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La Siria annuncia il cessate il fuoco a Sweida

Gli scontri erano scoppiati tra le forze governative e i combattenti drusi dopo le dichiarazioni contraddittorie dei leader religiosi drusi - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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La Siria annuncia il cessate il fuoco a Sweida
Red. Online
15.07.2025 06:20
23:10
23:10
«Accordo sul nucleare entro fine agosto, o pesanti sanzioni all'Iran»

Gli Stati Uniti - d'accordo con il Regno Unito, la Francia e la Germania - hanno deciso di fissare alla fine di agosto la scadenza per il raggiungimento di un accordo sul nucleare con l'Iran. Se entro quella data non sarà raggiunta un'intesa scatteranno sanzioni severe contro l'Iran. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali l'accordo è stato raggiunto dal segretario di Stato Marco Rubio insieme ai ministri degli esteri britannico, francese e tedesco. Le sanzioni saranno attivate in base al meccanismo di 'snapback' che riattiverà quelle previste dall'Onu e revocate in base all'accordo del 2015.

22:31
22:31
«Gli Stati Uniti hanno chiesto a Israele di fermare i raid in Siria»

L'amministrazione Trump ha chiesto a Israele di fermare i raid contro le forze militari siriane nel sud del Paese. Lo riporta Axios citando una fonte americana, secondo la quale Israele ha promesso che cesserà gli attacchi.

21:19
21:19
«Monitoreremo l'intesa sugli aiuti a Gaza»

L'Unione Europea - come sempre profondamente spaccata sulla condotta da tenere con Israele dopo lo scoppio della guerra a Gaza - non ha adottato nessuna delle 10 misure contenute nel rapporto stilato dall'alto rappresentante Kaja Kallas, in cui si spaziava dalla sospensione dell'accordo di associazione all'embargo dei prodotti provenienti dai territori occupati. Era prevedibile, e infatti è stato previsto.

Il Consiglio Affari Esteri, l'ultimo prima della pausa estiva, non è stato però del tutto inutile: gli Stati membri più critici nei confronti di Tel Aviv hanno strappato il "monitoraggio" dell'intesa appena siglata con l'Ue per la consegna degli aiuti a Gaza e deciso di "rianalizzare" la situazione a fine agosto.

"Vediamo segnali positivi: più camion e rifornimenti raggiungono Gaza e più punti di accesso vengono aperti, ma Israele deve adottare misure più concrete per migliorare la situazione umanitaria sul campo", ha detto Kallas in conferenza stampa al termine del Consiglio.

Ora ogni due settimane sarà consegnato un rapporto sui numeri al Comitato di Politica e Sicurezza dell'Ue e si tireranno le somme al Consiglio informale di Copenaghen, appunto a fine agosto. "Saremo pronti ad agire se Israele non manterrà i suoi impegni", ha sottolineato Kallas tornano sulle 10 opzioni. "L'obiettivo non è punire Israele ma migliorare concretamente la situazione a Gaza".

L'alto rappresentante è stata abile perché ha capito qual era il minimo comun denominatore tra i 27 - la questione umanitaria - e da lì è stata in grado di costruire consenso, evitando un'ulteriore plateale spaccatura. Perché si va da Madrid che chiede di "procedere con la sospensione dell'accordo di associazione" finché permane la tragedia di Gaza, all'Ungheria che pone il veto persino sulle (timide) sanzioni ai coloni violenti, già concordate da tutti gli altri (Italia e Germania comprese, fermissime nel patrocinare la via del dialogo e dunque l'approccio light).

Al tavolone rotondo del Consiglio, a quanto spiegano fonti diplomatiche, una metà dei Paesi ha sostenuto che l'intesa sugli aiuti umanitari è stata "frutto del dialogo", mentre l'altra metà ha rimarcato che la svolta è arrivata solo dopo che Israele ha "sentito la pressione" esercitata dal processo di revisione innescata dall'Olanda. Naturalmente c'è poi chi porta l'acqua al suo mulino.

"Un accordo di principio sugli aiuti umanitari non può essere una scusa per l'inazione: abbiamo tutti la responsabilità di proteggere i civili", ha affermato la ministra slovena Tanja Fajon. Il meccanismo del monitoraggio, fa notare un funzionario europeo, mantiene però il faro dell'Ue su Gaza e se Israele non si impegnerà rischia davvero di perdere il sostegno di qualche sponsor di peso. Insomma, si tratta di un processo lungo e tortuoso ma è l'unico percorribile, dato che - al netto delle dichiarazioni ad uso stampa - poi i voti al Consiglio, per ora, non ci sono.

