USA

Due anni fa l'assalto di Capitol Hill, Trump resta nella bufera

Gli Stati Uniti ricordano il giorno più buio della democrazia: a 24 mesi di distanza i riflettori restano ancora puntati sull'ex presidente
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Ats
06.01.2023 19:35

L'America ricorda il giorno più buio della sua democrazia. Due anni fa, il 6 gennaio 2021, il Campidoglio veniva preso d'assedio da rivoltosi che si opponevano all'elezione di Joe Biden e volevano che Donald Trump restasse alla Casa Bianca. Ore di paura, sotto gli occhi attoniti del mondo, che hanno lasciato ferite ancora oggi aperte e divisioni sempre più marcate e difficili da ricucire, come dimostra l'impasse alla Camera dei repubblicani spaccati per l'elezione dello speaker.

A 24 mesi di distanza i riflettori restano ancora puntati su Trump, ritenuto da molti - inclusa la commissione di indagine sul 6 gennaio che lo ha deferito al ministero della Giustizia per insurrezione e frode - la causa dell'attacco. A ritenere il tycoon responsabile dell'insurrezione è Sandra Garza, la partner del poliziotto Brian Sicknick, aggredito durante l'assalto al Capitol e morto il giorno dopo.

Garza ha fatto causa all'ex presidente e ad altre due persone coinvolte nell'attacco chiedendo 10 milioni di dollari di danni. La sua tesi, sposata da molti democratici e non solo, è che la morte dell'agente è stata il risultato dalla retorica incendiaria dell'allora presidente e dalle sue false accuse di brogli elettorali. A Sicknick, ma anche ad altri 11 eroi di quella giornata, Biden consegna la «Presidential Medal of Freedom», la seconda maggiore onorificenza civile americana.

Il presidente ricorda il 6 gennaio 2021 alla Casa Bianca e lo fa ribadendo i rischi che pone alla democrazia la «Big Lie», la bugia del voto rubato cavalcata da Trump e dal popolo «Maga» (dallo slogan dell'ex presidente Make America Great Again). Per Biden la celebrazione cade quest'anno in un momento politico favorevole: i democratici hanno vinto le elezioni di metà mandato, la Camera è in subbuglio con i repubblicani che non riescono a eleggere il proprio speaker e Trump - unico candidato conservatore ufficiale al 2024 - continua a sposare la teoria negazionista del voto attirandosi critiche da più parti. Questo però non è abbastanza per Biden.

Candidatosi al 2020 ritenendo Trump un pericolo per il Paese, il presidente ricorda agli americani che non bisogna compiacersi dei progressi fatti perché la democrazia è ancora in pericolo e va difesa da quei repubblicani-Maga e quegli estremisti che la minacciano. La battaglia quindi deve continuare e Biden non intende mollare, guardando anche a quel 2024 che si avvicina e che potrebbe vederlo in campo per sfidare ancora Trump.