Svizzera

Dazi USA al 39%: il Consiglio federale prepara la controfferta

Il Consiglio federale punta a condizioni paritarie con UE e Regno Unito – Pronta un’offerta più allettante per Washington e il ricorso al lavoro ridotto per attenuare l’impatto
©PETER KLAUNZER
Red. Online
04.08.2025 14:54

Dopo l’annuncio da parte degli Stati Uniti di un aumento dei dazi fino al 39% su quasi il 60% delle merci svizzere esportate oltreoceano, il Consiglio federale ha deciso di intensificare i negoziati con Washington. L’obiettivo è ottenere un trattamento equo rispetto a concorrenti diretti come Unione Europea (15%), Regno Unito (10%) e Giappone (15%).

Berna è in stretto contatto con i settori economici interessati e con le autorità statunitensi, pronta a proseguire i colloqui anche oltre il 7 agosto – data di entrata in vigore delle nuove tariffe – e a presentare un’offerta “più interessante” per attenuare l’impatto delle misure.

Negli ultimi vent’anni, il commercio bilaterale Svizzera-USA è quadruplicato. Il nostro Paese è oggi il sesto investitore estero negli Stati Uniti e il primo per ricerca e sviluppo. Il governo svizzero ricorda che, dal 1° gennaio 2024, ha abolito tutti i dazi doganali sui prodotti industriali, permettendo l’ingresso in esenzione per oltre il 99% delle merci statunitensi, e che non sono in vigore sussidi industriali distorsivi.

Al momento, il Consiglio federale esclude contromisure e punta invece a preservare il partenariato economico con Washington, diversificando parallelamente i rapporti commerciali con altri partner internazionali. Per mitigare eventuali ripercussioni occupazionali, sarà possibile ricorrere all’indennità per lavoro ridotto.

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