Guerra

Gli attacchi israeliani contro gli operatori umanitari a Gaza: «Non sono errori isolati»

Secondo l'ONU, dallo scorso 7 ottobre sono state uccise oltre 250 persone affiliate alle ONG - Human Rights Watch denuncia: «In almeno 8 casi, lo Stato ebraico ha colpito pur conoscendo la posizione di chi stava aiutando la popolazione»
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Red. Online
14.05.2024 12:45

Dall’ottobre del 2023, le forze israeliane hanno effettuato almeno otto attacchi contro convogli e sedi di operatori umanitari nella Striscia di Gaza, nonostante gli operatori avessero fornito le proprie coordinate alle autorità dello Stato ebraico affinché venisse garantita loro protezione. È quanto emerge da un approfondito report della ONG Human Rights Watch. Negli attacchi sono rimasti uccisi o feriti almeno 31 operatori umanitari e i loro accompagnatori.

La ONG elenca tutti i casi in cui Israele, pur consapevole della presenza di gruppi di sostegno alla popolazione dell’enclave mediorientale, ha colpito senza alcun preavviso.

Gli otto «incidenti», sottolinea HRW, rivelano difetti fondamentali nel cosiddetto sistema di «deconflitto», inteso a proteggere gli operatori umanitari e consentire loro di fornire in sicurezza assistenza umanitaria ai civili della Striscia di Gaza. Con «deconflitto», spiega a La Stampa Juliette S. Touma, direttrice della Comunicazione dell’UNRWA, si intende «il procedimento di condivisione di informazioni che include i nomi e la nazionalità delle persone che sono su un convoglio, il numero dei veicoli che ne fanno parte, le strade che percorrerà, le coordinate GPS, una cartina e una lista dettagliata del contenuto che si sta trasportando, come cibo, medicine e altri materiali di consumo». In queste situazioni, gli operatori umanitari rimangono in contatto con l'esercito israeliano durante tutto lo spostamento del convoglio.

Belkis Wille, direttrice associata per le crisi, i conflitti e gli armamenti di Human Rights Watch, ha dichiarato: «L'uccisione da parte di Israele di sette operatori umanitari della World Central Kitchen (WCK) è stata scioccante e non sarebbe mai dovuta accadere, secondo il diritto internazionale. Gli alleati di Israele devono riconoscere che questi attacchi che hanno ucciso gli operatori umanitari si sono ripetuti più e più volte, e devono fermarli».

L'attacco israeliano del primo aprile al convoglio della World Central Kitchen, in cui hanno perso la vita sette lavoratori, è ben lungi dall'essere un «errore isolato», evidenzia HRW.

Negli otto attacchi, le forze israeliane, che avevano ricevuto le coordinate GPS degli operatori umanitari, hanno ucciso almeno 15 persone, tra cui 2 bambini, e ne hanno ferite almeno altre 16. Cinque di questi attacchi sono stati oggetto di una recente indagine del New York Times che includeva prove visive e comunicazioni interne tra le organizzazioni umanitarie e l’esercito israeliano.

Oltre a quello contro WCK, la ONG cita altri sette attacchi:

– 18 novembre 2023: attacco a un convoglio di Medici Senza Frontiere (MSF).

– 9 dicembre 2023: attacco a una guest house dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA).

– 8 gennaio 2024: attacco a un rifugio di MSF.

– 18 gennaio 2024: attacco a una guest house dell'International Rescue Committee (IRC) e del Medical Aid for Palestinians (MAP).

– 5 febbraio 2024: attacco a un convoglio dell'UNRWA.

– 20 febbraio 2024: attacco a una guest house di MSF.

– 8 marzo 2024: attacco a una casa in cui era rifugiato un dipendente della organizzazione American Near East Refugee Aid (ANERA).

Ma questi otto attacchi sono solo la punta dell’iceberg. Secondo l’ONU dal 7 ottobre, giorno della strage compiuta da Hamas in Israele, al 30 aprile, a Gaza sono stati uccisi 254 operatori umanitari, 188 dei quali affiliati all’UNRWA .

E proprio ieri si è verificata una nuova tragedia: un veicolo delle Nazioni Unite è stato colpito mentre si recava verso un ospedale di Gaza. Un membro dello staff dell’ONU è rimasto ucciso mentre un altro è rimasto ferito. Secondo l'UNRWA, 169 delle sue strutture sono state colpite in 368 attacchi e almeno 429 sfollati sono stati uccisi mentre si trovavano nei loro rifugi. Secondo le Nazioni Unite, le forze israeliane hanno anche sparato ai civili che si riunivano per raccogliere cibo e altri beni primari forniti dalle ONG, uccidendo e ferendone centinaia. Tutti questi attacchi - evidenzia HRW - stanno avendo un effetto negativo sugli sforzi volti a fornire aiuti salvavita a Gaza, portando alla sospensione o alla limitazione delle attività degli operatori umanitari, nonché alla riduzione del personale all'interno della Striscia.

Secondo la ONG, questi attacchi, nonostante l'adeguata notifica alle autorità israeliane, sollevano seri dubbi sull'impegno e sulla capacità di Israele di rispettare il diritto internazionale umanitario, al quale alcuni Paesi si appellano per continuare le proprie esportazioni di armi verso lo Stato ebraico.

Human Rights Watch ha inoltre raccolto prove su come Israele stia usando la fame come arma di guerra a Gaza: le autorità dello Stato ebraico stanno deliberatamente bloccando le forniture di acqua, cibo e carburante, impedendo intenzionalmente l’assistenza umanitaria, radendo al suolo aree agricole e privando la popolazione civile di beni indispensabili alla sua sopravvivenza. HRW chiede agli alleati di Israele – specialmente Stati Uniti e Regno Unito, i quali hanno entrambi inviato armamenti che sarebbero stati utilizzati in almeno uno degli attacchi documentati – di sospendere l’assistenza militare e la vendita di armi allo Stato ebraico finché le sue forze continueranno a violare le leggi di guerra ai danni dei civili palestinesi.