È giallo sull'abbattimento di jet indiani da parte del Pakistan

La tensione tra India e Pakistan è alle stelle. Ieri, due settimane dopo la strage nel Kashmir, in cui sono state uccisi 26 turisti in un attacco di uomini armati, l'India ha colpito il Pakistan. Più pesantemente di quanto avesse mai fatto prima, nonostante decenni di ostilità. I danni, neanche a dirlo, sono stati ingenti, così come alto è stato il numero delle vittime: Islamabad ha denunciato la morte di 31 civili – tra cui anche alcuni bambini – e decine di feriti nei raid aerei. Dall'altra parte, l'India ha confermato la morte di 15 persone nei bombardamenti.
Ci sono, tuttavia, alcuni punti da chiarire. Sui social indiani, in particolare, da alcune ore ci si interroga sull'abbattimento di alcuni jet da combattimento indiani, che sarebbero stati fatti precipitare ieri dal Pakistan. Un attacco in reazione a quella che in India è stata definita «Operazione Sindoor», in omaggio alle vedove di Phalgam.
Da un lato, infatti, Islamabad afferma che il suo esercito avrebbe colpito e atterrato almeno cinque aerei indiani. Una notizia su cui, tuttavia, New Delhi non si è espressa ufficialmente. Su questi presunti attacchi, secondo diversi media, ci sono ancora diversi aspetti su cui far luce. Testimoni oculari, infatti, dichiarano di aver visto a terra i resti di almeno due aerei non identificati. Uno nello stato del Punjab e l'altro nel Kashmir. Prove, queste, che rafforzerebbero le ipotesi relative a un attacco pakistano ai jet indiani.
A tal proposito, la CNN, citando una fonte dell'intelligence francese, ha confermato che il Pakistan avrebbe colpito un Rafale indiano. Di più, la Reuters e il New York Times citano ufficiali indiani secondo i quali sarebbero almeno due gli aerei indiani abbattuti nella mattina di mercoledì. Inoltre, diverse persone affermano di aver visto, ieri mattina, sui social indiani, immagini di aerei abbattuti che sarebbero, tuttavia, state rimosse nel corso della giornata.
L'India, sulla questione, non si è ancora espressa formalmente. L'unica risposta arrivata in merito è quella dell'ambasciata indiana a Pechino, che ha respinto le notizie sul presunto attacco pakistano ai due jet dell'aeronautica militare. Su X, rispondendo a un articolo di Global Times, ha inviato a «verificare i fatti e a controinterrogare le fonti prima di diffondere questo tipo di disinformazione». Di più, l'account dell'ambasciata ha definito le foto circolate online «fuorvianti», sostenendo fossero immagini di precedenti incidenti aerei, avvenuti nel 2021 e nel 2024. Secondo i media internazionali, tra cui la CNN, tuttavia la dichiarazione dell'ambasciata è in netto contrasto con il silenzio del resto del governo e dell'esercito indiano sul presunto attacco.
Nel frattempo, la tensione tra i due Paesi rimane ai livelli più alti mai toccati negli ultimi decenni. Secondo quanto dichiarato dalla polizia di Lahore, nelle prime ore di oggi, giovedì, due droni sono stati abbattuti sulla città pakistana. La fonte – anonima – non ha specificato di che tipo di droni si trattasse, né da dove provenissero. Le autorità sono ora impegnate a esaminare «i dettagli di questi apparecchi», indagandone la provenienza e l'appartenenza. Lahore si trova a circa 21 chilometri dal confine indiano: il suo aeroporto rimarrà «non operativo» fino alle 12:00 locali, sebbene formalmente non sia stata fornita alcuna motivazione sulla chiusura. I residenti del Kashmir amministrato dall'India, invece, hanno dichiarato di sentirsi «confusi e tesi» dopo un'altra notte di bombardamenti. Nelle scorse ore, infatti, si sono verificati scontri a fuoco e scambi di piccola artiglieria tra i militari di India e Pakistan lungo la Lac, il confine di fatto tra i due Paesi nel Kashmir.