Marocco

Fiato sospeso e tanto lavoro per salvare il piccolo Ryan, caduto in un pozzo

Il bimbo, 5 anni, è stato inghiottito da un pozzo ormai prosciugato vicino casa, nel borgo di Tamrout – Dall’alba di oggi gli escavatori cercano di bucare la roccia per creare il corridoio di tre metri e raggiungerlo – «Parla e risponde alle domande, stanotte ha chiesto un bicchiere d’acqua»
© KEYSTONE (AP Photo)
Ats
04.02.2022 10:48

Era martedì pomeriggio quando Ryan, 5 anni, è sparito. Stava giocando nei campi, vicino a casa, nel borgo di Tamrout, vicino a Chefchauen, a nord del Marocco. Il padre lo teneva d’occhio ma all’improvviso non lo ha visto più. Inghiottito dal pozzo ormai prosciugato che proprio il padre, contadino, aveva coperto con legna e plastica. Un volo di 32 metri tra pareti strette venti centimetri che in qualche modo hanno frenato lo schianto. Poi l’intervento dei vicini, nel giro di poco l’intero villaggio si è mobilitato, convinti di potercela fare da soli.

Sono trascorsi tre giorni. E procedono in un clima di mobilitazione e ansia continua le operazioni di recupero del piccolo Ryan. Un’altra notte di freddo e sbancamento è appena trascorsa, la terza di questa triste storia. Un’intera montagna - letteralmente - è stata sbancata stanotte, con l’arrivo del sesto bulldozer. Un cratere di 30 metri, parallelo al pozzo, lascia lo spazio ai topografi di studiare gli ultimi accorgimenti. Durante la notte ci sono stati smottamenti che hanno fatto temere il peggio. Sulla catena del Rif, a Nord del Marocco, teatro dell’incidente, i lavori di recupero si sono rivelati più difficili del previsto, troppa roccia, troppi ostacoli.

Ai microfoni di una emittente locale il responsabile del comitato di soccorso ha detto che Ryan ha chiesto dell’acqua, alle 3 del mattino, quando una piccola telecamera introdotta nel pozzo lo ha sorpreso sveglio e cosciente, dopo quasi 60 ore di calvario: «Ryan parla e risponde alle domande».

Dall’alba di oggi gli escavatori cercano di bucare anche la roccia per creare finalmente il corridoio di tre metri e raggiungere il bambino. Tra i tecnici c’è anche chi lavora ormai ininterrottamente da 24 ore in una gara di solidarietà che in Marocco non ha precedenti. Ambulanza e staff medico sono sul campo, per prestare i primi soccorsi al piccolo, una volta che sarà libero.

Intanto, rimbalzano online immagini di code e imbottigliamenti sulle piccole strade che portano a Tamrout, il villaggio di Ryan. È una folla di curiosi, di cittadini arrivati da ogni angolo del Marocco, nella speranza di vedere quel bimbo uscire dal pozzo.

Una storia che ricorda quella di Alfredino Rampi e delle notti di Vermicino: si torna indietro a quelle giornate di giugno del 1981, alle porte di Roma, con la prima grande diretta tv italiana che tenne tutti attaccati allo schermo.