Il caso

Di che cosa è accusata Adidas e perché si è scusata con gli indigeni messicani

«Mea culpa» pubblico del produttore di abbigliamento per le accuse di appropriazione culturale nel design dei sandali copiati alla comunità di Oaxaca
© KEYSTONE (AP Photo/Luis Alberto Cruz)
Red. Online
22.08.2025 11:00

L'azienda tedesca Adidas ha presentato scuse pubbliche a una comunità indigena in Messico dopo avere utilizzato sandali tradizionali realizzati da artigiani locali come ispirazione per un nuovo modello.

Ma partiamo dall'inizio. Adidas è finita nell'occhio del ciclone per accuse di «appropriazione culturale» lanciate dal governo messicano. Il caso riguarda il modello di scarpe «Oaxaca Slip-On», ispirato agli huaraches, calzature di cuoio intrecciate a mano tradizionali della comunità indigena di Villa de Hidalgo Yalalag nello stato di Oaxaca. Adidas ha collaborato con il designer messicano-statunitense Willy Chavarría per creare questo modello, presentato come «un omaggio alle radici culturali del Messico».

Le autorità di Oaxaca e il governo messicano hanno criticato duramente l'azienda per non avere ottenuto autorizzazioni o accordato compensazioni alle comunità indigene. Il governatore Salomón Jara Cruz ha dichiarato che «la cultura non si vende, si rispetta», e la presidente Claudia Sheinbaum ha sottolineato che si tratta di «una violazione della proprietà intellettuale collettiva» che richiede compensazione. La comunità indigena e le istituzioni locali vedono tale appropriazione come «una mancanza di rispetto e una mercificazione della loro storia e identità».

© Adidas
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Ed è qui che è arrivata la mossa di Adidas, la quale ha chiesto scusa pubblicamente e si è detta disponibile a dialogare per definire un risarcimento e collaborare con le comunità coinvolte. Karen González, responsabile legale di Adidas Messico, ha riconosciuto che la scarpa è stata progettata sulla base di un modello tradizionale della comunità indios di Villa Hidalgo Yalalag. «Comprendiamo che ciò possa aver causato disagio e, per questo motivo, ci scusiamo pubblicamente», ha dichiarato durante una cerimonia ufficiale. La dirigente ha inoltre assicurato che, d'ora in poi, Adidas cercherà la guida e la collaborazione della comunità per i modelli futuri, nel rispetto della cultura locale, «che dipende dall'artigianato per la sua sopravvivenza». «Collaboreremo in futuro con Yalálag in modo rispettoso». Anche Chavarría si è detto «profondamento dispiaciuto di non aver sviluppato il modello in collaborazione con la comunità oaxaqueña».

Il caso ha riacceso il dibattito sull'importanza di tutelare i diritti culturali delle popolazioni indigene nel settore della moda, un tema già emerso con altri brand accusati in passato di simili appropriazioni. Tra i casi più noti ci sono quelli che hanno coinvolto la stilista Carolina Herrera, la Levi's e la designer Isabel Marrat nel 2015, tutti costretti a pagare un risarcimento economico. La piattaforma cinese Shein era stata accusata nel 2023 dell'appropriazione indebita di diversi capi che rappresentano la cultura e l'identità del popolo Nahua di San Gabriel Chilac, Puebla. E poi c’è stato un caso recente che ha coinvolto Prada, ma con l’India: un modello di sandali presentato all’ultima Milano Fashion Week sembrava copiato dai «kolhapuri», calzature indiane risalenti al XII secolo.