Clamoroso alla Boeing: i documenti sul portellone esploso «non ci sono»

In una lettera indirizzata al Congresso statunitense, Boeing ha ammesso di non aver trovato i documenti relativi al lavoro svolto sulla porta di emergenza bloccata permanentemente. Quella, per intenderci, esplosa sul volo di Alaska Airlines AS 1282 decollato da Portland e diretto a Ontario lo scorso gennaio.
«Abbiamo cercato a fondo – ha scritto venerdì Ziad Ojakli, vicepresidente esecutivo di Boeing – ma non abbiamo trovato alcuna documentazione di questo tipo». L'azienda, si legge nella missiva, ipotizza che le registrazioni relative alla rimozione e alla reinstallazione del portellone in questione sulla linea di assemblaggio del 737 MAX 9 a Renton, nello Stato di Washington, non siano mai state prodotte. E questo nonostante la stessa Boeing le richiedesse.
La lettera, di cui per primo ha parlato il Seattle Times, fa seguito a una discussa e controversa audizione al Senato, mercoledì, in cui il National Transportation Safety Board ha accusato Boeing di non aver collaborato alle indagini in questi ultimi due mesi. Non indicando agli investigatori i nomi di chi, alla Boeing, lavora ai portelloni e, ancora, non fornendo la documentazione necessaria per il portellone esploso in volo. Documentazione che, come ammesso dalla stessa azienda, sembrerebbe addirittura non essere stata prodotta.