Il caso

«Contro Nord Stream centinaia di chili di esplosivo»

In una lettera congiunta al Consiglio di sicurezza dell'ONU, Danimarca e Svezia esprimono preoccupazione per le conseguenze climatiche delle perdite di gas
© Swedish Coast Guard via AP
Ats
30.09.2022 12:57

In una lettera congiunta al Consiglio di sicurezza dell'ONU, Danimarca e Svezia affermano che le esplosioni che hanno causato le perdite di gas da Nord Stream 1 e 2 potrebbe essere dovuta alla detonazione «diverse centinaia di chili di esplosivo».

Nella lettera, i due Paesi esprimono preoccupazione per le possibili conseguenze delle perdite di gas per l'ambiente marino e il clima. Lo scrivono i media danesi e svedesi.

Preoccupazioni anche dalla Norvegia

Forte preoccupazione viene riferita dai media norvegesi in relazione al sospetto che cariche esplosive potrebbero già essere state piazzate sui gasdotti della Norvegia.

«Se i nostri tubi del gas venissero attaccati, per l'Europa sarebbe catastrofico perché consegnano metà del gas che serve al Vecchio continente», ha detto all'Aftenposten l'analista di guerra dell'Accademia navale Tor Ivar Str›mmen. Aggiungendo che «il governo è in ritardo nella protezione delle infrastrutture critiche».

«La Norvegia non può essere affatto sicura che i nostri gasdotti siano stati esenti da potenziali azioni di sabotaggio - afferma Str›mmen -; ci sono tutte le ragioni per credere che ci sia stata una mappatura consapevole e una preparazione delle azioni contro gli oleodotti norvegesi per anni, se non decenni».

L'analista militare sottolinea che per diversi anni nelle acque norvegesi sono state osservate navi con comportamenti insoliti: «E' ovvio che queste navi abbiano mappato dove vanno i gasdotti norvegesi e i cavi di comunicazione. Che qualcuno abbia usato un Rov (nave subacquea controllata a distanza) e abbia già piazzato cariche esplosive, lo vedo più probabile che improbabile», dichiara Str›mmen.

La nube di gas arriva fino in Gran Bretagna

Secondo una simulazione pubblicata oggi dall'istituto di ricerca norvegese Nilu, il metano rilasciato dalla falle del Nord Stream si è spostato con il vento su diverse regioni svedesi e norvegesi, raggiungendo persino il Regno Unito.

In base alle stesse stime, quasi 80.000 tonnellate di metano sono già fuoriuscite dai tubi danneggiati.