A Gaza, ad ogni modo, lo scenario resta "catastrofico" e i raid sulla Striscia hanno provocato altre vittime tra i civili palestinesi, con l'esercito israeliano che ha ordinato l'evacuazione di gran parte di Gaza City e di Jabalia. L'alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani afferma di aver registrato almeno 875 uccisioni nelle ultime sei settimane presso i punti di soccorso gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Stati Uniti e Israele, e nei convogli gestiti da altri gruppi di soccorso, tra cui l'Onu. La maggior parte delle vittime si trovava nei pressi dei siti della Gaza Humanitarian Foundation, mentre le restanti 201 sono state uccise lungo i percorsi di altri convogli di aiuti.

Alcuni media egiziani fanno invece sapere che sono in corso al Cairo incontri tra Egitto, Qatar e Israele per discutere delle modalità d'ingresso degli aiuti, l'uscita dei feriti e il rientro delle persone bloccate, nell'ambito degli sforzi egiziani per raggiungere un cessate il fuoco. Alla fine, infatti, l'aspirazione ultima, anche a Bruxelles, è quella di mettere fine alla guerra, ottenere la riforma dell'Autorità Palestinese, e ripartire con la soluzione dei due Stati, giudicata come l'unica opzione per avere una pace duratura. Naturalmente è un'altra storia. Che dura da 70 anni e, ormai, rischia di trasformarsi in un feticcio geopolitico, relitto di un mondo ormai tramontato.

19:03
19:03
«18 morti dall'alba per raid israeliani»

La difesa civile di Gaza ha fatto sapere che le forze israeliane hanno ucciso oggi almeno 18 persone, tra cui due donne colpite da colpi d'arma da fuoco vicino a un punto di distribuzione di aiuti. L'organizzazione riferisce anche di decine di feriti, la maggior parte dei quali a seguito di attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza settentrionale.

16:07
16:07
Media, 12 uccisi in Libano da raid israeliani

Almeno 12 persone, di cui sette siriani, sono stati uccisi nel Libano orientale, da ripetuti raid aerei israeliani. Lo riferisce l'agenzia di notizie governativa libanese Nna, citando il governatore della regione di Baalbeck, nell'alta valle della Bekaa.

Gli attacchi aerei hanno colpito campi agricoli e un sito in costruzione, dove erano impiegati operai siriani. Cinque delle sette vittime siriane, appartenevano ala stessa famiglia. Altri tre uccisi sono libanesi.

15:31
15:31
Serie di raid israeliani su Daraa e Suwayda

Una serie di raid aerei israeliani sono stati segnalati da fonti locali siriane nelle regioni meridionali di Daraa e Suwayda, a ridosso delle Alture del Golan occupate da Israele e dalle aree dove l'esercito israeliano opera sul terreno da dicembre scorso.

I raid israeliani si registrano mentre sono ancora in corso sporadici scontri tra forze governative siriane e loro rivali drusi nella regione meridionale di Suwayda.

15:27
15:27
Strage nei punti di soccorso a Gaza: almeno 875 vittime in sei settimane

Almeno 875 uccisioni sono state registrate nelle ultime sei settimane presso i punti di soccorso a Gaza gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Stati Uniti e Israele, e nei convogli gestiti da altri gruppi di soccorso, tra cui le Nazioni Unite.

Lo afferma l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, secondo quanto riporta il Times of Israel.

La maggior parte delle vittime si trovava nei pressi dei siti della Gaza Humanitarian Foundation, mentre le restanti 201 sono state uccise lungo i percorsi di altri convogli di aiuti.

15:08
15:08
Sale a 135 bilancio il bilancio dei morti in 48 ore di scontri in Siria

Sale a 135 uccisi il bilancio degli scontri nel sud della Siria, nella regione di Suwayda. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui alle vittime dei combattimenti tra forze druse, loro rivali beduini e forze governative, si aggiungono 19 persone giustiziate sommariamente nelle ultime ore a Suwayda e dintorni da uomini inquadrati nei ministeri della difesa e degli interno di Damasco.

Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, sono state finora documentate le uccisioni di 12 civili della famiglia Radwan a Suwayda, il capoluogo investito dall'offensiva degli uomini agli ordini dell'autoproclamato presidente Ahmad Sharaa.

A questi si aggiungo 4 civili uccisi, tra cui una donna, giustiziati a sangue freddo nella casa della famiglia Mazluma, a Thale, località vicino Suwayda. Le fonti hanno documentato l'uccisione di tre fratelli, freddati vicino alla rotonda al-Basha, a nord di Suwayda, mentre si trovavano con la madre. La donna è stata risparmiata dagli uomini armati ma ha assistito all'esecuzione dei suoi tre figli.

