Evangelici, un solido pilastro dell’amministrazione Trump

Negli Stati Uniti mancano ormai pochissimi giorni alle elezioni del 3 novembre. Il candidato alla Casa Bianca Biden è ancora in testa nei sondaggi ma Trump appare in recupero sia a livello nazionale che di singoli Stati. La martellante campagna elettorale del presidente uscente con continui spostamenti da uno Stato all’altro sembra portare i suoi frutti, anche se la strategia dell’inquilino della Casa Bianca non sembra cambiata. Invece di rivolgersi a tutti gli americani, i suoi discorsi infuocati sono diretti ai suoi sostenitori più fedeli, a cominciare dai cristiani evangelici.
Gli evangelici rappresentano la corrente religiosa più importante degli Stati Uniti e sono circa un quarto della popolazione americana. Secondo vari studi nelle elezioni del 2016 questa corrente del protestantesimo aveva votato all’81 per cento per Donald Trump. Ecco perché nel corso del suo mandato, il presidente americano ha coccolato gli oltre 80 milioni di protestanti evangelici del Paese. L’ultimo «regalo» nei loro confronti è stata la nomina della giudice Emy Coney Barrett, 48 anni, alla Corte Suprema.
Un’elezione a vita che non può che rallegrare gli evangelici visto che la Barrett, pur essendo cattolica, è in sintonia con loro in quanto sostiene da anni posizioni inflessibili contro l’aborto e contro i matrimoni tra omosessuali. Dunque Trump è sicuro di poter contare su questa corrente religiosa per prolungare di quattro anni il suo mandato alla Casa Bianca. Del resto sia il vicepresidente Mike Pence, sia il Segretario di stato Mike Pompeo sono evangelici. Sebbene vi siano state prese di posizione critiche nei confronti di Trump da parte di alcuni leader evangelici e della stessa Christianity Today, principale rivista dell’evangelicalismo americano, secondo alcuni analisti è molto facile mobilitare gli evangelici per le elezioni, in quanto sono concentrati su pochi argomenti, a cominciare dal «diritto alla vita». Pertanto la loro scelta elettorale sarebbe legata soprattutto alla posizione dei candidati sull’aborto.
In realtà non è così semplice sintetizzare i valori e il pensiero degli evangelici, considerato che non si tratta di un gruppo omogeneo ma di numerose Chiese, sparse nei vari Stati, a gerarchia debole (si veda l’articolo qui a lato). Ad ogni modo dalla sua entrata in carica, nel gennaio del 2017, Trump ha piazzato alla Corte Suprema tre giudici contrari all’aborto; di cui la Barrett è stata l’ultima in ordine cronologico. Un bel colpo. Inoltre gli evangelici apprezzano la politica pro-Israele di Trump. Paradossalmente più degli ebrei americani che sono in maggioranza democratici.
Gli evangelici, come spiega Mario Del Pero, professore di Storia della politica estera statunitense all’Istituto SciencesPo di Parigi, rappresentano un mondo composito e sfuggente. Si tratta infatti di un universo formato da moltissime chiese a gerarchia debole o assente. Chiese affiliate tra di loro però nella potente National Association of Evangelicals, fondata nel 1942.
Gli elementi fondamentali che definiscono una sorta di comune denominatore evangelico, almeno rispetto alla politica, sono tre: la centralità dell’esperienza religiosa e individuale, che rimanda a un cristianesimo delle origini, primitivo e spontaneo, la centralità della Bibbia, fondata su una lettura testuale non mediata e la chiamata all’attivismo, anche politico e sociale. In epoca moderna, il primo presidente degli evangelici non è stato un repubblicano, ma un democratico, il battista Jimmy Carter. Tuttavia a partire dagli anni Settanta il crescente attivismo politico del mondo evangelico si è tradotto nell’appoggio al Partito repubblicano. Formazione politica che con il passare degli anni si è mostrata sempre più condizionata, nelle sue politiche, dall’influenza della destra cristiana.
Metamorfosi che Trump ha appoggiato pienamente. Lo scorso 24 gennaio l’inquilino della Casa Bianca ha scritto la storia diventando il primo presidente in carica a esprimersi, a Washington, davanti agli attivisti anti-aborto della Marcia per la vita, un evento annuale instaurato nel 1974.