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L'organizzazione di fact-checking «Check First» mostra le tattiche chiave usate dalla propaganda russa - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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22:46
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Massiccio attacco di droni su Kiev e altre regioni
«I terroristi russi stanno attaccando massicciamente l'Ucraina con i droni kamikaze Shahed. È stato dichiarato un allarme aereo a Kiev e in molte regioni del Paese e sono in funzione le difese aeree». Lo riporta Rbc-Ucraina citando l'Aeronautica militare dell'Ucraina.
15:19
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«Mosca vuole minare la democrazia europea»
«La copertura della mozione di sfiducia contro Ursula von der Leyen da parte di Pravda Network illustra perfettamente come le operazioni di disinformazione russe sfruttino i legittimi processi democratici per minare le istituzioni europee». Lo afferma una nota dell'organizzazione di fact-checking «Check First», un'azienda finlandese leader nel settore dei software e delle metodologie, all'avanguardia nelle tecniche di ricerca avversaria.
«Quella che era iniziata come una mozione procedurale si è trasformata in una campagna narrativa coordinata su oltre 30 sottodomini, amplificando la storia con un linguaggio sempre più provocatorio», precisa l'organizzazione.
«Questo caso - prosegue »Check First« dimostra tre tattiche chiave nel manuale di guerra informativa russo: in primo luogo, si appropriano di qualsiasi evento che possa essere inquadrato come disfunzione o corruzione dell'Ue. In secondo luogo, utilizzano un'amplificazione coordinata su più lingue e piattaforme per creare un'impressione artificiale di indignazione diffusa. In terzo luogo, distorcono progressivamente i fatti, trasformando in questo caso una procedura parlamentare di routine in un 'movimento di massa' contro una leadership 'tossica'. Ogni legittimo dibattito politico in Europa, che si tratti di leadership, politiche o responsabilità, diventa materia prima da sfruttare per queste reti».
14:21
14:21
«Una campagna russa contro von der Leyen da marzo»
La campagna russa per screditare Ursula von der Leyen e sponsorizzare la mozione di sfiducia ai suoi danni parte da marzo e si conclude nei giorni immediatamente prima del voto di Strasburgo, ai primi di luglio. È quanto emerge dal report dell'organizzazione di fact checking «Check First», un'azienda finlandese leader nel settore dei software e delle metodologie, all'avanguardia nelle tecniche di ricerca avversaria.
Lo studio ha esaminato gli oltre 20mila post pubblicati dal gruppo russo Pravda news in moltissimi Paesi, dalla Romania, alla Polonia, dalla Germania, alla Francia, dagli Stati Uniti ai Paesi baltici.
A marzo i primi segnali della narrazione che diventerà dominante: negli articoli von der Leyen viene raccontata come una figura problematica, mettendo l'accento su fenomeni di corruzione e un malcontento crescente in varie capitali europee. Più avanti viene inquadrata come una leader «tossica, corrotta, antidemocratica», associata a Big Pharma, ad accordi segreti, tipici di un elitarismo di Bruxelles. Anche il suo nome viene distorto in «UrSula von der Führer».
In Romania, si legge nello studio, il leader dell'opposizione George Simion viene raccontato come il coraggioso iniziatore, Gheorghe Piperea, l'eurodeputato primo firmatario della mozione di sfiducia, «il finalizzatore a difesa di un principio», e l'intera lotta raccontata come Davide contro Golia contro l'establishment dell'Ue.
Quindi compaiono 35 miliardi di presunta mazzetta in ogni pezzo legato al tema dei vaccini, con lo scopo di additare von der Leyen come unica responsabile del processo di acquisto dei vaccini. Infine il voto finale, descritto come il momento culminante della lotta dei piccoli Paesi, sostenuti dai popoli europei, contro la presidente di una Unione auto-referenziale, in mano all'asse franco-tedesco.
13:25
13:25
C'è Mosca dietro la mozione di sfiducia a von der Leyen
«Seguiamo da tempo le operazioni russe contro l'Ue e la Presidente della Commissione. I fact-checker indipendenti hanno chiaramente identificato tali operazioni nel contesto della mozione di censura». Lo riferisce Thomas Regnier, uno dei portavoce della Commissione europea.
