Migranti

Dalla Tunisia a Lampedusa, sopravvive solo una bimba

La piccola, che ha tra i 10 e gli 11 anni, si teneva a galla grazie a una camera d’aria e a un giubbotto di salvataggio – I soccorritori: «Ci siamo accorti di lei perché gridava»
© KEYSTONE (AP Photo/Rebecca Blackwell)
Red. Online
11.12.2024 14:45

Una bambina salvata al largo di Lampedusa è l'unica sopravvissuta del naufragio di una barca partita da Sfax, in Tunisia. A soccorrere il barchino di metallo, la scorsa domenica, sono stati gli operatori del veliero Trotamar III, della ong Compass collective. La piccola, che ha tra i 10 e gli 11 anni, sarebbe originaria della Sierra Leone.

La barca, secondo il racconto della bambina ai soccorritori, è affondata a causa di una tempesta. In 45 erano partiti da Sfax. «Tre giorni fa, pioggia e vento ci hanno colpiti e la barca è affondata. Tutti siamo finiti in mare. Vicino a me sono rimasti due ragazzi, poi dopo due giorni non li ho più visti, il mare li ha portati via».

Le motovedette di Guardia costiera e Guardia di finanza, che si stanno occupando delle ricerche nell’area dove il barchino è colato a picco, non hanno ancora trovato tracce, riferisce il Giornale di Sicilia. È stato predisposto il sorvolo dell’area. La bambina non aveva con sé acqua o cibo ed era ipotermica, ma reattiva e orientata. Ora è in buone condizioni di salute, seppure ovviamente sconvolta.

I soccorritori – in mare per un altro intervento – si sono accorti della piccola naufraga nel buio della notte, attorno alle 3.20, perché hanno sentito le sue grida. Si teneva a galla grazie a una camera d’aria e a un giubbotto di salvataggio. Matthias Wiedenlübbert, a bordo dell’imbarcazione Trotamar III, ha dichiarato: «È stato un miracolo essere riusciti a sentire la sua voce, in alto mare e con il motore della nostra imbarcazione acceso. Naturalmente, abbiamo cercato altre persone. Ma dopo una tempesta durata giorni, con oltre 23 nodi e onde alte non c’era speranza». 

La piccola ha raccontato ad alcuni medici del poliambulatorio di Lampedusa che insieme a lei viaggiava anche il fratello, attualmente disperso insieme agli altri 43 migranti.

Francesca Saccomandi, volontaria di Mediterranean Hope, ha parlato con la piccola: «Sono andata a trovarla in mattinata, non appena ho saputo che era sbarcata a Lampedusa. Era tranquilla, ma molto molto stanca. Mi ha raccontato che proviene dalla Sierra Leone. Era avvolta in una coperta termica. Le ho lasciato uno dei nostri kit, uno zainetto di tela con all’interno un album da colorare e colori. Lei mi ha ringraziato. Poi ci siamo salutate e mi ha detto che avrebbe riposato».

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