Fori Imperiali, morto l'operaio rimasto per 11 ore tra le rovine della Torre dei Conti

L'operaio rimasto per 11 ore sotto le macerie in seguito al crollo di parte della Torre dei Conti ai Fori Imperiali al centro di Roma, è morto all'ospedale Umberto I.
Sono state effettuate manovre di rianimazione per circa un'ora per salvargli la vita, fa sapere il Policlinico. L'uomo è arrivato al pronto soccorso alle 23.05 in arresto cardiocircolatorio – ricostruisce l'ospedale – . È stato sottoposto a manovre di rianimazione cardiopolmonare che, secondo quanto riferito dal personale del 118, erano già state avviate sul luogo del crollo. All'arrivo al DEA, Dipartimento Emergenza Urgenza, l'équipe medica ha proseguito le manovre rianimatorie per circa un'ora. Nonostante ciò la ripresa dell'attività cardiaca spontanea non è riuscita. Nonostante i tentativi effettuati – conclude la nota – il decesso è stato constatato a mezzanotte e 20.

La Torre era chiusa dal 2007 e per il suo recupero è stato stanziato un finanziamento di quasi 7 milioni di euro. Il crollo, spiegano dalla Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali, ha interessato il contrafforte centrale del lato meridionale e ha provocato a sua volta il collasso di parte del sottostante basamento a scarpa. Il secondo crollo ha interessato parte del vano scala e del solaio di copertura.
La polemica russa
La tragedia dei Fori Imperiali ha fatto il giro del mondo. E si è vestita di polemica una volta messo piede in Russia. La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, commentando il cedimento che ha interessato la Torre dei Conti, ha infatti scritto su Telegram: «Finché il governo italiano sperpererà i soldi dei contribuenti, l'Italia crollerà, dall'economia alle torri». Una provocazione arrivata proprio mentre il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto annunciava un nuovo pacchetto di aiuti a Kiev. La Farnesina ha convocato l'ambasciatore russo in Italia Alexey Paramonov per procedere con un richiamo formale, parlando di «parole squallide, preoccupanti, che confermano l'abisso di volgarità in cui è piombata la dirigenza di Mosca».
Crosetto, dal canto suo, ha definito le dichiarazioni di Zakharova «una microscopica parte, né rilevante né sofisticata come lo sono altre, della capacità di disinformazione russa». «A parti invertite – ha aggiunto – cioè se fosse crollato un pezzo di storia russa, importante per i russi, con la vita di una persona in pericolo, mi sarei sinceramente preoccupato e rattristato. Non mi sarebbe passato in mente di polemizzare». La Russia «finora non ha mai dimostrato neanche la volontà di affrontare la pace, neanche quando le è stato offerto un tappeto rosso e si è parlato di cessione dei territori. Se loro mettessero fine alla guerra, non ci sarebbe più necessità di aiutare una nazione invasa a vivere».

