Il caso

Che cos'è questa storia delle «mummie aliene» in Messico?

I due cadaveri sono stati presentati da Jaime Maussan, noto per le sue teorie pseudoscientifiche e falsificazioni, al Congresso messicano – I dubbi sono molti, tuttavia, e le critiche sono arrivate subito
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Red. Online
14.09.2023 11:45

Mettiamola così: la presentazione di due «mummie aliene», come sono stati ribattezzati gli esseri «non umani» presentati al parlamento messicano, non ha generato l'eco mediatica che Jaime Mussan, giornalista e ricercatore, sperava di ottenere. Anzi, la scoperta – se così vogliamo chiamarla – ha generato anche parecchie prese in giro. Riavvolgiamo il nastro, comunque. Ieri, mercoledì 13 settembre, il Congresso messicano si è chinato per la prima volta sulla questione della possibile vita extraterrestre. E Maussan ha portato in aula, a mo' di prove, due presunti cadaveri dal colore grigiastro, la cui forma del corpo ricorda quella umana. Lo stesso Maussan sostiene di avere ritrovato i due corpi nel 2017, in Perù. Quindi, ha detto: «Siamo di fronte a una chiara dimostrazione del fatto che abbiamo a che fare con esemplari non umani, non imparentati con nessuna altra specie del nostro mondo e che qualsiasi istituzione scientifica può verificarlo». La notizia è stata accolta con molta freddezza, invero. Anche perché non tutti i pezzi del puzzle presentato dal ricercatore combaciano. Vediamo perché.

Che cosa dicono gli esperti

Durante l'audizione al Congresso, innanzitutto, Maussan ha citato un'analisi della datazione al carbonio condotta dall’Università Nazionale Autonoma del Messico. Secondo cui «questi esseri hanno circa 1.000 anni». L'istituto, tuttavia, ha subito precisato: «In nessun caso facciamo conclusioni sull’origine di questi campioni. L’università non è responsabile di alcun uso successivo, interpretazione o rappresentazione errata dei risultati che rilascia». Tradotto, l'età delle due mummie è confermata. Ma le interpretazioni circa la loro natura non umana o addirittura extraterrestre sono una conclusione di Maussan e non dell'Università. Conclusioni che, ha fatto intendere l'istituto, mancano di «totale validità».

Antígona Segura, una delle più note astrobiologhe messicane, come riferisce il Post.it ha dichiarato che le teorie di Maussan non sono sostenute da alcuna prova scientifica. Non solo, tutto l’evento è stato, a suo dire, vergognoso.

Oltre al giornalista, davanti ai deputati messicani ha testimoniato pure Ryan Graves, un ex pilota della Marina statunitense «famoso» per aver raccontato anche al Congresso degli Stati Uniti di aver visto fenomeni aerei non identificati durante i suoi voli. Lo stesso Graves, tuttavia, ha scritto su Twitter di essere rimasto «profondamente deluso da questa trovata infondata». Ovvero, dalle conclusioni cui è giunto Maussan.

José de Jesús Zalce Benítez, esperto forense dell’Istituto scientifico per la Salute della Marina messicana, dal canto suo si è limitato a dire che questi esseri non hanno alcuna relazione con gli umani. E che, al momento, sono in corso analisi del DNA, radiografie e ricostruzioni in 3D.

Il curriculum di Jaime Maussan

Ad alimentare i dubbi, se vogliamo, è lo stesso Maussan. O, meglio, il suo curriculum. Come ricorda Snopes, sito statunitense di fact-checking citato da Open, il ricercatore alle spalle ha una lunga storia di diffusione di teorie pseudoscientifiche e falsificazioni varie. Nel 2015, ad esempio, il giornalista messicano (nel frattempo proclamatosi anche ufologo) svelò l'esistenza di un'altra mummia, spiegando che si trattava del corpo di un alieno. Pochi giorni dopo, si scoprì invece che quei resti appartenevano a un bambino di due anni. Non finisce qui: i presunti ritrovamenti di Maussan vengono pubblicati su Gaia.com, un sito noto per la diffusione di teorie complottiste e, appunto, pseudoscientifiche. A proposito di alieni, c'è tutto il campionario che si può vedere nelle puntate di X Files: rapimenti, avvistamenti di UFO, cerchi nel grano.

A convincere Maussan della natura non umana dei due cadaveri, a questo giro, il fatto che i corpi avessero solo tre dita e non cinque. Ma, anche qui, c'è un precedente famoso. Un video del 2017 in cui il citato Gaia.com parlava della scoperta di sei mummie, ognuna con tre dita delle mani e dei piedi. Video presto smontato e bollato come un falso. Se è vero che è ancora presto per determinare che anche le due mummie presentate ieri siano l'ennesima trovata del giornalista e ricercatore messicano, è altrettanto vero che esistono buoni motivi, quantomeno, per dubitare di quanto affermato al Congresso. Sì, quei cadaveri puzzano di falso.