Cosa è uscito di nuovo (forse) dal tampone orale di Chiara Poggi

Trapelano nuove indiscrezioni dalle indagini sul delitto di Garlasco. Sul tampone orale di Chiara Poggi è emersa una minima quantità di materiale genetico di un uomo (cromosoma Y), che non sarebbe dunque quello di Alberto Stasi, ai tempi dell’omicidio fidanzato della vittima e unico condannato in via definitiva, e nemmeno di Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, fratello della ragazza, da qualche mese indagato.
È presto per trarre conclusioni. L'esame dovrà essere replicato, e in caso di esito positivo confrontato con quelli di tutti coloro che hanno frequentato casa Poggi prima e dopo la morte di Chiara, compresi gli investigatori. Questo per capire se si è trattato di una «contaminazione» come alcuni ritengono, o sia, come altri ipotizzano, la firma dell'assassino che potrebbe aver tappato la bocca alla ragazza o essere stato morso da lei nel disperato tentativo di difendersi.
A propendere per la contaminazione c'è il fatto che il materiale rintracciato si presenta in quantità ridottissime. I risultati di due analisi sul tampone, ad esempio, sono stati già ricondotti (con una sicurezza del 70-80%) al profilo di un assistente medico che si occupò di preparare il corpo di Chiara per l'autopsia. L'altro profilo che si riferisce alla zona del palato e della lingua e che, come è stato riferito, avrebbe «esibito» quantità di Dna maschile in misura maggiore rispetto a tutti gli altri (si tratta comunque di pochissimi picogrammi), per il momento non si sa di chi sia.
L'esame del tampone verrà ripetuto già lunedì, per dare al nuovo dato una valenza scientifica. Intanto il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, chiude all'ipotesi di un nuovo responsabile: «Non ci sono dna di soggetti sconosciuti sulla scena del crimine e ovviamente tanto meno sul corpo di Chiara».
Il legale dei Poggi commenta le indiscrezioni parlando di «un dato che per quanto possiamo sapere è totalmente destituito da qualsiasi fondamento e che ancora una volta denota come, in assenza di riscontri oggettivi alternativi alla verità processuale accertata e che ha individuato Stasi quale responsabile, prospetta ipotesi infondate».
Si starebbe però seguendo comunque l’ipotesi che all’omicidio di Chiara Poggi abbiano partecipato più persone. Il Corriere della Sera scrive che, durante l’incidente probatorio, ulteriore materiale genetico è stato ritrovato (e isolato) sull’acetato di un’impronta – non insanguinata - che si trovava sulla porta della cucina, sulla superficie interna. Anche questa non appartiene ad Alberto Stasi e nemmeno ad Andrea Sempio, ma sempre a una persona ignota. E ancora, anche sulle unghie di Poggi sarebbe stato ritrovato del Dna che non è quello di Sempio: la riapertura delle indagini degli scorsi mesi è stata motivata proprio dalla presenza del suo Dna sotto le unghie della vittima.