Due aerei cinesi si sfiorano nei cieli russi: uno era diretto a Malpensa

Un disastro evitato per poco, pochissimo. Due aerei cinesi - di cui uno diretto a Milano Malpensa - si sono «sfiorati» in volo nella notte tra il 6 e il 7 luglio, riportano i media italiani. L'incidente è avvenuto nella Siberia meridionale, sopra la regione montuosa di Tuva, vicino al confine con la Mongolia. Protagonisti due velivoli - uno di Air China, l'altro un cargo di SF Airlines - che si sono trovati a soli 300 piedi (circa 90 metri) di distanza verticale l'uno dall'altro.
Partito da Shanghai Pudong e diretto allo scalo lombardo, fra le 21.39 e le 21.52 del 6 luglio il volo Air China CA967 è salito da 34.100 a 36.000 piedi, senza l'autorizzazione del traffico aereo russo. Una manovra che ha portato il jet nella traiettoria del volo caro 03-128 di SF Airlines, che stava volando a 35.000 piedi da Budapest alla città cinese di Ezhou.
Per poco
Le norme internazionali impongono una separazione verticale minima di mille piedi tra velivoli. Non stupisce, allora, che l'evento abbia attivato il sistema anticollisione TCAS - progettato per rilevare altri velivoli nelle vicinanze e fornire avvisi ai piloti - su entrambi gli aerei. È stato proprio il TCAS a segnalare ai piloti l’avvicinamento pericoloso, così da attivarne le rispettive manovre evasive.
Non ancora chiare, tuttavia, le ragioni della manovra non autorizzata che ha portato, quasi, al disastro. Un'indagine è stata aperta e si ipotizzano errori di comunicazione o istruzioni fraintese. In registrazioni audio diffuse online, il controllore russo chiede al pilota di Air China se la salita sia avvenuta con istruzione. La risposta del pilota: «No. Grazie».
Altri audio comparsi sui social cinesi attribuirebbero la responsabilità maggior al controllore russo che, trovandosi in difficoltà per altri voli da seguire, avrebbe dato «indicazioni confuse».