«Gli incidenti misteriosi in Europa? Tutta colpa della Russia»

Prima due cavi sottomarini danneggiati nel Mar Baltico. Poi, pochi giorni dopo, un cavo di telecomunicazione terrestre a fibra ottica tra Svezia e Finlandia compromesso. Nel secondo caso, secondo le prime indagini, si è trattato di un «incidente accidentale». Per il primo, invece, la prima ipotesi è quella di sabotaggio. Entrambi i casi, però, hanno un denominatore comune. Di fronte al danno, i sospetti sono caduti, in entrambi i casi, su Mosca. Colpevole di star portando avanti, in silenzio, una guerra ibrida nel Nord Europa.
Al momento, però, non c'è alcuna certezza. Mentre il caso del cavo tagliato tra Svezia e Finlandia potrebbe, verosimilmente, venire archiviato e bollato come «incidente», il caso dei cavi sottomarini danneggiati nel Mar Baltico è più complesso. Nel mirino degli investigatori è finita una nave cinese (Yi Peng 3), accusata di aver agito sotto ordini di Mosca. Una prima pista da seguire, ma che dovrà essere esplorata ampiamente, prima di poter giungere a una conclusione e, soprattutto, alla verità.
Nel frattempo, però, mentre il Nord Europa è impegnato a risolvere i suoi misteri, si fanno sempre più concreti i timori che dietro a numerosi incidenti avvenuti nell'ultimo anno ci sia lo zampino della Russia. E a rincarare la dose è Jan Lipavský, il ministro degli Esteri della repubblica ceca. Il quale, con molta convinzione, ha affermato che dietro a «cento incidenti sospetti» avvenuti nel corso del 2024 ci sia, con ogni probabilità, Mosca. Motivo per cui, l'Europa dovrebbe «inviarle un forte segnale», rendendo evidente che questi comportamenti «non saranno tollerati» a lungo.
Questo, in sintesi, il discorso di Jan Lipavský nel corso di un incontro con le controparti della NATO a Bruxelles. «Quest'anno ci sono stati 500 incidenti sospetti in Europa. E fino a 100 di questi possono essere attribuiti ad attacchi ibridi russi, spionaggio, operazioni di influenza», ha dichiarato.
La faccenda, insomma, si fa giorno dopo giorno sempre più complessa. La questione delle minacce ibride russe, non a caso, è stata uno degli argomenti all'ordine del giorno durante l'incontro dell'alleanza NATO a Bruxelles. Ma gli occhi non sono puntati solo su Mosca. A tal proposito, il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha dichiarato che «sia la Russia che la Cina hanno cercato di destabilizzare i Paesi europei e di dividere le nostre società con atti di sabotaggio, attacchi informatici e ricatti energetici». Ma per contrastare «le attività ostili e informatiche della Russia» sono state intraprese misure importanti, come un maggiore scambio di informazioni, più esercitazioni, una migliore protezione delle infrastrutture critiche e una migliore difesa informatica».
Negli ultimi anni, infatti, i Paesi europei hanno assistito a una serie di incidenti. Dagli attacchi informatici agli incendi dolosi, senza dimenticare ordigni incendiari, sabotaggi e addirittura omicidi. Attacchi, questi, che secondo i funzionari di sicurezza europei, avevano come obiettivo quello di seminare il caos, esacerbare le tensioni sociali tra gli alleati dell'Ucraina e interrompere le forniture militari all'Ucraina.
Una cosa, però, è certa. Le preoccupazioni europee per i potenziali attacchi ibridi russi si sono intensificate dopo l'approvazione occidentale che consente all'Ucraina di utilizzare missili a lungo raggio – statunitensi e britannici – per colpire la Russia. Una minaccia anche per l'Europa, come aveva sottolineato sempre Rutte, un mese fa, spiegando come Mosca stesse rapidamente spostando il fronte dall'Ucraina «alla regione baltica, all'Europa occidentale e persino all'alto nord».
Gli incidenti
Ma torniamo a parlare dei presunti attacchi russi. I più recenti, lo abbiamo detto, sono stati i casi dei cavi – sia sottomarini che di terra – danneggiati nel Nord Europa e nel Baltico. Oltre a questi ultimi due episodi, di cui stanno particolarmente scrivendo i media internazionali negli ultimi giorni, un altro recente incidente riguarda invece il Regno Unito. Qui, infatti, un tribunale è impegnato a esaminare quello che è stato definito il caso di un «sofisticato giro di spie con base nel Regno Unito», che avrebbe trasmesso segreti alla Russia per quasi tre anni, raccogliendo «informazioni su diversi obiettivi in tutta Europa».
Ma è solo la punta dell'iceberg. Sono ancora in corso anche le indagini sui misteriosi ordigni recapitati tramite la società di spedizioni DHL in tutta Europa, da Birmingham a Lipsia. Ancora da chiarire è anche il piano – sventato – per assassinare Armin Papperger, l'amministratore delegato dell'azienda tedesca di difesa Rheinmetall, attiva nel rifornire l'Ucraina.
La lista degli incidenti per cui Mosca è sospettata, neanche a dirlo, è lunga. E a preoccupare è anche la vastità del continente, unita alle diversa natura delle minacce che incombono sull'Europa. Una vera e propria sfida per l'Occidente.