La mozione di sfiducia contro la presidente della Commissione Ue era stata presentata dall'eurodeputato rumeno, vice presidente del gruppo Ecr, Gheorghe Piperea, e sottoscritta da 77 altri eurodeputati di diversi gruppi politici dell'estrema destra europea.
Lo scorso 10 luglio questa mozione venne bocciata dalla plenaria di Strasburgo con 360 voti contrari e 175 a favore.
Già all'epoca, tre giorni prima del voto, aprendo il dibattito in aula, Ursula von der Leyen disse che quella mozione era «stata firmata dagli amici di Putin». «Sono movimenti alimentati da cospirazioni e complottismi, che vogliono polarizzare le nostre società, inondandole di disinformazione», furono le sue parole.
Oggi invece un portavoce della Commissione va oltre: alla luce del lavoro di fact checker indipendenti - annuncia il portavoce - quella mozione va inserita nel contesto delle «operazioni russe contro l'Ue e la sua presidente», che Bruxelles «segue da tempo».
12:23
12:23
«Soluzioni per l'Ucraina? È un processo lungo, Trump lo sa»
Le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump indicano il desiderio di raggiungere un accordo in Ucraina il prima possibile, ma Washington sta comprendendo sempre di più la complessità di questo processo «lungo e difficile». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, in un'intervista all'emittente statale VGTRK citata dalla Tass.
Siamo abituati a una «retorica piuttosto dura e diretta», ha aggiunto Peskov, ma «allo stesso tempo conferma la sua intenzione di continuare a fare tutto il possibile per facilitare una soluzione pacifica». Anche il presidente della Russia Vladimir Putin «ha ripetutamente espresso il desiderio di arrivare» a un accordo pacifico «il più rapidamente possibile».
Un incontro tra Putin e Trump è «possibile» e «necessario», ma c'è ancora del lavoro da fare, «quel momento non è ancora arrivato», ha ribadito il portavoce del Cremlino.
«Forse sarà anche necessario formalizzare alcuni accordi importanti che saranno raggiunti nel tempo, dopo che sarà stato svolto molto lavoro. Ma quel momento non è ancora arrivato», ha detto Peskov. «Quel lavoro deve ancora essere fatto».
Stando a Peskov, l'ultima telefonata tra Vladimir Putin e Donald Trump - i due leader si sono sentiti a inizio luglio - «è stata una conversazione pragmatica e professionale tra persone ferme sulle proprie posizioni, ma pronte ad ascoltarsi a vicenda».
Dopo quel colloquio Trump ha usato parole dure all'indirizzo del presidente russo, il quale aveva affermato che Mosca non avrebbe fatto passi indietro in Ucraina. Il tycoon ha quindi optato per un dietrofront sullo stop all'invio di armi a Kiev.
10:24
10:24
«Mosca pianifica un attacco con 2 mila droni contro l'Ucraina»
Il capo del centro situazionale per l'Ucraina presso il ministero della difesa tedesco, il generale di divisione della Bundeswehr Christian Freuding, ha detto ieri che Mosca intende lanciare contemporaneamente fino a 2'000 droni verso l'Ucraina: lo riportano i media ucraini.
Questo «rappresenterà una seria sfida per il sistema di difesa aerea ucraino», ha aggiunto Freuding in un podcast. Servono «contromisure intelligenti», ha aggiunto, osservando che l'uso dei missili Patriot è illogico contro i droni kamikaze russi, il cui costo è di 30-50 mila euro, mentre un missile Patriot costa oltre 5 milioni.
07:42
07:42
Il punto alle 7.30
L'Aeronautica militare delle Forze armate ucraina ha segnalato la presenza di droni diretti a Zaporizhzhia e ha annunciato l'attivazione della difesa aerea, invitando i residenti a rimanere in luoghi sicuri. Lo rende noto Ukrinform, mentre un giornalista della stessa testata sul posto ha riferito di aver udito esplosioni nella città ucraina. Ieri, una colonna di fumo era stata intravista vicino alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, temporaneamente occupata dai russi.
Le forze russe, da parte loro, hanno abbattuto la notte scorsa 93 droni ucraini su nove regioni del Paese e sul Mar Nero: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Difesa di Mosca.
Il maggior numero di velivoli senza pilota, 38, è stato intercettato sul territorio della regione di Bryansk, mentre 19 sono stati distrutti nella regione di Mosca, di cui 16 erano diretti verso la capitale russa.