Regno Unito

Cina, Russia e Iran dietro alla disinformazione su Kate?

È quanto hanno affermato al Telegraph alcune fonti governative britanniche – Già in passato la famiglia reale è stata vittima di fake news e discorsi d'odio
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Red. Online
25.03.2024 13:30

Che cosa c'è dietro alle teorie cospirative attorno alla salute di Kate Middleton? Riformuliamo: chi c'è? Cina, Russia e Iran, secondo fonti governative britanniche. Ovvero, Paesi ostili che – alimentando questo filone disinformativo – starebbero cercando di destabilizzare la nazione. Venerdì, dopo l'annuncio shock della principessa del Galles, il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak ha condannato i troll che, a ondate, l'hanno presa di mira nelle ultime settimane. Tuttavia, il suo intervento non ha frenato i commenti negativi sui social. Criticata, fra le altre cose, per non aver rivelato prima la sua diagnosi. Ora, appunto, sarebbero emersi legami fra alcuni commenti e l'attività, frenetica, dei Paesi citati. Così una fonte al Telegraph: «Parte del modus operandi degli Stati ostili è quello di destabilizzare le cose, che si tratti di minare la legittimità delle nostre elezioni o di altre istituzioni».

Imran Ahmed, il direttore generale del Center for Countering Digital Hate, un'organizzazione no-profit britannica che lavora per fermare la diffusione dell'incitamento all'odio e della disinformazione online, ha spiegato che questi attacchi via social hanno «danneggiato» la famiglia reale. «Quando c'è una giovane donna, la principessa del Galles, che ha avuto un'emergenza medica, le persone si riversano in teorie cospirative, le amplificano sui social media e le diffondono a milioni e milioni di persone» ha dichiarato l'esperto a Sunday With Laura Kuenssberg della BBC. «Ciò che mi ha veramente infastidito, credo, è stato vedere che poi Kate è stata ri-vittimizzata, incolpata di non aver fatto coming out immediatamente. Penso che sia la disumanità del modo in cui i social media ci hanno fatto comportare, costringendo le persone a parlare di cose che possono essere profondamente personali».

Fonti di Palazzo hanno affermato che le attuali sfide che la famiglia reale deve affrontare, con il re e la principessa assenti dalle scene poiché alle prese con le cure, sono non sono un «cambiamento sismico». Aggiungendo che il re era «molto positivo» e stava «costruendo» un ritorno al lavoro pubblico in estate, salute permettendo. Domenica mattina, per contro, le chiese di tutta la Gran Bretagna hanno pregato per la principessa e la sua famiglia, chiedendo a Dio di concedere loro «fede, speranza e conoscenza del tuo amore».

Jeremy Hunt, il cancelliere, ha detto che sentire la Principessa parlare della sua diagnosi di cancro lo ha toccato nel vivo, perché gli ha ricordato l'esperienza del suo defunto fratello. Il cancelliere si è detto «commosso» per l'annuncio della principessa di venerdì e in particolare per l'esperienza da lei vissuta nello spiegare la diagnosi ai suoi tre figli piccoli. Nella sua dichiarazione di venerdì, la principessa ha detto che la notizia è stata un «enorme shock», aggiungendo: «William e io abbiamo fatto tutto il possibile per elaborare e gestire questa notizia in privato per il bene della nostra giovane famiglia». E ancora: «Speriamo che comprenderete che, come famiglia, abbiamo bisogno di un po' di tempo, spazio e privacy mentre completo il mio trattamento».

La speranza, hanno rivelato sempre le fonti di Palazzo consultate dal Telegraph, è che i giganti dei social media possano usare il polverone sollevatosi con Kate per stringere le maglie delle piattaforme. E per evitare che bugie diffamatori e teorie cospirative possano diffondersi velocissimamente senza il benché minimo controllo. In passato, per dire, erano state sollevate non poche preoccupazioni circa alcuni account di Twitter sospetti, nello specifico bot legati a cospirazionisti russi che cinguettavano «ossessivamente» sulla duchessa di Sussex, Meghan Markle. Un'analisi, a suo tempo, aveva individuato circa 1.000 account «altamente connessi» con oltre due milioni e mezzo di tweet su Meghan a cavallo fra il 2018 e il 2019, per un periodo di sei mesi. Tanto il principe di Galles, William, quanto il fratello Harry, il duca di Sussex, più volte hanno esortato Big Tech a fare di più per arginare la diffusione di disinformazione e discorsi d'odio. Anni fa, nel 2018, William era intervenuto pesantemente con accuse puntuali ai leader tecnologici mondiali, incapaci di proteggere i bambini dall'odio e «dalla bile dei social media». A detta del principe, le stesse piattaforme social sono sempre state restie nell'accettare il loro ruolo nella diffusione di discorsi di odio e fake news.

Un portavoce del governo britannico, concludendo, ha dichiarato: «Il governo ha un dialogo regolare e continuo con le società di social media per discutere una serie di questioni, tra cui la disinformazione. Stiamo anche lavorando in tutto il governo per assicurarci di essere pronti a rispondere alle minacce, anche attraverso la nostra task force per la difesa della democrazia. Quando sarà pienamente attuato, in base alla legge sulla sicurezza online, le piattaforme saranno tenute a rimuovere rapidamente la disinformazione illegale e la disinformazione non appena ne verranno a conoscenza».