E chi arriva in Italia dalla Cina facendo scalo?

L’Italia ha reintrodotto i tamponi obbligatori – con relativo sequenziamento del virus, per dirla con il ministro della Salute Orazio Schillaci – per chi arriva dalla Cina. L’ordinanza, tuttavia, come spiega il Corsera potrebbe non essere abbastanza. O, meglio, rischia di non intercettare la maggior parte dei viaggiatori che, dal gigante asiatico, giungono nella Penisola.
Negli ultimi mesi, fa notare sempre il quotidiano italiano, solo il 5% dei viaggiatori partiti dalla Cina è arrivato in Italia tramite un volo diretto. Il restante 95%, per contro, ha fatto scalo altrove. Nel Golfo Persico oppure in Europa. Quindi, ha messo piede in uno scalo italiano. Questo, almeno, suggeriscono i dati delle piattaforme specializzate.
Come tre anni fa
Anche tre anni fa, quando emersero i primi casi in Cina, l’Italia reagì introducendo i test rapidi o molecolari in aeroporto. Allora si parlava di un non meglio precisato coronavirus. Virus che, come dimostrarono i ricercatori e come spiegò, in un articolo interattivo, il New York Times, dal famoso mercato di Wuhan oramai si era già diffuso ovunque nel mondo.
Tornando al presente, il Corsera – grazie ai dati di Airline Data – ha stabilito che dal 18 al 28 dicembre i voli diretti dalla Cina all’Italia sono stati soltanto 13 per un totale di 3.869 posti. Di questi, 10 erano diretti a Roma Fiumicino e gli altri 3 a Malpensa. Mancano, però, tutti i viaggiatori che dalla Cina hanno volato su grandi aeroporti come Parigi, Francoforte o, ancora, Helsinki.
Fra gli hub europei, riferisce il Corsera, Bruxelles nel periodo menzionato ha ricevuto 14 dei 97 voli diretti Cina-Europa. Gli altri sono «finiti» in Germania (13, come l’Italia), Regno Unito (9) e Finlandia (7).
Il peso degli Emirati
Detto degli scali europei, l’altra, grande porta d’ingresso dalla Cina all’Italia è rappresentata dal Golfo: Abu Dhabi, Dubai e Doha. Molti, in arrivo dall’Oriente, si sono poi imbarcati su collegamenti per l’Italia. Dal 18 al 28 dicembre, ad esempio, ci sono stati 21 voli dalla Cina agli Emirati Arabi Uniti.
Un ultimo percorso per arrivare in Italia è tramite Singapore. Negli undici giorni analizzati dal Corsera ci sono state ben 73 partenze dalla Cina per oltre 18 mila posti a sedere. Di quei 18 mila sedili non tutti hanno poi preso la via di Malpensa o Roma Fiumicino, evidentemente, ma qualcuno sì.
Viste simili premesse, è chiaro che l’ordinanza italiana può fare poco, se non pochissimo. In questo senso, sarebbe auspicabile che tutti i Paesi che ricevono voli dalla Cina imponessero il tampone in entrata. Ci sarebbe, almeno un maggiore coordinamento nell’intercettare il virus ed eventuali varianti.