USA-Ucraina

Dopo lo scontro alla Casa Bianca, cresce ancora il sostegno a Zelensky: «Trump ha attaccato tutti gli ucraini»

Un sondaggio del Kyiv International Institute of Sociology mostra un nuovo incremento della popolarità del leader di Kiev (68%) e, intanto, il presidente USA valuta inaspettatamente sanzioni contro la Russia
©SHAWN THEW
Michele Montanari
07.03.2025 16:23

Lo scontro nello Studio Ovale con il presidente USA Donald Trump sembra aver giovato alla popolarità di Volodymyr Zelensky. Non sono stati soltanto i leader europei a stringersi attorno al capo di Kiev, ma pure il popolo ucraino. È quanto emerge da un recente sondaggio del Kyiv International Institute of Sociology (KIIS), secondo cui l’indice di gradimento del leader del Paese invaso dai russi è salito al 68%, tra il primo e il 4 marzo. In una precedente indagine condotta sempre dal KIIS, il tasso di approvazione di Zelensky si era fermato al 57%, proprio mentre, poche ore prima, il tycoon aveva falsamente affermato che il capo di Stato, definito «dittatore», non avesse più il sostegno del suo popolo, con un indice di gradimento crollato al 4%.

Mentre le frizioni con gli Stati Uniti aumentavano lentamente fino allo scontro a favore di telecamere nello Studio Ovale, il livello di fiducia nei confronti di Zelensky è continuato a salire con una media del 67% tra il 14 febbraio e il 4 marzo. Di più, l’apice di gradimento del 68% (1-4 marzo) è arrivato in seguito all’umiliazione pubblica messa in scena dai vertici della Casa Bianca, il 28 febbraio. Un culmine di attriti, sfociato nella decisione del tycoon di sospendere temporaneamente gli aiuti militari e il servizio di intelligence forniti a Kiev per difendersi dalle truppe di Vladimir Putin.

Esaminando i dati raccolti dal KIIS, che ha intervistato telefonicamente un campione di 1,029 maggiorenni residenti nei territori controllati da Kiev, si evince che in tutte le regioni dell'Ucraina la situazione è abbastanza simile e il bilancio fiducia-sfiducia è sempre positivo. Il gradimento nei confronti di Zelensky è leggermente inferiore nell'Ucraina orientale, ossia nelle zone più vicine alle regioni occupate dai russi. Ma, anche qui, la maggioranza degli intervistati nutre fiducia verso il loro presidente, con un 60% di favorevoli. Comunque, si parla di un numero ampiamente superiore all'odierna popolarità di Trump, ferma al 46%, secondo l'indice di gradimento ciclicamente aggiornato dall'Economist.

Se la popolazione ucraina sembra ancora supportare il presidente, i suoi rivali politici potrebbero invece aver preso le distanze da lui, temendo la fine del supporto americano. Secondo POLITICO, infatti, alcuni membri dell'entourage di Trump avrebbero tenuto colloqui segreti con due dei principali oppositori del leader di Kiev, vale a dire l’ex premier ucraina Yulia Tymoshenko e diversi esponenti di spicco del partito di Petro Poroshenko, predecessore di Zelensky alla presidenza. Il team del tycoon starebbe valutando la possibilità di portare l’Ucraina il più rapidamente possibile alle elezioni, probabilmente nella speranza di una sconfitta dell’attuale leader.

Sicuramente, lo spauracchio di un dietrofront degli americani, insinua più di una preoccupazione negli ucraini, i quali si troverebbero ad affrontare la Russia senza gli armamenti più tecnologici in circolazione. Stando a Ruslan Bortnik, direttore dell'Istituto ucraino di politica, in questa fase del conflitto, alcune fazioni politiche ucraine starebbero cercando di «stabilire relazioni informali o di usare le connessioni che hanno con il Partito repubblicano o con l'entourage di Trump per mostrare la propria volontà di lavorare con Washington», mostrando una maggior apertura sull’accordo legato alle terre rare, sinora bocciato da Zelensky per via dell’assenza di garanzie di sicurezza.

«Almeno per ora, stiamo assistendo a un processo di unificazione della società sullo sfondo delle nuove sfide che l'Ucraina deve affrontare», ha commentato il vicedirettore del KIIS, Anton Hrushetsky. Secondo il sociologo, la crescita della fiducia nei confronti del presidente indica che gli ucraini si stanno «radunando intorno alla bandiera»: «È importante sottolineare che la ragione principale dell'unità e della maggiore fiducia nel presidente non è l’attacco rivolto a lui personalmente (da Donald Trump e dal suo vice, JD Vance, ndr). Gli ucraini percepiscono la retorica del nuovo governo degli Stati Uniti come un attacco a tutta l'Ucraina e a tutti gli ucraini». Per Hrushetsky, sono numerose le affermazioni arrivate da Washington che hanno spinto la popolazione a sostenere il proprio leader. Secondo Trump, infatti, sarebbe l’Ucraina ad aver «provocato» la Russia e ad aver iniziato la guerra. E ancora, il tycoon si è rifiutato di definire Putin «aggressore», ha dichiarato di voler condurre i negoziati di pace senza la partecipazione di Kiev (e dell’Europa), e ha spinto gli Stati Uniti a votare contro la risoluzione all'ONU che indicava la Russia come responsabile del conflitto, andando «completamente in contrasto con l'opinione pubblica ucraina». Il direttore del KIIS è convinto che gli ucraini vogliano davvero la pace, «ma i nostri risultati mostrano costantemente che la maggioranza assoluta è contraria a una pace a qualsiasi condizione. Gli ucraini sono flessibili e pronti anche a compromessi dolorosi, ma non a un compromesso che sarebbe una capitolazione. Gli ucraini mantengono la volontà di combattere e continueranno a farlo nonostante tutto».

In queste ore, dopo il pesantissimo attacco russo della scorsa notte, qualcosa sembra essersi smosso a Washington. Trump, in una delle sue rarissime uscite contro Mosca, ha parlato di possibili nuove sanzioni contro la Russia: «Sulla base del fatto che la Russia sta letteralmente "martellando" l'Ucraina sul campo di battaglia in questo momento, sto seriamente prendendo in considerazione sanzioni bancarie su larga scala, sanzioni e dazi contro la Russia fino a quando non verrà raggiunto un cessate il fuoco e un definitivo accordo di pace. Alla Russia e all'Ucraina, sedetevi al tavolo delle trattative adesso, prima che sia troppo tardi», ha scritto il tycoon sul social Truth.

Tornando alla Casa Bianca e alla popolarità di Zelensky, una piccola nota di colore: le vendite della polo nera (di marca Damirli), per cui il leader di Kiev è stato attaccato da Trump e dal giornalista Brian Glenn, sono aumentate in seguito al disastroso incontro. La stilista Elvira Gasanova ha spiegato, in un’intervista alla rivista Women's Wear Daily, che «molte persone hanno acquistato la maglietta, la quale viene venduta al dettaglio a 215 euro (sul sito si trova a 170 euro, ndr).  Abbiamo avuto molti ordini dall'America. Forse vogliono qualcosa che un presidente ucraino ha indossato in un momento storico». Probabilmente la stilista mai avrebbe immaginato di veder finire un suo capo di abbigliamento al centro di un caso geopolitico. Ma, evidentemente, con Trump può succedere anche questo.

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