15:07
15:07
L’Iran propone un'alleanza di sicurezza nella SCO contro minacce e sanzioni

L'Iran ha proposto all'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai di formare un'istituzione collettiva di sicurezza per rispondere a minacce di vario tipo subite dai vari Stati membri.

«Formare un meccanismo permanente per monitorare, documentare e coordinare risposte ad aggressioni militari, atti di sabotaggio, terrorismo di Stato e violazioni della sovranità nazionale degli Stati membri» è una delle proposte avanzate dal capo della Diplomazia di Teheran, Abbas Araghchi, durante il vertice, in corso a Tianjin (Cina), dei ministri degli Esteri dell'organizzazione di cui fanno parte come Paesi membri, oltre a Cina e Iran, anche Kazakhstan, Kyrgyzstan, Russia, Tajikistan, Uzbekistan, India, Pakistan e Bielorussia.

Secondo quanto riferisce Mehr, durante il Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, Araghchi ha proposto anche di «istituire un 'Centro Studi e Contrasto alle Sanzioni Unilaterali' incaricato di sviluppare strategie per contrastare le sanzioni economiche illegali e proteggere le catene di approvvigionamento, i sistemi bancari e gli scambi commerciali degli Stati membri; istituire un 'Forum Regionale per la Sicurezza di Shanghai' con la partecipazione delle agenzie di difesa e di intelligence degli Stati membri per affrontare minacce comuni come terrorismo, estremismo, criminalità organizzata e minacce informatiche» e di «approfondire l'integrazione mediatica e culturale tra gli Stati membri come mezzo per contrastare la guerra cognitiva e le narrazioni unilaterali promosse dai settori mediatici delle potenze egemoni».

13:15
13:15
Un esodo di civili da Suwayda dopo l'ingresso delle forze governative

Un esodo di civili drusi da Suwayda, nel sud della Siria, si registra in queste ore verso le campagne orientali del capoluogo, mentre le forze agli ordini dell'autoproclamato presidente siriano Ahmad Sharaa sono entrate in città. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria.

12:48
12:48
Netanyahu, ordinato il raid in Siria a difesa dei drusi

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e il ministro israeliano della Difesa Israel Katz affermano di aver ordinato all'Idf di colpire le forze siriane «a seguito dell'attacco ai drusi in Siria». Lo riporta il Times of Israel.

Nella dichiarazione si afferma che all'Idf è stato ordinato di colpire «le forze del regime e le armi che sono state introdotte nella zona di Sweida», cosa che Netanyahu e Katz affermano essere «contraria alla politica di smilitarizzazione decisa, che proibisce l'ingresso di forze e armi nella Siria meridionale che mettono in pericolo Israele».

11:51
11:51
La Siria annuncia il cessate il fuoco a Sweida

Il ministro della Difesa siriano ha annunciato oggi un cessate il fuoco nella città a maggioranza drusa di Sweida, dopo l'ingresso delle forze governative in città per porre fine ai sanguinosi scontri con le tribù beduine.

«A tutte le unità che operano nella città di Sweida, dichiariamo un cessate il fuoco completo dopo un accordo con i notabili e i dignitari della città», ha scritto su X il ministro, Murhaf Abu Qasra.

Gli scontri erano scoppiati tra le forze governative e i combattenti drusi dopo le dichiarazioni contraddittorie dei leader religiosi drusi, la maggior parte dei quali esortava i combattenti a deporre le armi.

11:01
11:01
Jet israeliani compiono raid su Suwayda in Siria

L'aviazione israeliana ha compiuto raid aerei sulla regione meridionale siriana di Suwayda. Lo riferiscono media locali.

Secondo le fonti locali, l'aviazione israeliana ha colpito un carro armato delle forze siriane agli ordini dell'autoproclamato presidente Ahmad Sharaa. Il tank, affermano le fonti, faceva parte di un convoglio che si apprestava a entrare nella città di Suwayda. Le forze di Damasco sono entrate stamani nel centro cittadino e il raid israeliano condotto stamani è apparso per ora solo dimostrativo.

10:42
10:42
«Non ci siamo mai fidati degli Usa nei colloqui»

«Vorrei ribadirlo: non abbiamo mai negoziato con gli Stati Uniti sulla base della fiducia, poiché la storia di Washington in materia di violazione dei propri impegni riguardo al dossier nucleare iraniano è ben nota a tutti». Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, facendo riferimento ai colloqui sul nucleare avviati in aprile con gli Stati Uniti ma interrotti in seguito all'attacco di Israele in territorio iraniano e ai raid di Washington contro i siti nucleari di Teheran in giugno.

