Cercò di rubare un'opera di Banksy: «Volevo venderla per aiutare l'Ucraina»

Rischia una punizione esemplare l’autore del tentato furto di una delle opere realizzate da Banksy in Ucraina. «Era a conoscenza del valore dell'opera e intendeva venderla e usare quanto guadagnato. Ha cercato l'aiuto di persone non al corrente delle sue intenzioni a cui aveva garantito di avere i permessi necessari per smantellare il murale», ha affermato il procuratore generale. Ora l'uomo, un'attivista per l'ambiente di nome Serhiy Dovhyi, potrebbe essere condannato fino a 12 anni di carcere. Ma riavvolgiamo il nastro: lo scorso novembre, l'artista di strada britannico Banksy, dopo una valanga di supposizioni e scetticismo, aveva confermato di aver dipinto sette murales in diverse città del Paese invaso dalle truppe di Putin, persino in luoghi devastati dai bombardamenti, come il villaggio di Borodyanka e la città di Irpin. Un gruppo di ladri, il 2 dicembre, era balzato agli onori delle cronache per aver cercato di rimuovere una parte di muro di un edificio bombardato a Gostomel, su cui lo street artist aveva lasciato il suo inconfondibile tratto: una donna in vestaglia, con i bigodini in testa, una maschera antigas e un estintore in mano.
Staccata dal muro e trasportata su un'asse di legno
Il governatore della regione Oleksiy Kuleba, commentando il tentato furto, aveva dichiarato: «Queste immagini sono simboli della nostra lotta contro il nemico, sono storie sul sostegno e la solidarietà dell'intero mondo civilizzato all'Ucraina. Faremo di tutto per preservare queste opere di street art come simbolo della nostra vittoria». Le persone coinvolte erano state prontamente arrestate dalla polizia, e l'uomo accusato di aver organizzato la rimozione del prezioso graffito, il 32.enne Serhiy Dovhyi, oggi rischia una condanna a 12 anni di prigione per furto sotto legge marziale. Gli autori del colpo, un gruppo di persone provenienti da Kiev e Cherkasy, dopo aver staccato la porzione di muro, avevano cercato di trasportare l’opera di Banksy su un'asse di legno, ma erano stati notati da alcuni cittadini. Il caso era inizialmente stato classificato come «distruzione intenzionale o danneggiamento di proprietà», ma dopo le valutazioni degli esperti, l’opera di Banksy è stata stimata intorno ai 245 mila dollari (9 milioni di grivnia) e le accuse si sono fatte decisamente più pesanti.

«L'ho fatto per l'Ucraina»
Sergey Dovgiy, riporta il sito di informazione Meduza, ha fatto sapere di aver agito per salvare il murale dalla demolizione dell’edificio, per poi venderlo all'asta e usare il ricavato per sostenere l'esercito ucraino impegnato a difendere il Paese dagli attacchi russi. «Avrei scritto a Sotheby's, perché lì vendono le opere di Banksy da molti anni», ha dichiarato l’attivista, aggiungendo: «Se avessero chiesto: "Chi sei?", allora avrei scritto a una casa d’aste meno famosa». L’uomo ha ammesso di aver chiesto consigli su come rimuovere il graffito a uno scultore di Cherkasy, che non sapeva nulla del tentativo di furto. Dovgiy ha inoltre raccontato di aver pianificato di voler realizzare un documentario sulla vicenda, chiedendo scusa allo stesso Banksy all’interno del film: «Se non ci fosse stata la guerra, non avrei mai fatto niente del genere. Perché ho 32 anni e non ho mai fatto niente del genere prima», ha spiegato l'uomo.
Il murale di Banksy è stato dichiarato patrimonio culturale di Gostomel dall'Amministrazione comunale e sarà incorporato nel muro dell'edificio che sostituirà quello demolito. Dovgiy intende dichiararsi non colpevole: ha fatto sapere di aver agito in buona fede per salvare l'opera, in quanto aveva «informazioni affidabili al 100% che la demolizione dell'edificio sarebbe iniziata a dicembre». Per realizzare i suoi lavori in Ucraina, Banksy si sarebbe mosso a bordo di un’ambulanza grazie alla collaborazione con Legacy of War Foundation, una organizzazione internazionale impegnata ad aiutare le popolazioni colpite dalla guerra.