Il punto

Chervinsky e il coinvolgimento di Kiev nell'attacco al Nord Stream: che cosa sappiamo

Dopo mesi e mesi di ipotesi, secondo un'indagine del Washington Post, a sabotare il gasdotto nel Mar Baltico nel settembre del 2022 fu un'operazione dell'Ucraina, coordinata da un alto ufficiale
© Danish Defence Command via AP
Red. Online
12.11.2023 17:00

Sull'attacco del Nord Stream si è detto e si è scritto tanto. Così come tante sono state le ipotesi che, in poco più di un anno, hanno cercato di far luce sul mistero del sabotaggio. Mistero che ora è stato, finalmente, svelato. Il colpevole dell'attacco al gasdotto ha un nome e un volto: Roman Chervinsky. A rivelarlo, ieri, è stata un'indagine condotta dal Washington Post. L'uomo, un alto ufficiale militare ucraino con profondi legami con i servizi di intelligence del Paese, avrebbe avuto un ruolo cruciale nel bombardamento del Nord Stream, secondo quanto hanno dichiarato, a loro volta, diversi funzionari ucraini e persone informate sui dettagli dell'operazione segreta. Ma vediamo, nello specifico, come e perché avrebbe agito. 

Chervinsky coordinatore delle operazioni

Dall'inizio della guerra, Roman Chervinsky, colonnello pluridecorato, ha prestato servizio in un'unita delle forze operative speciali ucraine e si è concentrato sulle attività di resistenza nelle aree del Paese occupate dalla Russia. Questo è, quantomeno, quanto riferito in forma anonima da persone vicine all'uomo. In altre parole, sarebbe stata proprio la carica di alto ufficiale delle forze speciali a incastrarlo come colpevole dell'attacco. Il suo profilo sarebbe stato infatti giudicato come idoneo a quello del presunto sabotatore. O, per meglio dire, del presunto «coordinatore delle operazioni». 

Nello specifico, secondo quanto emerge dalle indagini, il colonnello, 48.enne, avrebbe gestito la logistica e il supporto di un team di circa sei persone, senza manomettere personalmente il gasdotto. Il gruppo, come emerso già nel corso di indagini precedenti, avrebbe affittato una barca a vela sotto falsa identità e noleggiato attrezzature per le immersioni, proprio per riuscire a piazzare l'esplosivo in profondità, sui gasdotti. Riuscendo nell'intento: riavvolgendo il nastro, infatti, nell'attacco del 26 settembre tre esplosioni avevano causato gravi perdite nei gasdotti del Nord Stream 1 e 2, lasciando intatto solo uno dei quattro collegamenti. E mettendo severamente in pericolo l'Europa, che si avvicinava all'inverno. 

Tuttavia, è abbastanza certo che Chervinsky non abbia agito da solo. Tanto meno avrebbe pianificato l'operazione di testa sua. Il 48.enne avrebbe infatti preso ordini da ufficiali ucraini più anziani, e dal generale Valery Zaluzhny, l'ufficiale militare di grado più elevato dell'Ucraina. 

Tramite il suo avvocato, Chervinsky ha negato, come prevedibile, qualsiasi coinvolgimento nel sabotaggio. «Tutte le speculazioni sulla mia partecipazione nell'attacco al Nord Stream sono state diffuse dalla propaganda russa senza alcun fondamento», ha dichiarato l'ufficiale al Washington Post e a Der Spiegel. Nella faccenda, neanche a dirlo, Mosca e Kiev avevano ripetutamente puntato il dito l'una contro l'altra, accusandosi a vicenda come colpevoli del sabotaggio. Tuttavia, già da tempo, alcune indiscrezioni degli USA avevano dirottato l'attenzione proprio sull'Ucraina, in particolare sul coinvolgimento di un gruppo filo-ucraino. Nonostante la Casa Bianca continuasse a trattare la questione con cautela, per paura di veder crollare il sostegno dei partner occidentali. 

E ora?

Da una parte, adesso, Chervinsky nega il suo coinvolgimento nel sabotaggio. Dall'altra, invece, il portavoce del governo ucraino tace. Non esprimendosi sulla notizia, divulgata nelle scorse ore, e non rispondendo alle domande inoltrate dal Washington Post, nell'ambito dell'inchiesta. Nel mentre, però, da aprile il presunto colpevole è detenuto in un carcere di Kiev, con l'accusa di aver abusato del suo potere. I fatti risalgono al luglio del 2022, periodo in cui Chervinsky, senza alcuna autorizzazione, aveva fornito le coordinate di un campo d'aviazione ucraino a un pilota russo che aveva cercato di convincere a collaborare con Kiev. Salvo poi provocare, al contrario, un attacco missilistico, in cui era morto un soldato e altri 17 erano rimasti feriti. 

E Zelensky? Il presidente ucraino, che ha più volte negato in ogni modo il coinvolgimento di Kiev nella vicenda, non ne sapeva nulla per davvero. O almeno, così traspare da un rapporto dell'intelligence ottenuto dalla CIA. Stando a questo documento, l'operazione sarebbe stata progettata all'oscuro del presidente. Tutte le persone coinvolte avrebbero dovuto riferire unicamente al capo della difesa Zaluzhny, senza coinvolgere in alcun modo il governo. 

Al momento, quindi, tutto tace. O almeno, così sembra. Da Zelensky a Biden, per ora, nessuno si è ancora espresso sui risultati dell'indagine del Washington Post

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