Europa

Contro il terrorismo islamico risposte integrate e più incisive

Dopo gli attacchi jihadisti in Francia e Austria rilanciato il dibattito sulle strategie di contrasto
Militari in assetto di guerra a Nizza.  ©AP/Christophe Ena
Andrea Colandrea
12.11.2020 21:32

La sanguinosa serie di attacchi terroristici di matrice islamica messi in atto in Francia e in Austria in piena emergenza pandemica tra il 16, il 29 ottobre e il 2 novembre scorsi, ha rilanciato il dibattito su come affrontare in modo più efficace il fenomeno nel suo insieme. Martedì all’Eliseo è stato il presidente francese Emmanuel Macron a rimarcare la necessità di elaborare strategie europee più aggiornate in collaborazione con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz - recatosi a Parigi - e gli altri leader europei, tra cui il capo del Governo tedesco Angela Merkel, il premier olandese Mark Rutte e i vertici dell’UE Ursula von der Leyen e Charles Michels, tutti collegati in videoconferenza.

Sinteticamente, dall’incontro, è emersa la necessità di una risposta europea «coordinata e rapida» alla minaccia terroristica, accompagnata da una «riforma dello spazio Schengen» e di un controllo più ottimale dei confini esterni. Il conservatore Kurz, dopo l’attacco di un commando armato nella capitale austriaca (un obiettivo non consueto) ha rimarcato l’intenzione di sottoporre al Parlamento del suo Paese la proposta di istituire «il reato di islam politico» e la «possibilità, in caso di necessità, di poter chiudere luoghi di culto».

Per risolvere il problema alla radice sono in discussione anche proposte più soft. Il Belgio pensa per esempio alla creazione di un istituto per formare gli imam in Europa. Se ne discuterà ancora e le polemiche non mancheranno.

Patto europeo

Se uno «european act» (patto europeo) contro il terrorismo trova d’accordo anche Angela Merkel («Non siamo contro l’Islam ma contro i terroristi islamici»), Macron ha rilevato che le proposte saranno discusse al Consiglio europeo il 10 dicembre con l’obiettivo di approvarle sotto la presidenza francese dell’UE nel 2022.

Le strategie

Il tema quest’oggi è stato discusso anche nella videoconferenza organizzata dalla Europe Israel Press Association (EIPA)_«Una seconda ondata terroristica? Europa nel mirino» moderata dal direttore dell’organismo Alex Benjamin. Yoram Schweizer, esperto israeliano di strategie antiterroristiche, ha rimarcato che se in Europa la COVID ha rallentato il passo dell’ISIS «Daesh non è stata sconfitta», ma è piuttosto «in una fase di profondo riassetto militare» e anche «Al Qaeda non molla la presa». Per affrontare al meglio il terrorismo - è chiaro a tutti - serve una strategia integrata, gli ha fatto eco l’analista francese Jean-Charles Brisand, anche perché «i terroristi si sono evoluti» e «per combatterli, oltre all’intelligence, occorre coinvolgere anche altri attori». Infine Hans-Jacob Schindler, esperto tedesco nella lotta all’estremismo, ha detto che sovente «le forze di sicurezza contro il terrorismo sono lasciate sole» e che il «monitoraggio elettronico nell’ambito di una strategia preventiva può essere determinante». Miglioramenti, infine, potranno essere raggiunti anche facendo luce sui flussi finanziari delle organizzazioni islamiche sospette.