Eva Air e quel congedo richiesto a un'assistente di volo deceduta

È un caso che, indubbiamente, sta facendo discutere, quello che negli scorsi giorni ha visto protagonista Eva Air: la compagnia aerea taiwanese si è scusata per aver richiesto alcuni documenti relativi a un congedo a una dipendente morta. Sun – questo il cognome della donna – era un'assistente di volo di 34 anni. È deceduta a inizio ottobre dopo essersi sentita male durante un volo. Una tragedia, per la famiglia, che nei giorni successivi al decesso si è ritrovata a dover gestire anche una situazione piuttosto scomoda.
Qualche giorno dopo la morte di Sun, sul suo telefono è arrivato un messaggio di testo da un rappresentante di Eva Air in cui alla donna venivano chiesti «documenti comprovanti la sua richiesta di congedo» durante il periodo in cui era stata ricoverata in ospedale. La 34.enne, infatti, aveva accusato il malore durante un volo da Milano a Taoyuan City (dove si trova la base di Eva Air a Taiwan), ma è deceduta giorni dopo, l'8 ottobre, dopo un ricovero in ospedale.
Al messaggio, neanche a dirlo, la famiglia ha risposto inviando una copia del certificato di morte della donna. Ma la situazione, già delicata, non finisce qui. Dopo il decesso dell'assistente di volo, sui social sono comparsi alcuni commenti di utenti anonimi che, spacciandosi per colleghi della vittima, hanno dichiarato che la 34.enne sarebbe stata costretta a lavorare anche quando non si sentiva bene.
Un aspetto, questo, difficile da chiarire, soprattutto perché il China Medical University Hospital di Taichung, dove la donna è deceduta, non ha reso pubblica la causa del decesso. Eva Air, dal canto suo, in una dichiarazione rilasciata alla BBC ha affermato di aver mantenuto i contatti con la famiglia durante il ricovero della signora Sun in ospedale, e di essere «profondamente addolorata» per la sua morte. «La salute e la sicurezza dei nostri dipendenti e passeggeri sono le nostre massime priorità», ha dichiarato la compagnia aerea, aggiungendo di stare effettuando indagini approfondite sul caso. Stando alle dichiarazioni di alti funzionari di Eva Air, il messaggio ricevuto dal telefono della hostess sarebbe stato «un errore di un dipendente interno».
Secondo i registri di volo degli ultimi mesi, visionati dalla Central News Agency (CNA) di Taiwan, la 34.enne aveva volato in media 75 ore al mese: un numero che rientra nei limiti normativi. Sempre secondo la CNA, tuttavia, dal 2013 Eva Air è stata multata sette volte, per lo più per reati legati al lavoro straordinario del personale.