«L'attacco israeliano all'Iran è stato un duro colpo per la diplomazia, le norme internazionali e la stabilità dell'intera regione», ha aggiunto il funzionario, come riferisce Mehr.

10:41
10:41
Siria: le forze governative sono entrate a Suwayda

Le forze governative siriane agli ordini dell'autoproclamato presidente Ahmad Sharaa (Jolani) sono entrate a Suwayda, capoluogo meridionale roccaforte della comunità drusa di Siria. Lo riferisce la tv filo-governativa SyriaTv mostrando immagini dei militari e miliziani agli ordini di Sharaa per le strade di Suwayda.

Le autorità religiose druse di Suwayda hanno invitato le forze druse locali ad arrendersi alle forze governative di Damasco e a consegnare le armi per evitare scontri armati all'interno della città. In un comunicato diffuso nelle ultime ore, quando le forze governative si apprestavano a entrare nel capoluogo meridionale, i leader religiosi drusi hanno scritto sul profilo ufficiale della Presidenza spirituale dei drusi: «dopo i recenti eventi che hanno colpito la regione di Suwayda negli ultimi giorni, causando un elevato numero di vittime, e spinti dal desiderio di prevenire ulteriori spargimenti di sangue e di ripristinare la sicurezza e la stabilità nella regione, e nella convinzione che per realizzare ciò sia necessaria l'imposizione dell'autorità statale sulla regione tramite le istituzioni ufficiali, in particolare quelle di sicurezza e militari, dichiariamo quanto segue».

Il comunicato prosegue con alcuni punti in cui si accoglie l'ingresso delle forze di Damasco; si chiede alle fazioni (druse) di cooperare con le istituzioni statali, non opporre resistenza e consegnare le armi; si invita il governo ad avviare un dialogo per «attivare le istituzioni statali in collaborazione con la popolazione della regione, mettendo a frutto le loro risorse e capacità nei vari settori». L'ultimo punto si riferisce all'esigenza delle autorità locali druse di negoziare con Damasco una sorta di autonomia amministrativa, di sicurezza e nella gestione delle risorse e dei servizi a Suwayda.

09:58
09:58
Madrid: Israele viola diritti umani, l'Ue sospenda l'accordo

Se l'Unione europea ha concluso che c'è una violazione dei diritti umani e che Israele viola l'articolo 2 dell'accordo di associazione con l'Ue, «la cosa logica per la Spagna è procedere con la sospensione di quell'accordo di associazione finché questa situazione persiste». Lo ha detto il capo della diplomazia spagnola José Manuel Albares Bueno arrivando al Consiglio Esteri.

Il ministro ha poi indicato come «positiva» qualsiasi cosa «rompa il disumano blocco imposto da Israele a Gaza» ma, ha avvertito, «vogliamo conoscere maggiori dettagli» dell'intesa raggiunta tra Bruxelles e Tel Aviv sugli aiuti umanitari e, «soprattutto, vogliamo essere sicuri che la distribuzione degli aiuti sia regolata dai principi di neutralità e indipendenza, affinché gli aiuti umanitari raggiungano realmente tutti e che ci sia un meccanismo di monitoraggio e attuazione allo stesso tempo».

09:02
09:02
Idf: evacuare immediatamente Gaza City e Jabalia

L'esercito israeliano (Idf) ha esortato la popolazione di Gaza City e Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, a «evacuare immediatamente», riporta Al Jazeera.

Un portavoce dell'Idf ha affermato che si tratta di un «avvertimento urgente per tutti coloro che sono ancora presenti a Gaza City e Jabalia» nei quartieri elencati, invitandoli a «evacuare immediatamente a sud, verso al-Mawasi».

07:34
07:34
Bombe israeliane su campo profughi Gaza: almeno 5 morti

I soccorritori a Gaza affermano che le forze israeliane hanno attaccato oggi un'abitazione nel campo profughi di Shati, situato a ovest di Gaza City, nel nord della Striscia, uccidendo almeno cinque persone e ferendone diverse altre. Lo riporta Al Jazeera.

06:45
06:45
Reporter della Cnn attaccato dai coloni israeliani

Un giornalista della Cnn afferma che la sua troupe è stata attaccata ieri da coloni israeliani mentre si trovava in Cisgiordania per documentare la morte di un ventenne palestinese-americano che sarebbe stato ucciso a botte vicino a Ramallah alcuni giorni fa.

