Delitto di Garlasco, perché si torna a parlare delle gemelle Cappa

A Garlasco, le ultime ore sono state piuttosto movimentate. Dopo il ritrovamento di un martello nel canale di Tromello, ora sotto i riflettori sono finiti alcuni messaggi delle gemelle Cappa. Le cugine di primo grado di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto del 2007 nella sua abitazione. Al centro delle discussioni ci sarebbe uno dei 280 messaggi che, come rivela il settimanale Giallo, sarebbero agli atti della nuova indagine della Procura di Pavia sul delitto.
Il messaggio in questione sarebbe stato inviato da Paola Cappa, sorella gemella di Stefania, a un amico di Milano. «Mi sa che abbiamo incastrato Stasi», si legge nell'sms di una delle cugine della vittima, mai indagate in questi lunghi diciotto anni.
Sulle gemelle, all'epoca dell'omicidio, si scrisse tanto. Sopratutto, catturò l'attenzione il loro comportamento nei giorni successivi al delitto. Stefania e Paola, infatti, si fecero immortalare dalle telecamere a Garlasco mentre portavano davanti a casa della cugina un mazzo di fiori e una fotografia che le ritraeva, tutte e tre, insieme. Sorridenti e vestite di rosso. Ciò che non passò inosservato, è che l'immagine era, palesemente, un fotomontaggio.
Come emerse poco dopo, la realtà è che «le cugine K», così soprannominate dai media italiani, non avevano grandi rapporti con Chiara. Una motivazione che potrebbe spiegare perché avessero scelto di rendere omaggio alla cugina con una fotografia ritoccata. Tuttavia, a destare ancor più sospetti sull'immagine fu il «memoriale» che Paola Cappa pubblicò nei giorni seguenti all'omicidio sul settimanale Oggi.
«Penso a quella fotografia dove siamo vestite di rosso. È un'immagine che risale a cinque fa, all'unica vacanza fatti insieme a Loano ospiti di una zia. Una delle cose più divertenti era la sera prima di uscire, quando dovevamo decidere come vestirci, come truccarci e farci belle. Chiara stava al gioco. Una sera l'abbiamo sfidata. "Dai", le abbiamo detto, "mettiti un bel top colorato che ci facciamo fare qualche bella foto". E quando lei ha preso dal cassetto quella camicetta rossa, io e Stefania subito ne abbiamo scelta una dello stesso colore. È nata così la foto che io e mia sorella abbiamo portato davanti a casa di Chiara, il giorno in cui l'hanno massacrata».
Tuttavia, sulla questione della foto fake intervenne anche il padre delle ragazze, Ermanno Cappa, che in una conferenza stampa dichiarò che le figlie «volevano semplicemente avere un ricordo insieme a Chiara». Motivo per cui si sarebbero recate da un fotografo di Garlasco, chiedendogli di realizzare la fotografia.

Le testimonianze
Delle gemelle Cappa, però, si è parlato, nel tempo, anche per altri motivi. Diverse testimonianze – alcune poi ritratte – descrissero profili compatibili con quelli delle cugine come potenziali sospettati dell'omicidio di Chiara. In particolare, secondo un nuovo testimone, una ragazza – identificata come Stefania – sarebbe stata vista mentre portava con se la possibile arma del delitto. Uno strumento di pulizia per il camino. Tuttavia, secondo i genitori di Chiara, da casa Poggi sparì solamente un martello. Motivo per cui il ritrovamento avvenuto ieri viene considerato così importante.
La dichiarazione del nuovo supertestimone, tuttavia, ha riacceso i riflettori sulle cugine. E, di più, sarebbe in linea con la rivelazione di Marco De Montis Muschitta del 2007. Dopo poco il delitto, l'uomo, che era tecnico dell’Asm (Impianti e Servizi Ambientali Spa), aveva dichiarato di aver visto una giovane in bicicletta mentre si allontanava dal luogo del delitto con in mano uno strumento ingombrante. De Montis Muschitta, dopo poco, ritrattò, invalidando la sua stessa testimonianza. Secondo alcune fonti, però, sarebbe stato «costretto» a ritirare la confessione, per «non mettere in pericolo il padre».
In quanto al loro alibi, le gemelle – all'epoca 23.enni – riferirono di essere rimaste a casa nella mattina del delitto, come confermò anche la madre.
Quelle strane immagini sui social
Ma non è tutto. In un servizio sull'inchiesta di Andrea Sempio, Giallo cita un'altra foto giudicata «sospettosa». Parliamo di uno scatto, pubblicato da Paola nel 2013 sui social, in cui vengono ripresi dei piedi con delle calze a quadretti, al centro dei quali si vede un'impronta a pallini, simile a quella repertata a casa Poggi la mattina del delitto. L'immagine è accompagnata dalla scritta «Buon compleanno sorellina».
E non finisce qui. Sempre secondo Giallo, Stefania avrebbe invece pubblicato una foto in cui si vede un bambino tra le biciclette e la scritta «Fruttolo». Un dettaglio che il settimanale collega al vasetto dello stesso yogurt rinvenuto nella villetta dei Poggi la mattina del delitto, e che ora gli inquirenti pavesi faranno analizzare per cercare di individuare possibili impronte e DNA.
Immagini a parte, sarebbero state intercettate anche alcune telefonate tra Paola e la nonna (la cui vecchia abitazione si trova nelle vicinanze del canale in cui sono stati ritrovati il martello e un altro attrezzo), avvenute dopo il delitto. In particolare, una delle gemelle si sarebbe lamentata della presenza degli zii – i genitori di Chiara – in casa, che in quel momento ospitavano, dato che la loro casa era sotto sequestro.
Nelle ultime ore, insomma, il delitto di Garlasco è stato uno degli argomenti più discussi nella vicina Penisola e non solo. Dovranno, tuttavia, essere condotte indagini approfondite – specie sugli oggetti ritrovati nel canale – per stabilire se ci siano nuovi elementi importanti legati all'omicidio di Chiara.