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Cinque passaggi per verificare una notizia, parte 1: la fonte

Imbattersi in una notizia non è abbastanza per concedere la propria fiducia, ne parliamo su CdT Check
© La Repubblica
Facta.News
15.03.2022 15:20

Nel panorama dell’informazione di oggi, imbattersi in una notizia non è abbastanza per concedere la propria fiducia. Informarsi è diventato un processo: prima di stabilire se di una notizia è degna di fede bisogna porsi le domande giuste. First Draft, progetto nato nel 2015 e che si occupa di contrastare la cattiva informazione online, ha individuato cinque diversi passaggi indispensabili per la verifica di una notizia. 

Questi passaggi si occupano di individuare la provenienza (il contenuto è originale?), la fonte (chi è l’autore?), la data (quando è apparsa la notizia?), il luogo (dove è nata?) e la motivazione (perché si parla di un dato argomento?). Cercare una risposta a queste domande è utile qualsiasi sia il tema trattato o il formato, ma soprattutto nel mondo dei social network e dei mezzi di comunicazione non tradizionali. Rispondere però non sempre così semplice. 

Cominciamo dal primo punto e, settimana dopo settimana, affrontiamo insieme i diversi passaggi scoprendo in che cosa consistono e quali strumenti utilizzano quotidianamente fact-checker e debunker per non cadere in errore. Cominciamo dalla provenienza.

Quando un contenuto è l’originale?
Capire se il contenuto che si incontra è originale è fondamentale per inquadrare correttamente una notizia. Ma che cosa si intende con «contenuto originale»? Si tratta della sua prima versione, che solitamente è importante per capire al meglio il contesto in cui è inserita. 

Facciamo qualche esempio. Pensando ad un articolo pubblicato sul sito de Il Corriere del Ticino, la sua versione originale è quella consultabile sul sito del giornale e non quella ripresa (e magari riassunta lasciando fuori dettagli importanti o distorta) da altre testate o siti Internet. Pensando ad un’immagine, la sua versione originale è quella scattata dal suo autore, non l’utilizzo successivo che ne fanno gli utenti online. Se invece parliamo di un messaggio audio ricevuto via WhatsApp, l’originale è quello registrato e inviato dalla persona che sentiamo parlare e non le versioni inoltrate successivamente.

Perché è così importante? Come abbiamo già visto esaminando alcuni casi di disinformazione sul conflitto russo-ucraino, il contesto è fondamentale per destreggiarsi tra le notizie. Risalendo alla notizia o al contenuto originale è possibile capire dove e come è stato condiviso e ricostruire le intenzioni dell’autore. Sarà quindi più semplice capire se si tratta di un contenuto correttamente inserito nel suo contesto oppure estrapolato e utilizzato per altri fini.

Una nota importante: il contesto originale, di per sé, non conferisce alla notizia alcun grado di verità. Non è quindi corretto pensare che, solo perché siamo risaliti alla fonte originale di una notizia, allora quella notizia è vera. Anche le notizie false hanno un loro contesto originale, ma restano comunque errate.

Il caso del titolo distorto
Un anno fa l’Italia era alle prese con la somministrazione del vaccino anti-Covid Astrazeneca e i presunti effetti avversi collegati. Tra questi, hanno fatto parlare di sé (e preoccupato i cittadini) le trombosi.

Il 12 marzo 2021 su Facebook è stata pubblicata un'immagine che sembrava riportare un (goffo) refuso in un titolo di un noto quotidiano italiano. La testata avrebbe scritto: «AstraZeneca, casi di trombate dopo il vaccino: allarme in Italia e in Europa. Von der Leyen a Draghi: “Non ci sono nessi”». Il termine «trombate» sarebbe quindi stato erroneamente utilizzato al posto di «trombosi».

L’immagine, come mostra lo screen, sembrava proprio un articolo della testata. Ma era davvero così? Indaghiamo sulla provenienza del contenuto. 

La ricerca
Come primo passaggio, cerchiamo online l’articolo. Le opzioni che abbiamo sono due e spesso vale la pena provarle entrambe. 

Digitiamo su Google il titolo dell’articolo (o almeno una parte di esso) e chiediamo al motore di ricerca di cercare, genericamente, i risultati presenti online. Otterremo il risultato che riportiamo qui sotto.

Oltre all’articolo originale, la ricerca ci restituisce anche un articolo di debunking, ovvero di verifica delle informazioni. Ciò accade perché Google, in alcuni casi, indirizza i propri utenti verso eventuali articoli di verifica pubblicati sull’argomento cercato. La redazione di Facta ha verificato la notizia prima di questa nostra simulazione e quindi il motore di ricerca ci restituisce l’articolo tra i primi suggerimenti di lettura. 

L’altra opzione è chiedere a Google una ricerca più precisa: vogliamo che ci vengano mostrati solo i risultati presenti all’interno del sito della testata coinvolta. Per impostare questa ricerca utilizziamo la possibilità offerta da Google di ottenere solo risultati interni ad un dato sito (che, nel nostro caso, è www.repubblica.it) con un semplice procedimento spiegato qui. Ecco che cosa vedremo.

In entrambi i casi Google ci ha restituito dei risultati che ci forniscono un’informazione importante: in origine, la parola nel titolo era «trombosi», non «trombate». Dunque l’immagine pubblicata su Facebook non proviene da un articolo de la Repubblica, ma si tratta di una modifica successiva.

Come sappiamo che si tratta dello stesso articolo? Il resto del titolo e l’autore corrispondono all’immagine vista su Facebook e, a livello temporale, anche le due coincidono. Se apriamo l’articolo, scopriamo che anche l’immagine è la stessa.

Da dove proviene il titolo con il refuso?
Come ricostruito da Facta, l’immagine con il refuso è stata pubblicata su Twitter con un intento ironico, come dichiarato successivamente dal suo stesso autore che, vista la viralità del contenuto, si è trovato costretto a precisare che si trattava di un titolo falso. 

Dopo diversi passaggi di verifica, abbiamo quindi finalmente identificato la provenienza dell’immagine pubblicata su Facebook da cui siamo partiti: non arriva dal sito de la Repubblica e non si tratta di un errore di un giornalista. È un contenuto ironico pubblicato su Twitter.

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