L'adesione

Che cosa significa per la Finlandia l'ingresso nella NATO?

Dall'effetto deterrente dell'articolo 5 alla possibilità di difendere meglio Paesi come la l'Estonia, la Lettonia e la Lituania: proviamo a fare chiarezza
© Lehtikuva
Marcello Pelizzari
04.04.2023 17:30

È ufficiale. La Finlandia è un nuovo membro della NATO. E così, il Paese nordico diviene il trentunesimo membro dell’Alleanza. L’ultimo ostacolo all’adesione, se così vogliamo chiamarlo, era legato al sì della Turchia. Ma quale influenza avrà questa mossa sullo sviluppo della guerra in Ucraina? Proviamo a fare chiarezza.

Il confine

Per gli altri paesi della NATO, l’adesione della Finlandia è una logica conseguenza. E questo perché, ricordiamo, Helsinki condivide chilometri e chilometri di frontiera con la Russia. Il timore, fra i cittadini finlandesi, è insomma elevato. Da mesi. La domanda, dunque, è una soltanto. Da tempo: come difendersi al meglio? Entrando nella NATO, già. Se Mosca dovesse attaccare il Paese nordico, infatti, l’attacco sarebbe considerato come un attacco all’Alleanza. Merito dell'articolo 5 del trattato fondativo, dal forte effetto deterrente, di cui riportiamo la parte più significativa.

Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti.

A proposito di confine, l’adesione finlandese «allunga» di 1.340 i chilometri di frontiera diretta NATO-Russia. 

L’Alleanza, grazie alla Finlandia, diventerà più grande e più forte. Secondo Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, le forze militari finlandesi sono ben equipaggiate e allenate. Non solo, l’ingresso di Helsinki avrà effetti positivi anche su nazioni baltiche come Estonia, Lituania e Lettonia, che a loro volta potrebbero essere meglio difese in caso di attacco russo.

Lo stesso governo finlandese, nell'esporre le sue ragioni ai cittadini, ha motivato così la necessità di fondersi con l'Alleanza: «L’effetto più importante dell’ingresso della Finlandia nella NATO è che la Finlandia diventerebbe parte della difesa collettiva della NATO e sarebbe coperta dalle garanzie di sicurezza descritte dall’Articolo 5 del Trattato Nord Atlantico. La difesa della Finlandia avrebbe un effetto deterrente che sarebbe notevolmente maggiore di quello attuale, perché basato sulle capacità militari di tutta l’Alleanza».

La spesa militare

Secondo l’IISS, l’International Institute for Strategic Studies, la Finlandia fa già parte dei Paesi militarmente virtuosi. Ovvero, di coloro che investono ogni anno il 2% del PIL nella difesa. Un valore chiave, per la NATO, che altre nazioni al momento non soddisfano. Una su tutte: la Germania.

Di più, l’IISS afferma che le forze armate finlandesi contano 19 mila fra uomini e donne, cui bisogna aggiungere 238 mila riservisti. La Finlandia dispone inoltre di un centinaio di carri armati Leopard 2A6.

E la Russia?

L’adesione della Finlandia, va da sé, è un chiaro (e forte) segnale lanciato al presidente russo Vladimir Putin. Quest’ultimo, giova ricordarlo, aveva invaso l’Ucraina con il chiaro obiettivo di ridurre la presenza della NATO in Europa e, di riflesso, impedire quella che agli occhi del Cremlino era ed è un’espansione. Ora, con l’adesione di Helsinki, Putin ha ottenuto l’effetto contrario.

Al contempo, la NATO ha sottolineato che l’ingresso della Finlandia non va letto e interpretato come una minaccia diretta alla Russia. L’Alleanza ha pure rifiutato la narrazione secondo cui intende accerchiare la Russia. Detto dei 1.340 chilometri di confine che si aggiungono grazie a Helsinki, dei 20 mila e oltre chilometri di frontiere terrestri della Russia solo 1.215 erano condivisi con un Paese membro NATO.

Vladimir Putin, detto questo, ha sempre visto come un problema l’espansione della NATO o, se preferite, l’aggiunta di nuovi membri. Il ministero degli Esteri russi, in questi mesi, non a caso ha spesso avvertito che un’eventuale adesione di Helsinki avrebbe guastato, in maniera netta, i rapporti russo-finlandesi. In maggio, il ministero aveva diffuso un comunicato piuttosto secco: «La Russia sarà obbligata a rispondere in maniera appropriata, sul piano militare e tecnico, per tenere conto dei pericoli legati alla sua sicurezza nazionale».

Ma vi sarà una reazione militare?

Ribadito che i russi hanno alzato i toni sin dalle prime avvisaglie di adesione della Finlandia, la NATO ritiene improbabile che vi sia un’escalation e, addirittura, una reazione militare di Mosca. E questo perché, da un lato, le forze armate russe sono impegnate (e impantanate) nella guerra in Ucraina e, dall’altro, se così fosse Putin si troverebbe non uno ma 31 Paesi NATO contro.

L’Alleanza, per contro, ritiene verosimile che la Russia possa perpetrare attacchi informatici alle infrastrutture sensibili finlandesi, nel tentativo di destabilizzare il Paese e spaventare i cittadini. O, ancora, che possa aumentare le sue attività nei cieli con i caccia.

L’equilibrio

Per decenni, come noto, la Finlandia ha tentato di mantenere un rapporto di buon vicinato con la Russia. Allo stesso tempo, ha stabilito e stretto rapporti con l’Europa. Di qui l’ingresso nell’Unione Europea, nel 1995. Fino a oggi, Helsinki aveva sempre collaborato con la NATO senza tuttavia tagliare del tutto i ponti con Mosca.

La guerra in Ucraina ha spezzato il delicato equilibrio Est-Ovest e spinto la Finlandia verso Occidente in via, ritengono gli esperti, definitiva. La domanda di adesione alla NATO, avanzata assieme alla Svezia, risale al maggio 2022. Se il legame all’Europa, tramite l’Unione, era saldo da tempo, con l’ingresso nell’Alleanza Helsinki ha pure avvicinato a sé gli Stati Uniti.

D’accordo, ma la Svezia?

Resta da capire che ne sarà della domanda svedese. Stoccolma voleva entrare nell’Alleanza assieme a Helsinki. Ma la Turchia ha messo i bastoni fra le ruote sin dal principio, per tacere dell’Ungheria che, ad oggi, non ha ancora ratificato la domanda di adesione della Svezia.

Ankara, nello specifico, contesta all’Alleanza un impegno insufficiente contro le «organizzazioni terroriste», Budapest si è arrabbiata per alcune dichiarazioni svedesi sulle derive antidemocratiche in Ungheria. Se e quando i due Paesi apriranno le porte della NATO alla Svezia, beh, è difficile a dirsi. L’ingresso nella NATO è possibile solo previo consenso unanime di tutti i membri.

Ieri, lunedì, Stoltenberg si è detto sicuro che, presto o tardi, anche Stoccolma integrerà l’Alleanza. In ogni caso, ha ribadito il segretario generale, la Svezia non è sola e può già contare sul sostegno della NATO in caso di minacce o attacchi.  

In questo articolo: