Esplosivo e chiodi sull'A14, portavalori rapinati nelle Marche

Hanno gettato chiodi a tre punti sull'autostrada e incendiato cinque auto. Lo scopo? Fermare due portavalori che procedevano in direzione di Pescara, sull'A14 Bologna-Taranto. L'assalto, a Porto Recanati (Macerata), è avvenuto poco dopo le 18 di ieri, in piena ora di punta. I rapinatori hanno sparato alle gomme di un'autocisterna, che si è piazzata di traverso, e sui furgoni con armi semiautomatiche. Con l'esplosivo, hanno tentato di asportare il denaro dai blindati, senza riuscirci, sono quindi fuggiti.
Secondo le prime ricostruzioni, il commando ha agito in modo coordinato tra Loreto e Civitanova Marche, all’altezza del chilometro 248,5 in direzione sud. I banditi hanno sparato alcuni colpi ed è stata udita anche un'esplosione. Sull’asfalto sono stati rinvenuti chiodi a tre punte. La cisterna di traverso avrebbe dovuto bloccare la carreggiata e costringere i furgoni a fermarsi, ma la prontezza delle guardie giurate – una avrebbe risposto al fuoco – e l’arrivo delle pattuglie hanno fatto saltare il piano.

La Questura di Macerata ha attivato il piano anti-rapina. Sono stati istituiti posti di blocco in diversi punti della provincia, mentre gli uomini della polizia scientifica hanno effettuato i rilievi sul luogo dell’assalto. Gli investigatori stanno analizzando le immagini delle telecamere lungo il tratto di autostrada per identificare i mezzi usati dai banditi.
Uno dei rapinatori è rimasto ferito alla gamba, è stato ritrovato ferito vicino a un vivaio a Potenza Picena ed è stato ricoverato all'ospedale regionale di Torrette, ad Ancona. Altri due uomini sono stati fermati subito dopo il colpo fallito, vicino a un furgone che conteneva due moto preparate per la fuga. Mancano all'appello almeno altri due membri della banda, fuggiti per i campi vicini all'A14 in direzione di Potenza Picena.
Dieci anni fa, il 30 settembre 2015, otto banditi avevano assaltato due furgoni portavalori a colpi di kalashnikov, sempre nel tratto dell’A14 tra Porto Recanati e Loreto, fuggendo con un bottino di 4,7 milioni di euro. In seguito erano stati rintracciati e arrestati.