«Mentre stavamo seguendo questo servizio, io e la mia squadra siamo stati attaccati dai coloni israeliani. Il lunotto posteriore del nostro veicolo è stato rotto, ma siamo riusciti a fuggire illesi», ha dichiarato su X il reporter Jeremy Diamond. «Questo è solo un frammento della realtà che molti palestinesi affrontano in Cisgiordania a causa della crescente violenza dei coloni», ha aggiunto il giornalista della Cnn.

All'inizio di questo mese due giornalisti dell'emittente tedesca Deutsche Welle sono rimasti feriti in un attacco da parte dei coloni israeliani nella stessa zona.

06:26
06:26
Soldato israeliano denunciato in Portogallo per crimini di guerra a Gaza

La Fondazione belga Hind Rajab ha presentato una denuncia alle autorità portoghesi contro un cittadino israeliano attualmente in vacanza a Lisbona, chiedendo il suo arresto immediato e l'apertura di un'indagine.

Dani Adonya Adega è un soldato dell'esercito israeliano e, secondo la richiesta di arresto, uno dei cecchini responsabili di crimini di guerra nella "zona di uccisione" del corridoio di Netzarim. La richiesta alle autorità portoghesi, che si basa tra l'altro sulle immagini postate dal soldato israeliano sui social network, è stata presentata tramite l'avvocato Carmo Afonso, noto in Portogallo anche come editorialista vicino ai partiti dell'estrema sinistra portoghese.

La Fondazione Hind Rajab, con sede a Bruxelles e gestita dai libanesi Dyab Abou Jahjah e Karim Hassoun, prende il nome da una bambina uccisa dagli israeliani nella Striscia di Gaza nel gennaio 2024. Si dedica alla lotta contro quella che i fondatori definiscono "impunità per i crimini di guerra israeliani", spiegando di essersi ispirati al lavoro del Centro Simon Wiesenthal in relazione ai criminali nazisti. Tuttavia, secondo fonti israeliane, si tratta di due persone legate al terrorismo internazionale e che hanno legami con Hezbollah, Hamas e la Lega Araba Europea, un'altra organizzazione belga che è stata sciolta dalla magistratura nel 2010. Questo tipo di denuncia dei soldati israeliani avvistati all'estero non è certo una novità per la fondazione. Questa prima denuncia in Portogallo si basa su una legge nazionale sui reati contro il diritto internazionale, che prevede anche l'arresto per i crimini commessi all'estero.

06:22
06:22
Il punto alle 06.00

La tensione in Medio Oriente si intensifica su più fronti. Israele ha colpito oltre 100 obiettivi nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, mentre proseguono le operazioni terrestri con cinque divisioni schierate sul campo. Secondo l’IDF, gli attacchi hanno preso di mira miliziani, depositi di armi e tunnel. Intanto il Ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, aggiorna a oltre 58.000 il numero delle vittime dall’inizio del conflitto, una cifra che non può essere verificata in modo indipendente e che non distingue tra civili e combattenti.

Sul fronte siriano, l’aviazione israeliana ha intensificato i sorvoli nelle regioni meridionali di Daraa e Qunaytra, vicino al confine con le Alture del Golan. Gli attacchi mirati hanno avuto l’obiettivo di fermare l’avanzata delle forze del regime siriano in un villaggio druso, teatro di sanguinosi scontri con gruppi beduini. «Non resteremo a guardare mentre vengono colpiti i drusi in Siria», ha dichiarato il ministro della Difesa Israel Katz, definendo le operazioni un chiaro avvertimento al regime di Damasco. I legami tra la comunità drusa in Israele, Siria e Libano rendono la questione particolarmente sensibile per Tel Aviv.

Nel frattempo, misteriose esplosioni sono state segnalate in quattro città iraniane, inclusa la capitale Teheran. Secondo il canale Telegram israeliano Abu Ali Express, le deflagrazioni sono avvenute a Shemiran (a nord della capitale), Karaj, Mashhad e Tabriz. Le cause non sono state chiarite, ma sui social iraniani si moltiplicano le ipotesi su un possibile coinvolgimento del Mossad. Le immagini condivise mostrano colonne di fumo levarsi nei cieli, alimentando le speculazioni su un’operazione sotto copertura.

Il quadro complessivo mostra una progressiva estensione del conflitto oltre i confini di Gaza, con Israele determinato a colpire ovunque percepisca minacce dirette o indirette. E con l’Iran di nuovo nell’ombra dei sospetti, il rischio di un’escalation regionale torna prepotentemente all’orizzonte.