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Giornata della libertà di stampa: «Il 2022 è stato un anno nero»

Lo scorso anno sono stati uccisi 86 reporter, per lo più al di fuori delle zone di guerra
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Ats
03.05.2023 12:15

Il 2022 è considerato un anno nero per i giornalisti e la libertà di stampa. Sono stati 86 i reporter uccisi, per lo più al di fuori delle zone di guerra. È quanto ha ricordato, in apertura della conferenza che si è tenuta alle Nazioni Unite in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa, la direttrice generale dell'Unesco, Audrey Azoulay che ha sottolineato come molte di queste vittime erano semplicemente «a casa con le loro famiglie».

Altre centinaia di giornalisti sono stati aggrediti o imprigionati. «Il livello di impunità per questi crimini - ha detto ancora Azoulay - invia un messaggio agghiacciante, perché la sicurezza dei giornalisti non è solo una questione che riguarda i giornalisti o le organizzazioni internazionali, ma riguarda la società nel suo complesso».

E mentre gli attacchi e l'odio online contro la stampa crescono è quanto mai necessaria la libertà di espressione «poiché l'avvento dell'era digitale ha cambiato l'intero panorama delle notizie» ha aggiunto la direttrice dell'Unesco. Se Internet ha aperto nuovi canali di informazione ed espressione, è stato sottolineato, ha anche fornito terreno fertile per coloro che cercano di seminare disinformazione e teorie cospirative.

«Oggi le bugie viaggiano molto più velocemente della verità». Preoccupazione è stata espressa, nel corso della conferenza all'Onu, anche dal presidente ed editore del New York Times, Arthur Gregg Sulzberger, secondo cui «senza giornalisti che forniscano notizie su cui le persone possano contare, temo che continueremo a vedere l'erosione dei legami civici, l'erosione delle norme democratiche e l'indebolimento della fiducia nelle istituzioni e tra le persone, che è così essenziale per l'ordine globale».

«Per le nazioni con una forte tradizione di libertà di stampa, compresi gli Stati Uniti, ciò significa che i leader devono mobilitarsi per garantire protezioni legali ai giornalisti indipendenti e alle loro fonti», ha affermato. «Per i paesi in cui è pericoloso riportare la verità, ciò significa che la comunità internazionale deve chiarire che denuncerà e punirà le misure repressive e gli attacchi contro i giornalisti, ovunque si verifichino», ha concluso.

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