Pandemia

Ecco il test per le varianti emergenti

È stato sviluppato dalle specialiste di analisi molecolare Alison Todd ed Elisa Mokany ed è prodotto dalla loro compagnia di diagnostica SpeeDx, che ha uffici a Londra, in USA e distributori per l’Europa
© KEYSTONE (EPA/ABIR SULTAN)
Ats
07.09.2021 10:26

Ricercatori australiani hanno sviluppato un test diagnostico rapido molecolare (PCR) per le varianti emergenti di COVID-19, che identifica rapidamente nuove mutazioni prima che si diffondano, permettendo quindi di migliorare sostanzialmente la gestione di nuovi focolai epidemici.

Il test utilizza una piattaforma tecnologica specifica e super sensibile, che permette di identificare tutti i ceppi del virus presenti nel campione in un solo prelievo. Uno dei più rapidi test al mondo, è stato sviluppato usando oltre un milione di sequenze genetiche per assicurare accuratezza e può analizzare fino a 2.000 campioni in otto ore.

Il test è stato sviluppato dalle specialiste di analisi molecolare Alison Todd ed Elisa Mokany ed è prodotto dalla loro compagnia di diagnostica SpeeDx, che ha uffici a Londra, in USA e distributori per l’Europa. Conosciute per il loro lavoro pioneristico nell’individuare ceppi resistenti di superbatteri, quando la pandemia ha colpito hanno concentrato l’attenzione verso le varianti di COVID-19.

«La tecnologia è molto adatta per analizzare multiple mutazioni in un solo test. Permette un tempo di risposta molto più rapido e consentirà anche di far fronte ad aumenti di domanda», ha detto Todd al quotidiano The Australian. «E tutti i nostri test sono costruiti per essere compatibili con l’equipaggiamento standard già presente in tutti i laboratori».

La studiosa aggiunge che sono essenziali indagini epidemiologiche per individuare ceppi del virus che mostrano maggiore trasmissibilità e ridotta efficacia del vaccino e quindi richiedono un rapido intervento di salute pubblica. «La comunità globale diffonde costantemente informazioni di sequencing, e noi le analizziamo per vedere se ci sono nuove varianti che sono più infettive e legate a ridotta efficacia del vaccino».

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