Esonda il Frejus a Bardonecchia, è allerta massima

La pioggia tanto attesa dopo l'ondata di calore ha ferito le montagne, in Piemonte come in Valle d'Aosta, ieri in Veneto. A Bardonecchia, località turistica a 1300 metri di quota nel Torinese, un uomo di 70 anni ha perso la vita, travolto da acqua e fango dopo l'esondazione del rio Frejus.
Non sono passati due anni da quando una frana aveva terrorizzato il Paese, la notte tra il 13 e il 14 agosto 2023. Ai 1500 metri di Cogne il problema invece sono un'altra volta i collegamenti stradali. A un anno esatto dall'alluvione che la rese irraggiungibile per ventotto giorni, tre frane hanno di nuovo isolato la località ai piedi del Gran Paradiso.
Bardonecchia, una piccola perla in una laterale della valle di Susa, si è vista nuovamente spaventata dal suo rio Frejus, un torrente impetuoso che passa nell'esatto centro cittadino e che era stato capace di cancellare col fango per giorni la geografia locale nel 2023. L'allerta massima oggi è stata lanciata immediatamente dal comune.
«Non avvicinarsi ai ponti ed evitare gli spostamenti» è stato l'appello della sindaca, Chiara Rossetti, che ha ordinato «di non uscire di casa e di non utilizzare l'auto». Allagamenti si registrano sull'autostrada A32 Torino Bardonecchia e l'uscita per la località turistica è stata chiusa in entrambe le direzioni. Lo stesso per la statale nel tratto vicino al paese, che è piena d'acqua.
La vittima è un uomo di 70 anni, che alcune persone hanno visto uscire dal proprio furgone e scomparire tra acqua e fango. I vigili del fuoco l'hanno recuperato ormai esanime. In paese intanto 150 bambini in vacanza nei centri estivi sono stati messi al sicuro nel palazzetto dello sport, a disposizione anche di chi ne avesse necessità e c'è una zona rossa lungo il torrente con divieto di accesso. I vigili del fuoco sono impegnati a liberare dai detriti le strade e a cercare di metterle in sicurezza.
A Cogne non sono ancora chiari i tempi ma la situazione è ben diversa da un anno fa, quando il torrente Grand Eyvia cancellò ampi tratti dell'unica strada di collegamento con il fondovalle, portando a sgomberare in elicottero 1800 persone rimaste bloccate. Oggi, invece, in poche ore è stato possibile concedere una finestra di transito sulla strada, ma la data di riapertura definitiva è attesa solo per martedì. E sulle prossime ore pesa un'allerta idrogeologica gialla per nuovi possibili dissesti.
Le frane sono arrivate in contemporanea con l'avvio di una stagione turistica partita sotto i migliori auspici e gli albergatori sperano in una riapertura veloce: complice l'afa nelle città, sono circa già 4mila le persone stimate in paese. Sulla regionale 47 della Valle d'Aosta il nubifragio si è abbattuto intorno alle 3, più a valle dell'abitato di Cogne.
In un'ora si sono scaricati a terra 40 millimetri di pioggia mista a grandine: pietre, fango e piante sono piombate in strada. Le conseguenze maggiori su un tratto di 500 metri di carreggiata, nel territorio comunale di Aymavilles, tra Vieyes e il ponte di Chevril. Come un anno fa, intorno al chilometro 9. Nessuno, come allora, è rimasto ferito. I passeggeri di un'auto, che si è trovata bloccata, sono stati recuperati in un'operazione congiunta di soccorso alpino valdostano e vigili del fuoco. Strada chiusa più in basso, al bivio di Ozein, dove i turisti in auto, anche dall'estero, si sono trovati di fronte a una transenna.
Una frana era scesa solo ieri in Veneto, sulla Croda Marcora, nelle Dolomiti bellunesi. Aveva ricoperto con un denso strato di polvere il paese di San Vito di Cadore, il centro più importante lungo la 51 di Alemagna prima di Cortina d'Ampezzo, senza però provocare danni in paese.