Il caso

Che cosa dice l'Islam sul consumo di alcol?

Il divieto imposto negli stadi di Qatar 2022 ha risollevato la questione, anche se a dipendenza del Paese cambiano leggi e abitudini
© AP
Marcello Pelizzari
21.11.2022 11:45

Le coordinate sono chiare. Per chi si fosse perso l’ultima puntata, a due giorni dal calcio d’inizio di Qatar-Ecuador – gara inaugurale del Mondiale più discusso e chiacchierato di sempre – il Paese ospitante ha vietato la vendita di birra negli stadi. Scatenando le ire dei tifosi occidentali e, di riflesso, costringendo il presidente della FIFA Gianni Infantino a un incredibile esercizio di equilibrismo.

In fondo, per quanto repentina l’inversione a U del governo qatariota non fa una grinza: da tempo, infatti, i funzionari di Doha ribadivano da un lato l’apertura verso i visitatori provenienti da ogni parte del mondo e, dall’altro, la necessità – per tutti – di rispettare cultura e tradizioni del Qatar. Il consumo di alcol, di per sé inammissibile secondo i dettami islamici, ha rappresentato una sfida enorme.

Il Corano

Haram. Proibito. Secondo l’Islam, bere alcolici è vietato. Studiosi e autorità religiose musulmane, a tal proposito, citano un particolare versetto del Corano, il testo sacro dell’Islam: «O voi che credete, in verità il vino, il gioco d’azzardo, le pietre idolatriche, le frecce divinatorie, sono immonde opere di Satana. Evitatele, affinché possiate prosperare».

Oltre a ciò, alcuni musulmani si interrogano su varie questioni collegate all’alcol e alla quotidianità: è giusto consumare cibi mescolati all’alcol? È considerato peccato lavorare in un ristorante che serve alcolici in un Paese occidentale? I profumi contenenti alcol vanno bene? Posso recarmi a un matrimonio occidentale in cui vengono servite bevande alcoliche? E via discorrendo.

Quel sondaggio del 2013

Fatte le dovute premesse, va sottolineato come non tutti i musulmani si astengano dal bere. Alcuni, ad esempio, bevono in privato. Altri (anche) in pubblico. Stando a un sondaggio del Pew Research Center citato dall’Associated Press, rivolto ai musulmani di tutto il mondo e pubblicato nel 2013, la maggior parte di loro ha affermato che bere alcolici è moralmente sbagliato. In undici dei trentasette Paesi in cui è stata rivolta la domanda, tuttavia, almeno un intervistato su dieci ha risposto che bere alcolici, al contrario, è moralmente accettabile. In alcuni Paesi, forti percentuali hanno pure ritenuto il consumo di alcol tutto fuorché un problema morale.

Così in Arabia Saudita

L’alcol, di suo, non è affatto assente nei Paesi musulmani. Le normative, però, variano da nazione a nazione e possono essere anche molto delicate o complesse. L’Arabia Saudita è senza dubbio il Paese più restrittivo: l’alcol, infatti, è del tutto vietato. Una semplice bevuta può essere punita con una multa, ma anche con la fustigazione o il carcere. Gli stranieri, invece, in genere vengono direttamente espulsi. Speculazioni in merito a un possibile allentamento, complice l’apertura del regime verso alcune opzioni di intrattenimento, si rincorrono da anni. Intanto, in molti sono finiti nei guai per operazioni di contrabbando o, peggio, per aver prodotto artigianalmente bevande alcoliche.  

È invece più rilassato il clima negli Emirati Arabi Uniti e, in particolare, a Dubai, destinazione che ama tanto lo sfarzo quanto i bar e le discoteche, luoghi frequentati da parecchi occidentali benestanti se non direttamente ricchi. La città, di suo, ha allargato e di molto la possibilità di vendere e possedere alcolici. L’autorità fiscale, che incassa parecchio su questo fronte, ringrazia.

Non è raro, anzi è comune, vedere consumare alcol in Giordania e in Egitto, Paese battutissimo dai turisti e caratterizzato dalla presenza di una minoranza cristiana. Paese che, però, considera moralmente sbagliato bere (il 79% degli intervistati, stando al sondaggio del Pew Research Center).

Anche il Brasile...

Il Qatar, con l’Arabia Saudita, condivide il wahabismo, una versione ultraconservatrice dell’Islam. A differenza del vicino, Doha non vieta del tutto l’alcol ma ne limita fortemente tanto l’acquisto quanto il consumo. A livello di alberghi, per contro, la situazione è più o meno simile ai Paesi occidentali (con prezzi decisamente maggiorati). In occasione dei Mondiali, stando alle prime indiscrezioni la birra sarebbe stata a disposizione dei tifosi (anche) negli stadi. E invece, venerdì è arrivato l’annuncio che tanto ha fatto arrabbiare: negli stadi, in Qatar, c’è e ci sarà soltanto birra analcolica ad eccezione delle lussuosissime aree ospitalità dove champagne, vino, whisky e altri alcolici possono essere consumati senza problemi.

Anche i Paesi occidentali, rimanendo in tema Mondiali di calcio, si sono a lungo interrogati sull’opportunità o meno di consentire la vendita di alcolici durante le partite. Il Brasile, nel 2014, ha dovuto modificare in corsa le sue leggi per consentire la vendita di alcolici negli stadi, sebbene culturalmente il bere non sia mai stato un problema. A suo tempo, Brasilia aveva vietato l’alcol nella speranza di frenare la violenza dei tifosi.

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