È un giorno nero per Zelensky

Non è stata una giornata facile per l’Ucraina e per il presidente Zelensky, accusato di voler accentrare a sé il controllo delle agenzie anticorruzione, mentre le forze russe si avvicinano alla città chiave di Pokrovsk, quando in Turchia riprende un negoziato con poche speranze e poche aspettative.
Il comandante militare ucraino Oleksandr Syrskyi, che a maggio aveva affermato che l’Ucraina aveva bloccato la lunga e logorante offensiva russa su Pokrovsk e aveva persino respinto il nemico in alcune zone, ha aggiornato il lessico, dichiarando che le sue forze stanno «tenendo duro». Diversi funzionari militari ucraini affermano che la Russia sta martellando con artiglieria, bombe plananti e droni e ha inviato piccoli gruppi di combattenti per cercare di guadagnare terreno senza sacrificare interi battaglioni con relativi mezzi di fanteria e veicoli corazzati.
I droni non si fermano mai
L’escalation degli attacchi russi nelle ultime settimane ha messo a dura prova le difese dell’Ucraina in un momento in cui le sue truppe stanno affrontando una rinnovata pressione sul fronte, e costretto i residenti di Kiev e in tutto il Paese a rifugiarsi nei bunker antiaerei, come non avveniva da molti mesi. «Questo è terrore perché succede ogni notte quando la gente dorme», si lamenta Karyna, una venticinquenne residente a Kiev che è fuggita dal suo appartamento pochi istanti prima che fosse travolta dai vetri delle finestre completamente esplosi. Da mesi non capitava di vedere un così massiccio afflusso in bunker, cantine, fermate della metropolitana. Solo nelle ultime due settimane sono stati scagliati contro l’Ucraina oltre 2 mila droni killer, oltre a un imprecisato numero di droni esca. È la nuova frontiera della guerra «a distanza». Si tratta di copie in plastica dei droni kamikaze di progettazione iraniana. Hanno uno scopo preciso: costringere la contraerea mobile ucraina a sparare lasciando così individuare le posizioni a terra della difesa. Poco dopo sopraggiungono i velivoli senza pilota caricati con gli esplosivi che puntano in picchiata generalmente su due obiettivi: la postazione della contraerea, così da tenerla impegnata, e intanto mirare a centri abitati o infrastrutture sensibili, così da avere maggiore probabilità di colpire senza essere intercettati.
Il cambio di prospettiva
Sul terreno non mancano le ambiguità. Dopo iniziali toni trionfalistici, nei giorni scorsi il capo delle forze armate ucraine, il generale Styrsky ha confermato che la Russia ha dispiegato 111 mila uomini solo nella zona di Pokrovsk. Mosca sostiene che le forze ucraine stiano subendo gravi perdite. Ma nessuna delle due parti rivela il numero totale delle vittime.
Nelle retrovie si combattono battaglie solo apparentemente incruente. Un uomo sospettato di essere l’amministratore del forum cybercriminale in lingua russa «XSS.is» è stato arrestato a Kiev, ma dalla polizia francese, secondo quanto riferito ieri dalle autorità di Parigi e dall’organismo di polizia paneuropeo Europol. Il sospettato, il cui nome non è stato reso noto, avrebbe ottenuto più di 7 milioni di euro. «Non era solo un operatore tecnico, ma si ritiene che abbia svolto un ruolo centrale nel consentire l’attività criminale», si legge in una dichiarazione di Europol. In altre parole, «agendo come terza parte fidata, ha arbitrato le controversie tra criminali e garantito la sicurezza delle transazioni. Si ritiene inoltre che abbia gestito ‘‘thesecure.biz’’, un servizio di messaggistica privata su misura per le esigenze della criminalità informatica clandestina». Tecnologia messa al servizio di Mosca che ha così potuto continuare le attività di infiltrazione e condizionamento in Europa e in Ucraina. Secondo Europol il forum contava oltre 50 mila utenti registrati e fungeva da mercato chiave per dati rubati, strumenti di hacking e altri servizi illegali.
La lettera dell’UE
La giornata «no» per la leadership ucraina, è stata segnata dal caso corruzione. Con 263 voti, su 450 membri, il Parlamento ucraino ha approvato una controversa legge che secondo i critici cancellerebbe l’indipendenza dell’Ufficio nazionale anticorruzione (Nabu), consegnandolo al controllo diretto del presidente. Zelensky ha assicurato che in realtà si tratta di un modo per rendere ancora più efficace il contrasto al malcostume dello scambio di denaro in cambio di favori e non di rado per ottenere il riconoscimento di diritti. Tuttavia diverse organizzazioni della società civile hanno fatto notare che oltre metà dei parlamentari quasi 40 parlamentari citati nelle indagini per corruzione hanno votato favorevolmente all’iniziativa del presidente.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, «ha trasmesso» al presidente ucraino «la sua grande preoccupazione per le conseguenze degli emendamenti e ha chiesto spiegazioni al governo ucraino». Lo ha dichiarato il portavoce dell’esecutivo UE per l’allargamento, Guillaume Mercier, riferendo delle preoccupazioni per la nuova legge ucraina che limita l’indipendenza delle istituzioni anticorruzione, mossa che va contro gli impegni assunti da Kiev nella sua strada verso l’adesione all’Unione. Mercier ha ricordato che la lotta alla corruzione e il buon funzionamento dello Stato di diritto sono «elementi chiave» dell’UE e che, in quanto Paese candidato, Kiev è tenuta a rispettare i più alti standard. Dal canto suo, Zelensky ha difeso la misura, presentandola come dovuta per far fronte a ingerenze russe all’interno delle agenzie e promettendo che entrambe continueranno a funzionare, «ma senza l’influenza russa», che va «eliminata».