Il caso

Gli aiuti USA all'Ucraina bloccati per «gli yacht di lusso di Zelensky»?

Una teoria complottista secondo cui il leader ucraino avrebbe acquistato due imbarcazioni con i soldi americani ha fatto breccia al Congresso, contribuendo a far slittare i negoziati sui 60 miliardi a Kiev
©SERGEY DOLZHENKO
Michele Montanari
21.12.2023 12:30

I negoziati per gli aiuti USA all'Ucraina sarebbero slittati a causa di una bufala. Un sito web fondato da un ex marine americano che ora vive in Russia ha alimentato, nelle scorse settimane, la voce secondo cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrebbe acquistato due yacht di lusso con i soldi forniti dagli Stati Uniti. L’affermazione non ha alcun fondamento, ma l’opera di disinformazione sembra aver avuto successo. Secondo la BBC, infatti, la fake news ha iniziato a circolare online fino a diffondersi pure tra i politici, facendo poi breccia nel Congresso degli Stati Uniti, proprio mentre si discuteva animatamente sui 60 miliardi di dollari destinati a Kiev.

Stando alla teoria complottista, Zelensky avrebbe utilizzato 75 milioni di dollari elargiti da Washington per acquistare due yacht. Una storiella, questa, che ha spinto diversi repubblicani ad opporsi con insistenza a Kiev. Qualche esempio? Su X la deputata Marjorie Taylor Greene ha scritto: «Chiunque voti per gli aiuti all'Ucraina sta finanziando il piano economico più corrotto destinato a una guerra straniera nella storia del nostro Paese. E stanno obbligando i cittadini americani a pagarlo». E questo nonostante il governo ucraino abbia smentito categoricamente la storia sulle imbarcazioni di lusso.

Il senatore Tom Tillis, repubblicano favorevole agli aiuti militari all’Ucraina, dopo l’incontro a porte chiuse con Zelensky della scorsa settimana, ha spiegato alla CNN: «Penso che la storia sulla corruzione sia emersa perché qualcuno ha detto che gli ucraini comprerebbero gli yacht con i soldi». E ancora: il senatore repubblicano JD Vance, in un podcast condotto dall'ex consigliere di Donald Trump, Steve Bannon, ha affermato: «Ci sono persone che taglierebbero la previdenza sociale, gettando i nostri nonni nella povertà. Perché? Per permettere ai ministri di Zelensky di acquistare uno yacht più grande?».

La BBC ha scoperto che la bufala ha ricevuto una grande spinta da DC Weekly, un sito web legato alla Russia che finge di avere sede a Washington (il portale si trova su un server russo). 

Su DC Weekly sono state pubblicate le immagini dei due yacht (dai nomi «Lucky Me» e «My Legacy») e documenti che attestavano la vendita delle imbarcazioni ai soci di Zelensky, i quali avrebbero fatto da intermediari per l'operazione. Stando alla BBC, però, sia «Lucky Me» che «My Legacy» risultano ancora in vendita, mentre i documenti mostrati sul sito sembrano essere falsi. I soci del presidente ucraino citati dal portale online hanno negato con forza ogni addebito.

Una ricerca condotta da Darren Linvill e Patrick Warren, esperti di disinformazione alla Clemson University, mostra che DC Weekly è stato fondato da John Mark Dougan, un ex ufficiale di polizia della Florida e della marina statunitense, trasferitosi in Russia nel 2016. Da quando si è trasferito nel Paese di Putin si è reinventato come giornalista coprendo l'invasione dell'Ucraina e diffondendo online una serie di storie figlie della propaganda russa, come la teoria secondo cui Mosca stava cercando di distruggere laboratori di armi biologiche in Ucraina.

Dougan, contattato per chiarimenti dalla BBC, ha respinto le accuse e affermato di aver venduto il sito DC Weekly per 3 mila dollari. Aggiungendo di non ricordarsi chi fosse l'acquirente e di aver perso i documenti di vendita a causa delle sanzioni occidentali contro la Russia, che lo hanno escluso da tutte le piattaforme di pagamento. Secondo i ricercatori, il sito fa parte di una macchina di propaganda filo-russa molto più ampia, in cui l'intelligenza artificiale e le fake news giocano un ruolo centrale. Come, ad esempio, la recente campagna di disinformazione che ha attribuito a diverse celebrità frasi anti-Ucraina. Nella cortina di fumo della disinformazione di guerra, una cosa è certa: con la storia degli yacht, chiunque sia dietro a DC Weekly, sembra aver raggiunto il suo obiettivo. Le false accuse a Zelensky sono arrivate ad alcune delle persone più potenti del Congresso degli Stati Uniti. E gli aiuti a Kiev, almeno per il 2023, restano congelati.

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