Gli aerei sono rimasti bloccati in Russia? Ecco il maxi-risarcimento da un miliardo di dollari

La vicenda, forse, ha preso una svolta definitiva. O, se preferite, una svolta destinata a fare giurisprudenza. Ricordate i circa 400 aerei fra Airbus e Boeing che la Russia, all'alba dell'invasione su larga scala dell'Ucraina e in risposta alle sanzioni occidentali, aveva re-immatricolato con la forza onde evitare di riconsegnarli ai legittimi proprietari, ovvero le società di leasing? Ecco: per mesi, anzi anni, il dibattito su chi dovesse coprire questi «furti» ha interessato tanto il settore quanto le aule dei tribunali, con i cosiddetti lessor da una parte e le assicurazioni dall'altra, tutto fuorché inclini a riconoscere la perdita subita dai propri clienti.
Una prima risposta, lo scorso giugno, è arrivata da un tribunale britannico: AerCap, la più grande società di leasing al mondo, ha infatti ottenuto un risarcimento pari a un miliardo di dollari, in virtù appunto delle decine di aeromobili rimasti in Russia per via della guerra e, come detto, delle conseguenti sanzioni. Nello specifico, l'11 giugno - presso la Commercial Court di Londra - il giudice Christopher John Butcher ha stabilito che il lessor ha pienamente diritto a ricevere un indennizzo dagli assicuratori. AerCap, in questa causa, chiedeva un risarcimento per 116 velivoli e 15 motori. Il giudice, nel motivare la sua decisione, ha spiegato che le perdite di AerCap rientrano pienamente nella sezione War and Allied Perils presente nella polizza stipulata.
Il giudice ha pure stabilito che, nell'ordine, Dubai Aerospace Enterprise (DAE), Merx Aviation, KDAC Aviation Finance, Falcon e Genesis possono «recuperare gli aeromobili e i motori perduti in base alla copertura contingente delle polizze». Il tribunale, di fatto, ha riconosciuto che gli aerei sono stati sequestrati dal Cremlino prima ancora che le sanzioni diventassero effettive e, di riflesso, che i lessor potessero cancellare i contratti con gli operatori russi. Nel dettaglio, le sanzioni sarebbero entrate in vigore il 28 marzo del 2022 mentre il Cremlino, tramite un divieto generalizzato di esportazione di aeromobili e attrezzature aeronautiche dalla Russia, aveva bloccato i citati 400 aerei il 10 marzo del 2022.
Butcher, in conclusione, ha ringraziato - citiamo - «i rappresentanti di tutte le parti per il grado di cooperazione e di competenza dimostrato nella preparazione e nella presentazione di quello che, per qualsiasi standard, è stato un contenzioso insolitamente impegnativo». Un contenzioso, rimanendo al caso di Londra, che riguardava in tutto 147 aeromobili e 16 motori autonomi, con i sei lessor che inizialmente chiedevano pagamenti per oltre 4 miliardi di dollari.
«Nel 2022, abbiamo registrato un onere netto ante imposte di 2,7 miliardi di dollari per i nostri utili, che comprendeva una svalutazione totale delle attività rimaste in Russia e Ucraina e perdite di valore per le attività che avevamo recuperato dalla Russia e dall'Ucraina in quel momento» ha dichiarato AerCap nel commentare la sentenza. E ancora: «Dopo i recuperi di 1,3 miliardi di dollari nel 2023 e di 195 milioni di dollari nel 2024», avvenuti tramite accordi privati con le società di assicurazione, «questo indennizzo porterà i recuperi totali al lordo delle imposte di AerCap relativi al conflitto in Ucraina a circa 2,5 miliardi di dollari».
Diverse richieste di risarcimento contro gli assicuratori da parte di AerCap per altri beni legati alle compagnie aeree russe sono ancora in corso presso il Tribunale commerciale londinese. «Intendiamo continuare a perseguire con forza queste richieste» ha spiegato il lessor. Forte di questa decisione, indubbiamente, l'azienda confida di vedersi riconoscere nuovi indennizzi.