E se le balene aiutassero a sconfiggere la crisi climatica?
E se vi dicessimo che le balene potrebbero avere un ruolo fondamentale nell'affrontare la crisi climatica? Strano a credersi, ma è quanto rivela un articolo pubblicato sulla rivista Trends in Ecology & Evolution. La ragione è presto svelata. A detta di alcuni ricercatori del clima, questi cetacei sono infatti importanti serbatoi di carbonio, ma la loro importanza è stata spesso trascurata. Tuttavia, proprio grazie a questa caratteristica, le balene potrebbero salvare l'umanità dall'accelerazione climatica, sequestrando e immagazzinando le emissioni di carbonio che riscaldano il pianeta. Ma per scoprire se questa soluzione sia o meno efficace ci vorrà ancora del tempo.
Magazzini di carbonio a lungo termine
Partiamo dal principio. Senza bisogno di troppe conferme, le balene sono esseri incredibili, dotati di caratteristiche uniche. Basti pensare che un esemplare adulto può arrivare a pesare fino a 150 tonnellate. E non solo. La vita media delle balene è decisamente più lunga di quella della maggior parte degli altri animali. Si stima infatti che alcuni cetacei riescano a sopravvivere per più di 100 anni. Caratteristica che, secondo quanto emerge dallo studio, porta le balene a essere viste come «uno dei più grandi serbatoi stabili di carbonio vivente dell'oceano». E c'è di più. Quando le balene muoiono, le loro carcasse sprofondano negli abissi del mare, depositandosi sul fondale e intrappolando il carbonio che hanno immagazzinato nei loro corpi robusti e ricchi di proteine. Il che, chiaramente, contribuisce a rafforzare la definizione di serbatoi di carbonio a lungo termine.
Ma non finisce qui. C'è anche un altro modo, a detta della CNN, tramite cui le balene possono aiutare l'ambiente e rallentare la crisi climatica. Questi cetacei possono fungere da importante pozzo di carbonio anche attraverso le loro feci. Gli escrementi delle balene sono infatti ricchi di sostante nutritive che possono essere assunte dal fitoplancton, ossia da minuscoli organismi che crescendo aspirano anidride carbonica. Quando questi piccoli organismi muoiono, come le balene, si depositano sui fondali marini, portando con sé dei frammenti di carbonio. Ma perché è importante questo procedimento? Detto in parole semplici, il processo di sequestro del carbonio è ciò che contribuisce a mitigare il cambiamento climatico perché blocca il carbonio che altrimenti riscalderebbe il pianeta. In più, gli escrementi delle balene che si depositano negli abissi, spiega Bloomberg, stimolano a loro volta la crescita di altri organismi che consumano CO2 nell'oceano.
Non monetizzare le balene
Ma c'è un altro aspetto su cui vale la pena soffermarsi. La scoperta dei ricercatori, dopotutto, ha fatto gola proprio al Fondo Monetario Internazionale, che sfruttando le caratteristiche speciali delle balene progetta ora di creare crediti di carbonio per questi cetacei e altri meccanismi che potrebbero finanziare la lotta contro il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Ma gli scienziati coinvolti nello studio hanno parlato chiaramente. Le balene non vanno monetizzate. Dopo che queste informazioni sono state divulgate, non si sono infatti fatti attendere nemmeno i tentativi di valutare e monetizzare i cetacei.
Tuttavia, nonostante i tentativi, le ricerche sul campo per capire quanto e come le balene possano contribuire alle attività di cattura del carbonio sono ancora in fase iniziale. «Le balene hanno molti valori ecosistemici, tra cui la rimozione del carbonio», spiega la ricercatrice e autrice principale dello studio, Heidi Pearson. «Ma lo stato della scienza è ancora agli albori e non è ancora pronto per fare il salto dal carbonio delle balene alla politica sui cambiamenti climatici e, ancora più in là, per parlare di crediti di carbonio, che sarebbero un ulteriore passo avanti». Ciononostante, questo discorso non ha scoraggiato gli sforzi per attribuire un valore in dollari alle balene. Secondo quanto scritto da Bloomberg, l'obiettivo ora è quello di moltiplicare il potenziale di sequestro del carbonio delle balene, promuovendo il ripristino dei mammiferi marini ai livelli esistenti, prima che la caccia industriale ne decimasse le popolazioni.
Una doppia speranza
Una bella notizia, nonostante qualche incongruenza e qualche ricerca ancora da fare. Almeno fin qui. Nonostante questa scoperta abbia tutta l'aria di poter rappresentare una svolta nella lotta al riscaldamento globale, gli interrogativi aperti sulla questione restano comunque molti. Per prima cosa, dobbiamo ricordare che le balene sono severamente minacciate. Sei delle tredici specie di grandi balene - riporta la CNN - sono classificate come "minacciate" o "vulnerabili" a causa della caccia industriale che ne ha ridotto la biomassa all'81%. E i pericoli non finiscono qui. Anche gli attrezzi da pesca, in cui questi cetacei spesso si impigliano sono responsabili della morte di molti esemplari. Non da meno, i cambiamenti climatici - quelli per cui in parte combattono inconsapevolmente proprio le stesse balene - giocano il loro ruolo nella minaccia di questi animali. Lo stesso vale per l'inquinamento acustico.
Una speranza, tuttavia, c'è. Secondo la ricercatrice Pearson, la crisi della biodiversità potrebbe essere risolta proprio grazie agli investimenti fatti sulle balene per risolvere la crisi climatica. «Si può pensare alla protezione delle balene come a una strategia a basso rischio e a basso rimpianto, perché non c'è alcun aspetto negativo», ha spiegato alla CNN. «E se le proteggessimo e ottenessimo benefici per l'ecosistema, oltre al carbonio?». A detta dell'esperta, infatti, questa strategia non presenta rischi rispetto ad altre soluzioni costose e non testate per catturare e intrappolare il carbonio. E la speranza di prendere due piccioni con una fava, salvando sia il clima che le balene, in fondo, resta.