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È guerra tra Wikipedia e la Anti-Defamation League

L'enciclopedia libera è finita nel mirino dell'organizzazione ebraica dopo che, all'inizio di giugno, gli 'editori' dell'edizione in inglese hanno definito l'Adl una fonte di informazioni inaffidabile sulla guerra a Gaza.
Ats
27.06.2024 16:29

È guerra tra Wikipedia e la Anti-Defamation League. L'enciclopedia libera è finita nel mirino dell'organizzazione ebraica dopo che, all'inizio di giugno, gli 'editori' dell'edizione in inglese hanno definito l'Adl una fonte di informazioni inaffidabile sulla guerra a Gaza.

Oltre 40 organizzazioni ebraiche si sono unite all'Anti-Defamation League nell'esprimere, in una lettera alla Wikimedia Foundation, «preoccupazione e sgomento per l'attacco di Wikipedia all'affidabilità di Adl in materia di antisemitismo e altri temi di centrale interesse per la comunità ebraica». La lettera accusa l'enciclopedia online fondata da Jimmy Wales di «aver tolto alla comunità ebraica il diritto di difendersi dall'odio che la minaccia».

Adl è stata fondata nel 1913 come gruppo ebraico che punta i riflettori su odio e estremismo. Negli ultimi mesi, tuttavia, secondo i critici, l'organizzazione avrebbe preso posizioni marcatamente pro-Israele compromettendo la sua ben nota finora reputazione di imparzialità. Sono state inoltre messe in dubbio le metodologie usate per quantificare gli attacchi antisemiti, le «pagelle» date alle università per l'antisemitismo sui campus e più in generale la sua definizione di antisemitismo come equiparato all'anti-sionismo.

Secondo un nuovo comunicato della Wikimedia Foundation, l'entità non profit che amministra l'enciclopedia, Wikipedia è gestita da volontari che decidono l'appropriatezza di parole e fonti usate negli articoli in modo che «informazioni neutrali e affidabili siano messe a disposizione di tutti». Nel caso di Adl, gli editori hanno giudicato l'organizzazione una fonte di informazione affidabile per ogni altro argomento, ma non sul conflitto israelo-palestinese, perchè «ci sono significative prove che abbia agito come gruppo filo-israeliano pubblicando dichiarazioni false o fuorvianti come fatti».