Edi Rama miglior attore non protagonista del teatrino politico italiano

In questi giorni in Italia va in scena, e con invidiabile successo, soprattutto di critica, una tipica commedia nazionale con un attore non protagonista che se ne sta sornione in disparte. Per vellicare la vostra curiosità vi sveliamo subito il nome: si chiama Edvin Kristaq (detto Edi) Rama e da oltre undici anni è primo ministro dell’Albania.
Un anno fa Rama è venuto a Roma per firmare un protocollo d’intesa con la collega italiana Giorgia Meloni. Il governo di Roma è diventato il primo governo d’Europa a delocalizzare i migranti. Tirana ha offerto un ciuffo di terra albanese per costruire due centri di permanenza per i rimpatri. Per cinque anni, più cinque di rinnovo, il molo di Shengjin e l’ex area militare di Gjader sono in prestito agli italiani senza diritto di riscatto. Rama ha individuato due zone periferiche, relativamente tranquille. Due zone definite «fatiscenti» e così descritte nei documenti della Ragioneria Generale dello Stato: «L’intera zona non è dotata di fogna pubblica. Per lo scarico delle acque nere è necessario realizzare un serbatoio di accumulo di idonea capacità da svuotare periodicamente con autospurgo o, in alternativa, è necessario realizzare un depuratore. La portata e la pressione dell’acqua potabile non sono sufficienti per alimentare l’intero centro. Prevedere serbatoi di accumulo con autoclave».
In un anno scarso, rara opera di efficienza italiana, il governo di Roma è riuscito a tirare su i due centri di permanenza per il rimpatrio che possono accogliere un massimo di 3.000 migranti e si è impegnata a spendere oltre 680 milioni di euro nei primi cinque anni. Come ha ripetuto più volte Rama, il governo albanese non ha consumato un euro, anzi un lek. Al contrario il governo di Roma ha stanziato 94 milioni di euro per rimborsi forfettari al governo di Tirana e ha promesso che, fra cinque o dieci anni o quando serve, lascerà pulite e ordinate le strutture di Shengjin e Gjader. Bene, partiti.
Questa settimana una ventina di migranti salvati in mare, non donne, non bambini, non anziani, non feriti, sono stati trasferiti in Albania. Un paio sono tornati subito in Italia perché minorenni. Una dozzina s’è sottoposta alle pratiche per ottenere l’asilo. Non è stato accordato. Però il Tribunale ha vietato il «respingimento» nei Paesi di provenienza perché considerati «Paesi non sicuri» e ha disposto il rientro in Italia.
Al momento i centri di Shengjin e Gjader sono vuoti, mentre in Italia la commedia si tramuta in teatrino politico. E Rama? Rama l’aveva premesso: da buoni amici vi aiutiamo, ma fate voi. A Rama interessa il consenso dentro e fuori l’Albania. È l’unico socialista europeo in ottimi rapporti con la destra di Meloni. Sempre questa settimana l’Unione ha avviato i negoziati formali con il governo di Tirana per l’ingresso albanese in Europa.
Dal Manuale di sopravvivenza dell’attore non protagonista di Ninni Bruschetta: «Il non protagonista viene così presentato come il professionista in grado di apprezzare il lavoro che fa, senza il peso di un ruolo a gravargli sulle spalle per tutta la carriera, l’uomo che torna sé stesso a fine giornata, orgoglioso dei propri successi, ma senza essere troppo distratto dalla fama». Complimenti.