India

Chi ha spento i motori del Boeing di Air India

Dalle analisi della scatola nera, emerge un possibile errore del primo ufficiale Clive Kundar
Red. Online
13.07.2025 09:00

Un errore umano. O comunque un gesto compiuto da chi, in quel momento, si trovava al posto di comando. Non ci sarebbe un guasto dietro il disastro del Boeing 787 della Dreamliner Air India precipitato il 12 giugno subito dopo il decollo dall'aeroporto di Ahmedabad. Secondo i risultati preliminari dell'inchiesta, pubblicati in esclusiva dal Wall Street Journal, gli interruttori che controllano il flusso di carburante ai due motori dell'aereo erano stati spenti.

Ieri l’Agenzia per le indagini sugli incidenti aerei indiana ha pubblicato un rapporto preliminare sull'incidente, e l'analisi della scatola nera dell'aereo sembra escludere definitivamente la pista del guasto. Il verdetto tecnico è quello di una manomissione degli interruttori che regolano l'accensione-spegnimento dei motori.

Gli investigatori stanno concentrando le loro analisi sulle azioni compiute dai piloti, che possono manovrare gli interruttori per avviare i motori del jet, spegnerli o comunque gestirli in determinate situazioni di emergenza. 

Il rapporto dell'Aircraft Accident Investigation Bureau, va detto, non ha fornito conclusioni né ha attribuito alcuna responsabilità del disastro. Dalle registrazioni audio provenienti dalla cabina di pilotaggio, però, emerge una conversazione rivelatrice tra il comandante Sumeet Sabharval e il primo ufficiale Clive Kunder. Il primo ha chiesto all'altro perché avesse interrotto il flusso di carburante, ma il secondo ha risposto di non averlo fatto.

Non sembra ci fossero altre persone nella cabina di pilotaggio al momento del decollo: non è stato specificato quali dichiarazioni siano state fatte dal capitano del volo e quali dal primo ufficiale, né quale pilota abbia trasmesso il segnale di "Mayday, Mayday, Mayday" appena prima dello schianto. Ma il rapporto precisa che il comandante Sabharval era occupato in quel momento in un'attività di osservazione: ossia, non manovrava direttamente i comandi del velivolo. Era invece Clive Kunder a trovarsi seduto al posto di comando. 

Il rapporto inoltre non spiega come l'interruttore abbia potuto scattare nella posizione di stop (cut-off). Ma alcuni esperti sentiti dalla BBC hanno spiegato che un pilota non potrebbe spostare "accidentalmente" gli interruttori del carburante che alimentano i motori del Boeing. Un urto involontario non basta a muoverli. Resta la spiegazione dell'errore involontario, oppure del gesto volontario. 

Il comandante Sumeet Sabharwal aveva 56 anni e 15.638 ore di volo di esperienza, ed era anche un istruttore per Air India. Il primo ufficiale Clive Kunder aveva invece 32 anni e 3.403 ore di volo alle spalle. Sulla stampa indiana è stato descritto come «molto efficiente e dedito al lavoro» ed era a poche centinaia di ore dalle qualificazioni per diventare un capitano a tutti gli effetti.

Dopo l'interruzione di carburante, i due piloti hanno riattivato il flusso, ma era troppo tardi. Solo un motore ha ricominciato a produrre spinta - ha ricostruito il rapporto dell'agenzia - mentre l’altro per qualche motivo non si è riacceso nei pochi secondi in cui l’aereo ha continuato a rimanere in aria. Poco dopo i piloti hanno lanciato il segnale di mayday per chiedere aiuto. L’assenza di spinta ha causato la rapida discesa del jet, che si è poi schiantato a terra. Causando la morte di 242 persone, sulle 241 che si trovavano a bordo.