«Esplosioni a Rafah udite fino a 30 km all'interno del Sinai»

Fonti dal lato egiziano del valico di Rafah tra Egitto e Striscia di Gaza fanno sapere che il rumore delle esplosioni degli attacchi israeliani sul lato palestinese è stato molto forte stanotte, tanto da essere udito a fino a circa 30 chilometri di distanza all'interno del Sinai.
«Il suono è stato incessante fino all'alba, si sentiva anche il rumore delle case che crollavano, poi è tornata la calma, mentre i due valichi di Rafah e Kerem Salem restano chiusi al passaggio di aiuti per la popolazione di Gaza e ai feriti in uscita», hanno riferito testimoni diretti e corrispondenti della stampa egiziana.
In mattinata, in una calma irreale dal lato egiziano di Rafah, numerosi camion di aiuti umanitari si sono rimessi in coda davanti al terminal sperando di passare.
Intanto, continuano ad arrivare all'aeroporto egiziano di Al-Arish, nel nord Sinai, carichi di aiuti per la popolazione di Gaza, nonostante la chiusura dei valichi con la Striscia. Lo riferiscono fonti dell'aeroporto.
Questa mattina lo scalo ha ricevuto un aereo appartenente all'aeronautica degli Emirati Arabi Uniti da una base militare nel nord-est di Abu Dhabi, che trasportava diverse tonnellate di aiuti umanitari e forniture di soccorso per sostenere la popolazione di Gaza.
«Nelle ultime ore diversi aerei appartenenti a Paesi della coalizione internazionale hanno tentato di effettuare lanci di aiuti su alcune zone poco accessibili della Striscia di Gaza ma le autorità israeliane hanno rifiutato di concedere a questi aerei il permesso di effettuare i lanci», afferma dal canto suo una fonte aereoportuale egiziana, precisando che «un aereo cargo militare Airbus C295M dell'aeronautica egiziana si trova in una base militare giordana in attesa della necessaria approvazione insieme a diversi altri aerei dei paesi della coalizione internazionale».
L'ultima operazione di lancio di aiuti dagli aerei su Gaza ha avuto luogo il 9 maggio, dicono le fonti.
Intanto, l'esercito israeliano ha fatto sapere che 4 soldati sono stati feriti da due missili anti tank lanciati dal Libano nell'area di Yiftah, nel nord del Paese, dove prima erano risuonate le sirene di allarme. Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che un drone passato da Libano è caduto nell'area di Zarit, sempre nel nord di Israele, ma senza provocare vittime.
In una conversazione telefonica con il segretario di stato Usa Antony Blinken, il ministro della difesa Yoav Gallat ha nel frattempo ribadito «l'impegno di Israele nel continuare ad operare per raggiungere gli obiettivi della guerra: il rilascio dei 132 ostaggi e la distruzione di Hamas». Lo ha fatto sapere l'ufficio di Gallant secondo cui i due hanno «discusso degli sviluppi a Gaza, incluse le operazioni dell'Idf nella Striscia contro il terrorismo e l'azione mirata nell'area di Rafah contro i restanti battaglioni di Hamas e per la sicurezza dei valichi».
Dal canto suo, l'Egitto ha informato gli altri mediatori nei negoziati per Gaza del suo «categorico rifiuto dell'escalation israeliana nella Rafah palestinese» e che ritiene «Israele responsabile del deterioramento della situazione nella Striscia di Gaza» e di «impedire gli aiuti». Lo ha detto una fonte di alto livello all'emittente statale egiziana Al Qahera.
Intanto, oltre al ministro Itamar ben Gvir, anche altri esponenti del governo di Benyamin Netanyahu sono stati brevemente contestati nelle cerimonie per il Giorno dei caduti (Yom HaZikaron) svoltesi oggi in tutta Israele, la prima volta dopo il 7 ottobre. Lo hanno riferito i media secondo cui lo stesso ministro della difesa Yoav Gallant nel cimitero militare di Tel Aviv è stato oggetto di una protesta silenziosa da parte di 3 persone che avevano cartelli, tra cui uno con la scritta «Il loro sangue è sulle vostre mani».
A Gallant - secondo le stesse fonti che citano il video di un attivista sui social - è stato urlato da uno dei presenti di lasciare la cerimonia. A Natanya, al ministro dell'Intelligence Gila Gamliel è stato intimato di andarsene da una donna, poi rimbeccata da un altro presente. Lo stesso è avvenuto al cimitero militare Holon al ministro dell'edilizia Yitzhak Goldknopf a cui è stato gridato durante il suo intervento «Vergogna». Anche il ministro dei trasporti Miri Regev ha avuto la sua contestazione da parte di una donna alla fine del suo discorso.