi.

Il 90% senza aggiornamento

Il problema, lo avevamo già sottolineato, è che la Russia sta pescando fra i suoi riservisti (ma non solo) senza, contemporaneamente, garantire addestramento, approvvigionamento ed equipaggiamento alle truppe.

In Ucraina, insomma, il ministero della Difesa sta mandando carne da cannone. Secondo un rapporto del 2019 del think tank americano RAND Corporation, fino al 90% dei riservisti russi – nella maggior parte dei casi ex soldati a contratto o ex coscritti – non aveva più ricevuto alcun aggiornamento rispetto al servizio iniziale. Ahia.

Secondo la narrazione di Vladimir Putin, tutti gli uomini arruolati a questo giro sarebbero prima stati addestrati e, in un secondo momento, inviati al fronte. Qualche passaggio, evidentemente, sembra stia saltando. C’è chi ha riferito di due settimane appena di formazione e chi, addirittura, ha parlato di pochi giorni o, come visto, nessun addestramento. Ahia.

Che cosa fanno gli americani

Secondo Ben Hodges, un ex comandante dell’esercito americano in Europa, è possibile che simili mancanze si traducano in migliaia e migliaia di vite perse. «È criminale inviare soldati non addestrati in combattimento, è un omicidio» ha detto Hodges al Moscow Times. «Dubito che questi uomini sopravviveranno molto a lungo».

Gli Stati Uniti, a tal proposito, necessitano di dieci settimane per equipaggiare e formare in maniera adeguata un soldato. Un altro mondo, verrebbe da dire, rispetto a quanto sta accadendo in Russia.

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