Emergenza sanitaria in Bolivia per un'epidemia di morbillo

Il governo della Bolivia ha dichiarato l'emergenza sanitaria nazionale per un'epidemia di morbillo, dopo che negli ultimi due mesi sono stati confermati almeno 60 casi in tre dei nove dipartimenti del Paese.
Tra le prime misure adottate ci sono state l'anticipo delle vacanze scolastiche invernali nella città di Santa Cruz, epicentro dell'epidemia, e l'avvio della didattica a distanza nelle città di La Paz, El Alto e Potosí, dove sono stati segnalati altri casi.
Inoltre, è stato imposto ai bambini di età inferiore ai cinque anni di presentare un certificato di vaccinazione completo per gli spostamenti interdipartimentali mentre è stata avviata anche una massiccia campagna di vaccinazione in tutto il Paese.
«Non possiamo permettere che questa malattia del morbillo si diffonda nel Paese. Per questo vogliamo risolvere i problemi alla radice. Come possiamo affrontarli? Con i vaccini», ha dichiarato il Presidente Luis Arce durante un evento pubblico a Santa Cruz. «Questa malattia è molto più grave del COVID-19; dobbiamo essere molto attenti», ha aggiunto.
Secondo quanto ricostruito dalle autorità sanitarie il primo caso importato è stato registrato ad aprile e riguarda una persona proveniente dalla Russia, arrivata a Santa Cruz per partecipare a un evento internazionale e dal primo caso, in poco più di due mesi, il numero di contagi è salito a 60.
Il morbillo è una malattia virale altamente contagiosa, non curabile, che colpisce principalmente i bambini, causando gravi problemi di salute, tra cui diarrea grave, infezioni alle orecchie, cecità, polmonite e edema cerebrale, secondo l'Organizzazione Panamericana della Sanità. A livello mondiale rimane una delle principali cause di morte tra i bambini nonostante l'esistenza di un vaccino sicuro ed efficace per prevenirlo.