Emergono ulteriori dubbi sulla colpevolezza dell'«infermiera killer di neonati»

Emergono nuovi dubbi nel Regno Unito sulla colpevolezza dell'«infermiera killer» Lucy Letby, condannata all'ergastolo per la cosiddetta «strage di neonati» del Countess of Chester Hospital, l'ospedale del nord dell'Inghilterra in cui la donna, addetta al reparto maternità, fece morire - deliberatamente secondo le accuse - 7 neonati fra il 2015 e il 2016, e tentò di ucciderne altrettanti per motivi deliranti rimasti però in larga parte oscuri.
A rilanciarli, dopo che il dibattito tra colpevolisti e innocentisti va avanti ormai da settimane nel paese e ha coinvolto diversi media, è stata la BBC. Un numero consistente di esperti ha sollevato infatti forti perplessità se non critiche palesi sui processi condotti dalla giustizia britannica contro Letby.
In particolare è stato messo in discussione il fatto che la donna si fosse trovata a lavorare quando si verificavano le morti nel reparto. Soprattutto se si considera che proprio la maternità dell'ospedale era già finita sotto accusa in passato, come del resto quelle di altri centri inglesi, per errori e negligenze del personale risultati anche fatali per i neonati.
Su questo l'emittente pubblica ha sentito uno dei massimi esperti di statistica, il professor Peter Green, ex presidente della Royal Statistical Society, secondo cui quando l'infermiera non era in servizio si verificarono comunque almeno sei morti di neonati e repentini peggioramenti di salute dei piccoli.
Nuovi dubbi poi sono stati sollevati sul ricorso da parte di Letby, proclamatasi sempre innocente, ad iniezioni di insulina in dosaggio eccessivo o di aria per indurre un'embolia gassosa come modi per uccidere le sue vittime. Il professor Alan Wayne Jones, esperto di tossicologia forense, ha contestato nel merito la metodologia usata per suffragare la tesi dell'accusa.
A fronte delle domande ancora aperte, 24 esperti di vari settori hanno chiesto in una lettera di ritardare l'inchiesta pubblica sul caso Letby, che si apre il 10 settembre, o in alternativa di modificarne i termini di riferimento per riflettere il dibattito attuale.