Epidemia

Coronavirus, restrizioni estese a tutta l’Italia

Il governo italiano del premier Conte ha deciso di estendere a tutto lo Stivale le misure già in vigore in Lombardia e in altre 14 province: divieto di assembramento, spostamenti solo per motivi di lavoro, necessità o salute, scuole chiuse fino al 3 aprile - Stop anche a tutte le manifestazioni sportive - Il Paese diventa un’unica «zona protetta»: «Non c’è più tempo»
EPA/ANGELO CARCONI
Red. Online
09.03.2020 21:13

«Non ci sarà più una zona rossa, ma sarà tutta l’Italia zona protetta». Con queste parole il premier Giuseppe Conte ha annunciato in serata «misure più stringenti», che tutti i cittadini devono rispettare, da nord a sud, per contrastare l’avanzata del coronavirus. Che ha fatto un nuovo balzo in avanti: i morti sono 463, altri 97 in sole 24 ore, i malati quasi 8.000, circa 1.600 in più.

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«Non abbiamo più tempo»

«Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile cambiare tutte le nostre abitudini», ha detto Conte. «Ma non abbiamo più tempo: c’è una crescita importante dei contagi e delle persone decedute. Quindi dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia e lo dobbiamo fare subito».

Il provvedimento «Io resto a casa» entrerà in vigore domani

Il provvedimento che il premier si accinge a varare e che entrerà in vigore da domani - con il «plauso» delle regioni, informato il Quirinale - «può essere chiamato - ha detto Conte - ‘io resto a casa’». Esso prevede, tra l’altro, un divieto di assembramento in tutta Italia; spostamenti possibili solo per motivi di lavoro, necessità o salute; lo stop delle scuole fino al 3 aprile e quello di tutte le manifestazioni sportive, campionato di calcio compreso.

Nessun problema per andare a fare la spesa

Tra i casi di necessità che consentono gli spostamenti c’è anche la spesa per generi alimentari. Lo precisano fonti di Palazzo Chigi, spiegando che dunque che la limitazione ai movimenti delle persone, estesa questa sera a tutto il territorio nazionale, non riguarda la necessità di uscire di casa per andare a fare la spesa.

Nuovo balzo dei contagi

Il bilancio dell’epidemia inesorabilmente si aggrava: a fronte di un numero complessivo di contagiati pari a 9172, le persone attualmente positive sono 7985, con un nuovo balzo di 1598 rispetto al giorno precedente, pari ad un +25%. Sono 733 quelli ricoverati in terapia intensiva per coronavirus, 83 in più rispetto a ieri (+12,7%). La Lombardia, la regione nettamente più colpita, registra in un giorno 66 morti e 41 ricoverati in più in terapia intensiva. Reparti questi ultimi già da giorni ai limiti nella regione, il che ha richiesto il trasferimento finora di 17 pazienti - quasi tutti affetti da altre patologie - nelle regioni vicine.

Migliora il «paziente uno» di Codogno

Il bilancio conta poi 724 guariti, ben 102 in più di ieri (+16,4%). Un segnale di incoraggiamento viene dal paziente uno, il manager di 38 anni di Codogno ricoverato a Pavia, trasferito dalla terapia intensiva a quella sub intensiva. Non è più intubato e respira autonomamente, ha riferito l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera. La moglie del giovane, incinta di 8 mesi, è tornata a casa da qualche giorno dopo essere stata ricoverata all’ospedale Sacco di Milano.

Salvini: «Apprezziamo, ma non basta»

Non si è fatta attendere la reazione del leader della Lega Matteo Salvini: «Quello annunciato dal governo è un primo passo, lo apprezziamo ma non basta. Dobbiamo fare in fretta e di più, senza tentennamenti. Chiudere tutto e subito, senza lasciare spazio a dubbi o interpretazioni. E mettere a bilancio per aiutare subito famiglie e imprese (soprattutto i piccoli) non 7 ma 70 miliardi, e che in Europa non perdano tempo a discutere. Ogni giorno perso è un dramma, volere è potere».

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